L'inchiesta sugli ultra porta a risolvere anche un cold case del 1992

Finisce in carcere Giuseppe Caminiti, ritenuto responsabile dell'omicidio di Fabrizio Borgioli

Milano

L'inchiesta sugli ultra porta a risolvere anche un cold case del 1992

L'inchiesta sui capi ultra delle curve milanesi consente di risolvere un cold case avvenuto nel 1992. Lunedì tra gli arrestati c'era infatti anche Giuseppe Caminiti, detto 'Pino', ritenuto dalla Procura di Milano  "l'esecutore materiale" dell'omicidio di Fausto Borgioli detto 'Fabrizio', luogo tenente dello storico boss della mala milanese Francis Turatello. Come riferisce Ansa, i militari della guardia di finanza di Milano hanno eseguito la nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip nei confronti del 55enne ritenuto vicino a esponenti di spicco della 'ndrina degli Staccu di San Luca in provincia di Reggio Calabria e coinvolto nei business illeciti sulla gestione dei parcheggi del Meazza (in un'intercettazione di definisce "gli occhi" dell'azienda che li gestisce) anche grazie al ruolo di anello di congiunzione con il 'direttivo' della Curva interista.

L'omicidio di Borgioli avvenuto nei pressi dell'oratorio Don Orione nel 1992

Le indagini del Gico e dello Scio della gdf hanno permesso di accertare il coinvolgimento di Caminiti nell'omicidio dell'ex appartenente alla banda criminale di Turatello, ucciso il 19 ottobre 1992 con 5 colpi d'arma da fuoco nei pressi dell'oratorio 'Don Orione', nel quartiere di Lorenteggio. Le indagini successive a quei fatti avevano già permesso all'epoca di individuare Caminiti come uno dei tre possibili soggetti calabresi vicini ad ambienti malavitosi e indagati per traffico di droga responsabile dell'omicidio ma gli elementi non erano stati sufficienti a sostenere l'accusa in aula.

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