La salute non aspetta: il panel alla 23esima edizione di Salute Direzione Nord
La 23esima edizione di Salute Direzione Nord al Belvedere di Palazzo Lombardia: i protagonisti del panel "La salute non aspetta"
La salute non aspetta: il panel alla 23esima edizione di Salute Direzione Nord
Il Settore Healthcare sta affrontando sfide cruciali che includono il miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari, la riduzione delle liste d’attesa e l’ottimizzazione delle risorse disponibili. È fondamentale implementare strategie efficaci per garantire che tutti i pazienti ricevano le cure necessarie in tempi ragionevoli. Questo richiede un miglior coordinamento tra le diverse strutture sanitarie, l’adozione di nuove tecnologie e processi operativi – tra cui la telemedicina –, nonché un’allocazione più efficiente del personale e delle attrezzature. L’investimento nella formazione del personale sanitario è un altro aspetto cruciale per migliorare i servizi offerti. Infine, la sinergia tra enti pubblici e privati può favorire lo sviluppo di soluzioni innovative per migliorare la qualità e l’accessibilità dei servizi sanitari.
SDN, il panel “La salute non aspetta”
Di questo si è parlato durante il panel “La salute non aspetta”, nell’ambito della 23esima edizione di Salute Direzione Nord, evento promosso dalla Fondazione Stelline e organizzato da Inrete. La manifestazione, tenutasi il 24 giugno presso il 39esimo piano, al Belvedere di Palazzo Lombardia, ha goduto del patronato di Regione Lombardia e del patrocinio del Comune di Milano. Ed ha visto la partecipazione di oltre 60 relatori, tra i quali i ministri Orazio Schillaci, Andrea Abodi, Giuseppe Valditara, Alessandra Locatelli, il governatore lombardo Attilio Fontana, il presidente di Aifa Robert Nasticò.
Protagonisti del panel “La salute non aspetta” sono stati Simona Loizzo Commissione XII Affari sociali, Camera dei Deputati, Matteo Stocco Direttore Generale Policlinico Milano, Battistina Castiglioni Direttore SC Cardiologia 2 Varese e Direttore Dipartimento cardiotoracovascolare, ASST Sette Laghi, Cristina Romano Responsabile di S.S.D. di Diabetologia dell’AO Ospedale di Circolo Fondazione Macchi, Varese, Rossana Boldi già Vice Presidente XII Commissione (Affari Sociali) Camera dei Deputati, Massimo Barberio Head of Government Affairs & HealthEconomics GE HealthCare Italy, Massimiliano Bindi Amministratore Delegato Abbott Italia, Francesca Cerruti CEO ab medica, Martina Ortillo Avvocato, Manager del dipartimento Data Protection e Cybersecurity di Rödl & Partner.
Loizzo: “Più territorio, sanità di prossimità, medicina di precisione”
Simona Loizzo ha così sintetizzato l’impegno che vede protagonista il governo sulla strada del miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari: “Più territorio, più sanità di prossimità, più medicina di precisione con reclutamento da remoto”. Avanti con le terapie digitali. Ed anche alcuni monitoraggi, come quelli oncologici, “possono essere compiuti da remoto”. Una ulteriore sfida è quella di individuare “sistemi di premialità per reperire nuove risorse e smaltire le liste d’attesa, con l’uso delle ore a disposizione degli specializzandi”. L’altro fronte è quello del miglioramento dei Cup regionali, “spesso affidati a società di servizi non sufficientemente controllate”.
Castiglioni: “Servono piattaforme user friendly per paziente e operatori”
Battistina Castiglioni ha portato al centro le tematiche della medicina cardiovascolare: “Le malattie cardiovascolari costituiscono il primo fattore di mortalità, serve una mappatura dei bisogni, ma anche percorsi di presa in carico effettiva, dalla prestazione al follow up, utilizzando una logica di valore. Senza condivisione dei dati, diviene difficile gestire la cronicità”. Cosa serve? “Piattaforme user friendly per il paziente ma anche per gli operatori”. Il telemonitoraggio è una risorsa importante perchè “serve a ridurre la distanza con il paziente, ma anche gli accessi al pronto soccorso, potenziando la medicina di prossimità”.
Barberio: “L’industria migliora i servizi se ha nel dna l’innovazione tecnologica e organizzativa”
Per Massimo Barberio l’industria sanitaria può contribuire a migliorare i servizi “se ha nel dna l’innovazione tecnologica, ma anche l’innovazione amministrativa. La digitalizzazione dei dati resta comunque un fattore fondamentale che ha ad oggi ancora un grande potenziale inespresso: negli ospedali viene infatti usato meno del 3 per cento dei dati disponibili. Una loro integrazione consentirebbe invece più affidabili previsioni di risposta terapeutica ed un miglioramento dell’attività diagnostica”. Per Barberio “l’innovazione organizzativa è anche ottimizzare le procedure”. L’innovazione è infine anche ecosostenibilità: “Ad oggi le tecnologie ospedaliere incidono in modo molto impattante sulle emissioni di gas serra nell’atmosfera”. Un trend da invertire.
Stocco: “Mentalità da cambiare a livello organizzativo”
Per Matteo Stocco una nuova organizzazione della sanità deve andare sempre più nella direzione del paziente: “La tecnologia in telemedicina risponde ad un bisogno del paziente. Ed esiste già. Ma si scontra quotidianamente con l’organizzazione, che è rimasta indietro. C’è una mentalità da cambiare”. Il metodo non può tuttavia essere quello dell’unanimità: “L’innovazione si trova in quei reparti che sono orientati in tal senso, magari con pratiche sperimentali”. Stocco è favorevole all’estensione dell’uso in telemedicina dell’Ecg. Quali altri possibili sviluppi futuri? “Strumentazione a casa per i monitoraggi e sfrutture appieno le farmacie”. Ed ancora: “Interventi a distanza grazie alla robotica. Il possibile contributo dell’Intelligenza artificiale? Ad esempio nel triage o per la diagnosi per piastre di culture batteriche”.
Cerruti: “Pubblico-privato? Non semplici partner ma fornitori di soluzioni”
Francesca Cerruti si è soffermata sull’importanza del dialogo tra pubblico e privato: “Non ci consideriamo semplicemente partner, ma fornitori di soluzioni e di risposte a bisogni. Da 15 anni siamo impegnati sul fronte della telemedicina e vogliamo proporre soluzioni personalizzate, dalla presa in carico sul territorio alla riabilitazione post intervento”
Boldi: “Telemedicina non solo per le cronicità, ma anche per acuti e post-acuti”
Secondo Rossana Boldi, se c’è da trovare un lato positivo per la pandemia Covid, questo potrebbe essere proprio la “scoperta” della telemedicina. Ma ancora oggi ci sono “quindici milioni di cittadini che vivono in aree marginali e hanno difficoltà a raggiungere gli ospedali. La telemedicina è equità nell’accesso alle terapie. Ma certo va a cambiare il rapporto tra medico e paziente, spesso per gli anziani. Che devono poter avere accesso ad un sistema informatico di facile utilizzo e contare su punti di riferimento come le farmacie. Serve tanta formazione sia per i pazienti che per i medici”. Con l’obiettivo ancora più ambizioso di impiegare diffusamente la telemedicina “non solo per le cronicità ma anche per gli acuti ed i post-acuti”
Romano: “Il diabetico è un paziente rock”
Cristina Romano si occupa di diabete: “Il diabetico è un paziente rock. E’ abituato alla tecnologia, ai social, alle App. Perchè è una persona responsabilizzata rispetto alla cura di sè. In Lombardia il telemonitoraggio del diabete è già realtà, dai tempi del Covid. Con l’utilizzo di device anche per la prevenzione del diabate ditipo 2?
Bindi: “Tecnologia, serve adottare un approccio olistico”
Massimiliano Bindi, ancora sul diabete e le implementazioni tecnologiche: “Serve adottare una valutazione olistica. Chi dice che la tecnologia impatta sulla sostenibilità è miope rispetto all’impatto globale. Altrettanto importante è l’integrazione dei database per la digitalizzazione dei sistemi”.
Ortillo: “Telemedicina, per una tecnologia con privacy by design e by default”
Infine, Martina Ortillo sul delicato tema del rapporto tra telemedicina e sicurezza dei dati: “La privacy diviene in realtà il sigillo di garanza: il paziente deve sapere di utilizzare le tecnologie in piena fiducia. Le aziende si devono responsabilizzare per offrire tecnologie di telemedicina che abbiano una privacy by design e by default”. Secondo Ortillo, l’AI Act dell’Unione europea “porterà una grande spinta anche nella medicina rispetto all’etica nei confronti dei pazienti”. Tema cybersicurezza: “Le piattaforme devono essere dotate di adeguate misure per azzerare i rischi di perdita del dato. Del resto, il mancato adempimento porta le imprese a sanzioni molto elevate”.