“La provincia alla riscossa”. In Unimi il seminario sul calcio anni ’70 e ‘80

Calcio, politica e società negli anni Settanta e Ottanta saranno oggetto di ricerche e dibattito, da parte di studiosi e giornalisti

Stefano Marrone
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Milano

“La provincia alla riscossa”. In Unimi il seminario sul calcio anni ’70 e ‘80

Gli scudetti di Cagliari e Verona, il Vicenza di Paolo Rossi e il Pescara di Galeone. Chi ha detto che la storia del calcio non possa fare “accademia”? Da tempo lo sport è uscito fuori dal campo, per diventare politica e società. Ed entrare in università. Così la Statale di Milano organizza martedì 21 maggio una giornata di seminario dedicato alla provincia pallonara. Calcio, politica e società negli anni Settanta e Ottanta saranno oggetto di ricerche e dibattito, da parte di studiosi e giornalisti. L’appuntamento è in Aula 113, in via Festa del Perdono, dalle ore 14 alle 19. Il professor Nicola Del Corno, professore associato di Storia delle dottrine politiche, è tra gli organizzatori del seminario, insieme col professor Massimo Baioni, e racconta ad Affaritaliani.it il seminario “La provincia alla riscossa”.

Professor Del Corno, qual è il senso di un seminario sul calcio in Università?
Da un punto di vista storiografico, la storia del calcio negli ultimi decenni non è più uno studio circoscritto di pochi ricercatori. Convegni, riviste e corsi universitari hanno sviluppato delle lontane suggestioni metodologiche. Le dinamiche sportive, coi risultati, certo hanno contribuito ad allargare la platea di studiosi. Ma il calcio si relaziona da sempre a passioni profonde e interessi, economici e non solo.

Come ha fatto il calcio a “uscire dal campo” per diventare oggetto di studio accademico?
Il calcio coinvolge, fa discutere i tifosi e i media. Lo fa da sempre: il nostro seminario si concentra su un periodo storico senza pay tv e offerte mediatiche onnipervasive, ma anche mezzo secolo fa i giornali dedicavano paginate intere al calcio. Una passione che agglutina sempre più persone. È normale che anche gli studiosi lo analizzino.

Nelle università italiane iniziano a essere avviati corsi di storia dello sport, come mai?
La storia dello sport dà un’angolatura maggiore alla storia italiana. Lo sport prende più spazio e piede nelle dinamiche sociali, diventa un importante polo d’aggregazione per la società. Bisogna farci i conti, prescindendo dal mero risultato cronachistico. Il calcio, proprio negli anni Settanta e Ottanta conosce una nuova forma di socializzazione, con la nascita dei gruppi ultrà. Una nuova forma di sociabilità tutta da studiare.

Il seminario sarà dedicato alla provincia pallonara, una realtà particolare?
Negli anni Settanta e Ottanta le cosiddette provinciali riescono a raggiungere risultati incredibili. Gli scudetti del Cagliari nel 1970 e del Verona nel 1985, per fare due esempi conclamati. Ma anche il secondo posto del Lanerossi Vicenza, l’Avellino e il Pescara. Il calcio è una forma di vita sociale, non solo sportiva, e la provincia è un osservatorio di notevole rilevanza. Lo scopo del convengo è superare la mera cronaca sportiva: ci interessa ricollegare fenomeni sociali e politici nel contesto di quel ventennio. Un periodo molto vivo e ricco di sfumature. Sono i decenni ormai considerati uno spartiacque tra il “lungo 68” – un momento politico, contestativo a cui si aggiunse la stagione del terrorismo - e gli anni del cosiddetto “riflusso”. Lo scopo del seminario è provare a capire come queste dinamiche abbiano interessato la vita di provincia.

La provincia è un osservatorio privilegiato che rischia di scomparire?
L’attualità calcistica ci offre uno spunto curioso in tal senso. L’uomo più ricco del calcio italiano è il proprietario del Como, appena promosso in Serie A. Una squadra “provinciale”, che non ha mai fatto parte dell’élite del calcio. Sarà interessante vedere se questa proprietà straniera sarà in grado a riportarci a quegli anni. Sicuramente potrà essere un spunto per la discussione nell’arco della giornata di seminario.