Riforestazione, Mantoan (Città metropolitana): "Sostenere pratiche green"

I progetti di riforestazione e rigenerazione urbana territoriale di Città metropolitana di Milano, l'intervista al consigliere Giorgio Mantoan

Redazione
Milano

Intervistato da Affaritaliani.it Milano, il consigliere delegato allo Sviluppo Economico, Politiche Giovanili, Rapporti con Sistema delle Università, Forestazione urbana e Progetto Forestami, Coordinamento Fondi Europei Giorgio Mantoan ha parlato dei progetti di riforestazione e rigenerazione urbana territoriale.

 

Qual è l'obiettivo che si vuole raggiungere con i due progetti "Incrementare il capitale naturale per rafforzare la rete ecologica territoriale" e "la forestazione urbana per mitigare le isole di calore"? (misura PNRR “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”)


L’avviso del Ministero aveva diversi obiettivi: preservare e valorizzare la naturalità diffusa, la biodiversità e i processi ecologici legati a ecosistemi pienamente funzionali e resilienti; contribuire alla riduzione dell'inquinamento atmosferico e alla rimozione del particolato nelle aree metropolitane, aiutando così a proteggere la salute umana; contribuire a ridurre le procedure di infrazione della qualità dell'aria; recuperare i paesaggi antropizzati valorizzando le periferie e le connessioni ecologiche con le aree interne rurali e il sistema delle aree protette; frenare il consumo di suolo e ripristinare i suoli utili.

Sono obiettivi che la Città metropolitana di Milano ha raccolto e inserito da tempo nelle proprie strategie, messi nero su bianco anche nel nostro Piano Strategico metropolitano fin dal 2019. Tra il 2020 e il 2021 la Città metropolitana si è vista assegnare fondi da parte del Ministero dell’Ambiente nell’ambito dei Bandi Clima, con 9 diversi progetti che hanno permesso di realizzare azioni ormai in fase di conclusione, con la piantagione di oltre 30.000 piante nei Comuni di Corsico, Milano, Settimo Milanese, Rho, Pioltello, Inveruno, Cerro al Lambro, Vizzolo Predabissi e Paderno Dugnano. A queste si aggiungeranno le piantagioni relative ai due nuovi progetti finanziati nell’ambito del PNRR per raggiungere nell’arco di un triennio un totale di quasi 100mila nuove piante.
Ovviamente per un territorio fortemente urbanizzato come il nostro questo è un ottimo risultato: una tappa importante di un percorso che deve continuare a crescere nel tempo, con la consapevolezza che c’è ancora molto da fare.

Interventi di questa natura vanno collocati nel solco delle azioni che Città metropolitana insieme ai suoi Comuni svolge per contrastare non solo la crisi climatica (penso al progetto Spugna nell’ambito del PNRR), ma anche per far sì che gli stessi Comuni non siano più oggetto delle procedure europee di infrazione sulla qualità dell’aria.
Interventi di questo tipo hanno poi un effetto molto positivo sulla salute e sul benessere dei cittadini, migliorando la qualità dell’aria e contribuendo a una riqualificazione dei nostri ambienti e paesaggi: come riportato da diversi studi scientifici, le aree verdi a bosco hanno un impatto sulla nostra salute che va oltre la qualità dell’aria, contribuendo in modo positivo a livello sia fisico che mentale riducendo lo stress.

 

Come sono state scelte le aree destinate ai nuovi interventi e alla riforestazione? 

 

L’individuazione delle aree che costituiscono i due progetti è stato un lavoro molto lungo e complesso, che ci ha visti coinvolti insieme ai Comuni dell’area metropolitana per oltre un anno. Ciò va messo in relazione ai requisiti richiesti dall’avviso del Ministero. Infatti nel 2022 la Città metropolitana di Milano non si è trovata nelle condizioni di partecipare all’avviso ministeriale: le condizioni richieste, per esempio in termini di estensione e caratteristiche dei terreni da candidare, penalizzavano l’area metropolitana milanese, molto urbanizzata.
La Città metropolitana di Milano però ha avuto un ruolo propositivo e attivo, dialogando in modo costruttivo con il Ministero ed esponendo la propria condizione territoriale e pianificatoria, fino ad ottenere una revisione dei parametri a livello nazionale che ha permesso la candidatura al nuovo avviso per gli anni 2023-2024.

È stato quindi avviato un dialogo proficuo e di estrema collaborazione con tutti i Comuni metropolitani, che ringrazio per la disponibilità e l’interesse: questo dialogo ha permesso di raccogliere le aree pubbliche che rispondevano ai nuovi requisiti dell’avviso, permettendoci di utilizzare anche superfici inferiori all’ettaro nelle aree urbane. 
Questi sforzi ci hanno permesso di costruire i due progetti, che superano i 60 ettari complessivi di forestazione, per oltre 60mila nuove piante nei Comuni di Basiano, Cambiago, Casorezzo, Cernusco sul Naviglio, Cologno Monzese, Gorgonzola, Lainate, Liscate, Locate di Triulzi, Masate, Milano, Nerviano, Paderno Dugnano, Pero, Peschiera Borromeo, Pieve Emanuele, Pozzo d’Adda, San Colombano al Lambro e Segrate.

Per realizzare questo lavoro e condivisione degli obiettivi progettuali è stato fondamentale il gioco di squadra messo in campo dagli uffici dell’ente con tutti i Comuni, ma anche con i soggetti promotori del progetto Forestami, dal Politecnico, a Parco Nord Milano, ad Ersaf, all’Università di Milano Bicocca: ognuno, per le proprie competenze, ha contribuito alla costruzione dei progetti candidati e ammessi al finanziamento.
Ovviamente molto si può ancora fare: per esempio, se ci saranno nuovi avvisi pubblici per lavorare sulla riqualificazione di altre aree, recuperando grandi superfici tramite la depavimentazione di aree impermeabilizzate, che sono disponibili in numero notevole e che potrebbero generare un’ottima opportunità di riequilibrio ambientale per l’intera area metropolitana.

 

Come i progetti di forestazione contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell'inquinamento atmosferico e di promozione della salute umana nelle aree metropolitane?


Le aree metropolitane sono centri nevralgici di attività e sono anche luoghi, purtroppo, dove gli equilibri ambientali sono alterati. Problemi come l'inquinamento dell'aria e le "Isole di Calore" sono evidenti soprattutto in contesti urbani, dove il consumo di suolo è maggiore e sono presenti diverse fonti di inquinamento atmosferico come traffico, attività economiche e riscaldamento. L'inquinamento dell'aria è particolarmente alto nelle città italiane, con il 3,3% della popolazione che vive in aree dove i limiti europei sono superati. A causa di ciò, la Commissione Europea ha aperto tre procedure di infrazione riguardanti particolato PM2,5 e PM10 e biossido di azoto, oltre a una procedura per la mancata adozione di un programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico secondo le Direttive europee.

I nostri progetti di piantumazione di alberi rappresentano un'opportunità per promuovere a livello locale pratiche di gestione sostenibile del territorio, finora auspicate a livello normativo ma poco applicate concretamente. L'espansione delle aree verdi, anche in contesti urbani, non solo migliora l'aspetto dei luoghi, ma può essere vista anche come un processo graduale di riqualificazione urbana: partendo da zone verdi riqualificate, includere altre aree vicine nel tessuto urbano, con l'obiettivo di contrastare il surriscaldamento del suolo. Le nuove aree verdi diventano quindi uno strumento cruciale per prevenire il surriscaldamento diurno e favorire il raffreddamento notturno, con benefici evidenti sulla salute.

 

Il secondo progetto si intitola "la forestazione urbana per mitigare le isole di calore". Quali sono gli interventi che verranno fatti e in che modo questo progetto permetterà la diminuzione delle isole di calore?


L'obiettivo è migliorare la qualità ambientale in un contesto molto urbanizzato e densamente popolato, contrastando l'aumento delle temperature attraverso l'uso della forestazione come soluzione basata sulla natura (nature-based solution, NBS).

La Città metropolitana di Milano è fortemente colpita dal fenomeno delle "Isole di Calore" (UHI), causato dalla combinazione di caratteristiche morfologiche, urbanistiche e attività umane, che porta a un aumento significativo delle temperature, soprattutto durante l'estate. Nel caso dell’area metropolitana milanese, per citare alcuni esempi, sono elevati due indici importanti come il numero di giorni estivi in cui la temperatura massima ha un valore superiore al valore soglia di 29,2° C e il numero di giorni consecutivi senza pioggia, come è avvenuto nella scorsa stagione agronomica. 

Il progetto propone interventi di forestazione urbana volti a mitigare i rischi climatici legati alle temperature estreme e alle precipitazioni intense, concentrando gli sforzi sugli hotspot della Città metropolitana. Particolare attenzione viene posta alle aree del settore nord, individuato grazie ad un quadro dettagliato del fenomeno, elaborato nell’ambito del progetto Life Metro Adapt. Il progetto è stato premiato nel 2023 dalla Commissione Europea come miglior progetto europeo sul clima e ha previsto l’elaborazione di diverse mappe per l’intero territorio metropolitano basate sulla definizione di “Isole di Calore Urbano”: un’isola è un’area in cui la temperatura è molto superiore rispetto alle zone rurali circostanti. Le aree appartengono principalmente alle zone omogenee Nord Ovest, Nord Milano, Milano e Adda Martesana, dove l’impermeabilizzazione dei suoli, l’urbanizzazione densa e la grande presenza di attività hanno contribuito al peggioramento delle condizioni ambientali complessive.

Gli interventi di forestazione si concentrano su 14 Comuni: Basiano, Cambiago, Cernusco sul Naviglio, Cologno Monzese, Gorgonzola, Lainate, Liscate, Masate, Milano, Nerviano, Paderno Dugnano, Pero, Pieve Emanuele e Segrate. Le aree sono situate ai margini delle zone urbanizzate, vicino a densi insediamenti residenziali, aree industriali o lungo le infrastrutture stradali. La forestazione urbana non solo aiuta a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ma rappresenta anche un'opportunità per migliorare la continuità dei sistemi naturali nelle aree urbane.

Il progetto prevede la piantumazione di 1000 piante autoctone (arboree ed arbustive) per ettaro, contribuendo così a migliorare l'ambiente e a promuovere uno spazio urbano più sostenibile. 

 

Parliamo invece di rigenerazione urbana territoriale: qual è l'obiettivo principale del protocollo d'Intesa e del percorso attivato? Quali sono gli strumenti e le iniziative previste dal progetto?


Come ente di area vasta, l’obiettivo della Città metropolitana è quello di orientare il lavoro corale dei Comuni, facendo da cabina di regia, unendo energie e competenze diverse, per rispondere alle esigenze dei cittadini. Una necessità chiara e sotto gli occhi di tutti è quella di soluzioni abitative per i giovani, in particolare per gli studenti, a prezzi calmierati o comunque più accessibili rispetto all’attuale offerta del mercato immobiliare. Un tema che in prima battuta ha toccato il capoluogo, sede di molte università, ma che, inevitabilmente, si ripercuote su tutta l’area metropolitana, in particolare sui Comuni che risultano più collegati al capoluogo. 

Il protocollo di Cinisello Balsamo è il primo, ma l’auspicio è di siglarne altri con i diversi Comuni per trovare insieme aree o edifici da recuperare e trasformare in alloggi per giovani, anche attraverso forme di rigenerazione urbana innovative. Cinisello può essere una sorta di progetto pilota e sul suo territorio stiamo ragionando su diverse possibilità appetibili. 

L’obiettivo è quello di mettere sul tavolo più opzioni e poi concretizzare le azioni per realizzare l’obiettivo. Va anche detto che su questa zona dell’area metropolitana, l’Università di Milano Bicocca aveva già manifestato un notevole interesse.

 

In che modo è coinvolto il mondo universitario nella realizzazione dei progetti di rigenerazione territoriale? Quali le opportunità per le università e soprattutto per i giovani?

 

Il mondo universitario è il grande interlocutore di questo percorso, nato nell’ambito del tavolo avviato dalla Città metropolitana di Milano proprio con le diverse Università milanesi. E proprio dall’interesse manifestato nell’individuare aree e proprietà riconvertibili a studentati, è iniziata l’interlocuzione con i Comuni, raccogliendo segnalazioni su beni e aree potenzialmente adatte a questo scopo. 

Le proposte sono passate sotto la lente d’ingrandimento dei nostri uffici, che hanno predisposto un elenco di edifici e aree, mettendo nero su bianco vantaggi e svantaggi di ognuno. Quindi questo corposo lavoro è stato condiviso con le Università, che stanno ora ragionando sulle proposte ricevute per manifestare eventuale interesse a progetti di recupero e rilancio. Non è un percorso semplice, né immediato: punta sulla progettualità e su una visione di lungo periodo, per andare oltre l’emergenza e ragionare sul futuro non solo di Milano, ma di tutta l’area metropolitana. Un percorso che non può prescindere da una stretta collaborazione e condivisione con tutti gli stakeholders, Comuni, Università e studenti in primis.

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