Gori: "L'Europa ha straordinario bisogno di immigrazione regolare"

Il sindaco di Bergamo candidato alle Europee con il Pd: "La destra? Se non sa rimpatriare impari a integrare. Atalanta specchio della nostra città". Intervista

di Nicolò Rubeis
Giorgio Gori
Milano

Gori: "L'Europa ha straordinario bisogno di immigrazione regolare"

"I riformisti del Pd stanno bene, sono tonici e convinti delle loro idee. Non vedo un partito chiuso su posizioni anti-riformiste". Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori è in corsa nel Nord-Ovest alle elezioni europee. "Nonostante le diverse sfumature, il merito di Schlein è stato quello di aver lasciato agibilità politica e spazio nelle liste" spiega Gori in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. "Nel Nord Italia abbiamo la fortuna di intercettare maggiormente il voto di opinione, in particolare nelle città. Credo che potremmo avere un riscontro abbastanza buono" continua l'esponente dem. Che non cambia idea sulla guerra: "La mia posizione coincide con quella del Pd nel fornire aiuti umanitari, economici e militari all'Ucraina. Non è quello che dicono tutti i candidati delle nostre liste ma credo che si sbaglino loro". Sull'immigrazione, invece, secondo il sindaco "abbiamo uno straordinario bisogno di immigrazione regolare e pianificata".

Gori, una campagna elettorale breve ma intensa.

C'è un bell'incrocio tra europee e amministrative e questo porta a un interesse abbastanza vivo da parte degli elettori. Non mi aspetto, questa volta, un crollo della partecipazione alle urne. Nel Nord Italia il Pd intercetta molto il voto di opinione. A destra, invece, c'è un rimescolamento visibile.  Rispetto al 2019 c'è una fortissima emorragia di consensi della Lega a cui corrisponde l'aumento di Fratelli d'Italia. Nel campo del centrodestra sappiamo già chi vince e chi perde.

L'immigrazione è sempre un tema al centro del dibattito. Cosa è mancato in questi anni in Europa?

L'ultimo atto approvato anche con il consenso della maggior parte dello schieramento riformista di maggioranza, il Patto sulla migrazione e l'asilo, non è proprio incoraggiante. Il suo contenuto molto chiuso segna un arretramento. Il documento è fortemente orientato a limitare gli accessi anche attraverso pratiche molto sommarie di accertamento dei requisiti per l'ottenimento del permesso di soggiorno trattenendo per settimane i richiedenti asilo. Una visione che cede alla narrazione che l'immigrazione è un problema e va limitata il più possibile. Questo è inattuale perché noi oggi abbiamo uno straordinario bisogno di immigrazione regolare e pianificata. Di questo nel nuovo Patto non c'è traccia così come non c'è traccia di politiche efficaci di rimpatri.

Un tema, quello dei rimpatri, oggetto di scontro tra il governo e il sindaco di Milano Giuseppe Sala dopo l'aggressione ai danni di un poliziotto da parte di un uomo su cui pendeva un provvedimento di espulsione.

Questo signore che a Milano ha accoltellato un poliziotto era già stato denunciato in diverse situazioni per aggressione ed era destinatario di un provvedimento di espulsione. Eppure, era lì. Ed era lì perché sulle politiche di rimpatrio, nonostante le dichiarazioni roboanti che abbiamo sentito negli anni da politici come Matteo Salvini, non hanno fatto un tubo per invertire la tendenza. Se non si ha la capacità di rimpatriare si faccia quantomeno lo sforzo di integrare.

L'invio di armi è sempre un tema molto discusso nel Pd.

La mia posizione coincide con quella che ha espresso il Pd per fornire aiuti umanitari, economici e militari all'Ucraina per aiutare quel Paese nella sua resistenza. Sarebbe un gravissimo problema se l'Ucraina, per mancanza di risorse o di armi, fosse costretta alla resa. È una questione di sicurezza per l'Europa e per il mondo. Il giorno in cui cade Ucraina, come dice Biden, poi toccherà a un altro Paese Nato, cosa che obbligherebbe tutti gli altri aderenti al Patto atlantico alla risposta militare. Per allontanare questa prospettiva è fondamentale che l'Ucraina resista e che si possa arrivare al cessate il fuoco in una condizione non di resa. Non è quello che dicono tutti gli esponenti delle liste del Pd. Rispetto questo orientamento ma penso che si sbaglino loro.

Come stanno i riformisti nel Pd a guida Schlein?

I riformisti stanno abbastanza bene e sono convinti e tonici delle loro idee. Diciamo che in una situazione che deriva dall'esito di un congresso che abbiamo perso, visto che sostenevamo Stefano Bonaccini, mi pare che comunque ci sia una condizione di sufficiente dialogo e di sufficiente polifonia. Non vedo il Pd così chiuso su posizioni anti-riformiste. Schlein è stata molto chiara quando si è presentata nel dire che cosa avrebbe voluto cambiare e ha comunque garantito agibilità politica e spazio nelle liste.

Dispiaciuto dal fatto che altri partiti riformisti del centrosinistra, come Azione e Italia Viva, in alcune circostanze hanno iniziato a correre con il centrodestra?

Mi dispiace, penso sia sbagliato e che sia un errore che vadano con il centrodestra anche se le responsabilità sono distribuite. In Basilicata c'è stato un veto del M5s nei confronti di Azione e loro hanno sostenuto il candidato del centrodestra Bardi. In Sardegna, invece, siamo riusciti a tenere insieme le diverse forze politiche.

Si vota anche nella 'sua' Bergamo. Il centrosinistra riuscirà a confermarsi con Elena Carnevali?

A me pare che Elena Carnevali abbia trovato la chiave giusta di equilibrio tra due motivi che sono in qualche modo entrambi rilevanti. Da un lato c'è la continuità rispetto a dieci anni di amministrazione che hanno fatto fare oggettivamente dei passi in avanti alla città e che i bergamaschi hanno apprezzato. Dall'altro ha evitato di schiacciarsi sul sottoscritto trovando chiavi di rilancio e proposte nuove e innovative. Lei ha un’empatia molto speciale, secondo me superiore alla mia nel rapporto con i cittadini. Andrea Pezzotta, candidato del centrodestra, si presenta come un civico, come una figura moderata, ma questo posizionamento è andato via via smentendosi nelle cose che dice. Inizialmente sosteneva che avevo fatto cose buone, nell'ultime ore la narrazione è diventata che Bergamo è un disastro.

Il centrodestra prova ad alzare i toni?

Forse qualcuno gli ha detto di radicalizzare il messaggio. Ma così Pezzotta perde sintonia con la gran parte dei cittadini che non pensa che la città sia un disastro. Secondo me, comunque, va bene così, visto che faccio il tifo per Carnevali. Più si radicalizza la comunicazione della destra meno hanno possibilità di accedere a quella parte di mezzo dell'elettorato più contendibile che può votare per uno schieramento o per un altro.

Intanto l'Atalanta continua a fare miracoli e si andrà a giocare la prima finale europea della sua storia.

Questa squadra è stata costantemente una fonte di ispirazione. Dopo la semifinale con il Marsiglia ho mandato un messaggio a Gasperini dicendogli che questa è proprio una bella storia. Una squadra di provincia che accede a una finale europea. Nel suo piccolo Bergamo ha provato a seguire questa stessa ispirazione. Siamo una città di provincia, ma abbiamo cercato di diventare meno provinciali e più europei. E penso che l'Atalanta abbia un po' raccontato la storia della nostra città.

Tags:
europeegoripd