Rilevata un'infezione dopo un intervento di mastectomia, Int Milano condannato al risarcimento

Secondo il consulente legale della donna 'Sottovalutazione completa dell'evoluzione del quadro clinico'

Prevenzione del tumore al seno
Milano

Rilevata un'infezione dopo un intervento di mastectomia, Int Milano condannato al risarcimento

Aveva subito nel 2015 una mastectomia per rimuovere un carcinoma e fu eseguita una ricostruzione mammaria immediata ma, alcuni mesi dopo, fu rilevata la presenza di una ferita chirurgica parzialmente aperta con esposizione delle protesi e con segni di infezione, tanto che fu costretta ad altri due interventi invasivi per porre rimedio. Per questa ragione, la Fondazione Irccs Istituto nazionale dei Tumori di Milano è stata condannata dal giudice di Milano a risarcire con oltre 50mila euro una donna che allora aveva 50 anni.

La consulenza 

Una consulenza tecnica d'ufficio, chiesta dal legale della donna, Giuseppe Badolato, ha rivelato che era stata attaccata dall'infezione Pseudomonas aeurginosa e i primi sintomi si erano manifestati già al momento della rimozione del drenaggio. Il consulente ha stabilito che "certamente vi è stata, nella gestione della fase post operatoria una sottovalutazione completa del quadro clinico e della sua evoluzione". La sofferenza riscontrata alla rimozione dei drenaggi avrebbe dovuto infatti indurre i sanitari "alla massima prudenza e diligenza, sottoponendo la paziente a tampone dell'area di sofferenza e ad altri accertamenti". "Si sarebbe inoltre dovuto procedere con una terapia antibiotica empirica aggressiva anche in assenza di isolamento, prima che l'infezione evolvesse verso un interessamento profondo ed esteso: nemmeno in fase estremamente avanzata il quadro clinico è stato adeguatamente compreso; in mancato riconoscimento del quadro infettivo in evoluzione ha determinato una evoluzione progressivamente infausta fino alla necessità di rimuovere la protesi e un'estesa area cutanea", ha concluso il consulente. Per questo deve essere riconosciuta la responsabilità del personale in servizio presso la struttura e che il "grave inestetismo causato alla donna e la ricostruzione di una parte con il sacrifico di tessuti sani" comporta un danno biologico permanente da risarcire con 47.645 euro a cui va unita l'inabilità temporanea fino a una sostanziale stabilizzazione per 5.175 euro che porta il risarcimento ad un totale di 52.820 euro

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