Inchiesta hacker, Licia Ronzulli sentita in Procura come teste: il nome della senatrice emerso nelle intercettazioni

“Non ho mai chiesto a Pazzali alcun controllo”, ha dichiarato Ronzulli, che ha personalmente chiesto di essere interrogata dai magistrati

Milano

Inchiesta hacker, Licia Ronzulli sentita in Procura come teste: il nome della senatrice emerso nelle intercettazioni

Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato e senatrice di Forza Italia, si è presentata oggi in Procura a Milano per essere ascoltata come testimone nell'ambito dell'inchiesta sui presunti dossieraggi, con informazioni estratte da banche dati strategiche. Il suo nome è emerso in alcune intercettazioni riguardanti la banda hacker coinvolta nelle indagini. “Non ho mai chiesto a Enrico Pazzali, titolare della Equalize, alcun dossier”, ha ribadito più volte Ronzulli, sottolineando di non essere indagata. È stata proprio la senatrice a richiedere di essere interrogata dai magistrati per chiarire la sua posizione.

Possibile Ricatto e Difesa Legale: Le Dichiarazioni di Ronzulli

Durante la sua audizione, Ronzulli ha dichiarato: "Pazzali, di sua esclusiva iniziativa, ha deciso di commissionare un’indagine su una professionista soltanto perché di mia conoscenza", evidenziando come questo la metta nella posizione di parte lesa, soggetta a un possibile ricatto. La senatrice ha anche espresso l'intenzione di “adire le vie legali” se necessario. L'interrogatorio, condotto dal pm Francesco De Tommasi della DDA, ha avuto luogo al quarto piano del Palazzo di Giustizia. Gli atti dell’inchiesta riportano che in una conversazione del luglio 2022, Pazzali avrebbe affermato che Ronzulli avrebbe “richiesto le informazioni” su Simona Gelpi, una manager, affermazione che la senatrice ha totalmente smentito.

Ronzulli: "Verminaio inqualificabile, servono leggi"

"Sono molto scandalizzata e trovo che questo sia un verminaio inqualificabile. Credo che bisognerà fare qualcosa anche dal punto di vista legislativo. Già il sistema è fragile perchè non solo il servitore dello Stato è infedele ma addirittura un comune cittadino che si intende un po' di informatica riesce a 'bucare' i server. Con l'intelligenza artificiale sarà anche peggio". Lo ha detto la vicepresidente del Senato e parlamentare di Forza Italia Licia Ronzulli ai cronisti dopo essere stata sentita a verbale dai pm di Milano nell'ambito dell'inchiesta antimafia sul gruppo legato alla società Equalize che sarebbe stato in grado di bucare le banche dati strategiche del Paese per compiere presunte attività di dossieraggio illecito.

Ronzulli: "Mai chiesti dossier a Pazzali"

"La Procura aveva gia' inteso e oggi ha preso definitivamente atto che non ho mai fatto richiesta di alcun dossier a Enrico Pazzali. Ho chiesto di essere ascoltata per sgombrare il tavolo da ricostruzioni fantasiose e allusioni che mi vedrebbero accostata ai cosiddetti 'spioni'. Questo e' totalmente falso e l'ho ribadito ai magistrati. Io non mai parlato di questa professionista con Pazzali". Così Ronzulli. Interpellata sui suoi rapporti con Enrico Pazzali, la senatrice ha detto: "Lo conosco da quando era amministratore delegato di Fiera spa nella consiliatura precedente a quella in cui sono entrata io nel 2015. Lui non era gia' piu' ad. Lo conoscevo perche' in precedenza c'erano stati degli eventi fieristici, a cui ovviamente abbiamo partecipato anche per questioni politiche e istituzionali".

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