L'assoluzione di Bergamaschi e la giustizia ingiusta

L'ex direttore generale del Welfare del Comune di Milano assolto dopo una indagine avviata nel 2016: è comunque giustizia?

Fabio Massa
Milano

L'assoluzione di Bergamaschi e la giustizia ingiusta

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L'analisi del dramma delle lungaggini della giustizia italiana si può impostare in due maniere. La prima: servono più magistrati, più cancellieri, più persone eccetera. E' una maniera un po' autoassolutoria, ma in fondo corretta di procedere. Le norme attuali sono studiate, concepite e avallate per essere enormemente time-spending. Appena le si vuole toccare ci sono mille levate di scudi: degli avvocati, che subito urlano all'attacco delle garanzie degli indagati e imputati; dei pm, che subito urlano all'attacco alle prerogative degli inquirenti. E così, tutto si tiene. Il sistema è farraginoso, diabolico, e servirebbero quasi più dipendenti del sistema giustizia che cittadini, per renderlo davvero efficiente.

Giustizia: a volte i ritardi sono motivati da interessi specifici

Poi c'è l'altra maniera di impostare le cose. Che non è autoassolutoria per il sistema. Eliminare l'altro motivo di ritardo, che è l'interesse. Ora, mi chiedo io, ad esempio sul caso La Russa: che interesse c'è per accertare la verità di aspettare mesi ad interrogare il figlio di La Russa? Il ricordo dei fatti non è più lucido nell'imminenza dei fatti? Faccio un altro esempio, che non c'entra niente con il caso del figlio del presidente del Senato. A Milano per anni e anni e anni è rimasto sotto processo Walter Bergamaschi, che nel 2014 era direttore generale del Welfare. Insomma, un posto di estremo potere. C'è un pasticcio relativo alla vendita e poi all'affitto di un palazzo. Roba lunga da spiegare. E complicata. La Procura indaga nel 2016, poi archivia, poi arriva la Corte dei Conti, che prima condanna Bergamaschi e poi, ieri, lo assolve ritenendo responsabile della vicenda il solo ex dg della Asl Milano, Locatelli. Ora, dal 2016 ad oggi sono passati quasi 8 anni.

Una giustizia così lenta è comunque giusta?

Sicuri che sia solo e unicamente una questione di organico? Oppure dobbiamo iniziare ad abituarci a ritenere una giustizia ingiusta anche quando giustamente condanna un colpevole, ma troppo, troppo tardi? E figurarsi quando giustamente assolve un innocente dopo lo stesso lasso di tempo, potrà mai essere giusta? Oppure è ingiusta per il colpevole e ancor di più per l'innocente?

 

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