Violenze sessuali di gruppo su minori: la "psicosetta delle bestie" a processo
Prove e testimonianze: alcune deposizioni dipingono un quadro di schiavitù. Il processo si svolgerà a porte chiuse
"Psicosetta delle bestie": processo a porte chiuse
Si svolgera' interamente a porte chiuse il processo alla cosiddetta "psicosetta delle bestie", il gruppo accusato di violenze sessuali aggravate e di gruppo commesse anche ai danni di minori di 10 anni, oltre che riduzione in schiavitu' e associazione a delinquere. Lo ha deciso la corte d'Assise di Novara, presieduta da Gianfranco Pezone, accogliendo la richiesta delle difese di alcuni degli imputati: alla base della decisione motivazioni di "buoncostume", a causa della scabrosita' dei fatti. Si svolgera' quindi senza la presenza del pubblico il dibattimento che dovra' accertare le responsabilita' delle 26 persone a vario titolo imputate, che secondo l'accusa per oltre 30 anni avrebbe operato tra Piemonte e Lombardia con base operativa nei boschi vicino a Cerano, in provincia di attirando in un vortice di incontri sessuali ammantati di magia e spiritismo.
Dal processo avviato oggi a Novara e' escluso il personaggio chiave della vicenda, il presunto capo della setta, il 78enne Gianni Guidi, detto il "dottore" o il "pontefice": una perizia ha sancito la sua incapacita' di stare in giudizio e di affrontare il dibattimento. Oggi, in aula, una parte dell'udienza e' stata dedicata alla costituzione delle parti civili: ammesse 5 delle ragazze vittime della setta e una associazione, il Cesap di Milano. Non e' stata invece ammessa la costituzione di altre due associazioni, la Casa di accoglienza donne maltrattate di Milano e "Mai piu' sole" di Cuneo.
La “setta delle bestie” va a processo: prima udienza a Novara
Si è aperto dunque oggi, venerdì 24 febbraio, alla Corte di Assise di Novara il processo che coinvolge, tra imputati e vittime, protagonisti milanesi e lombardi delle cosiddette “setta del sesso” o “setta delle bestie”. Una delle pagine più cruente della cronaca nera lombarda. Secondo l’accusa, la setta, una delle maggiori associazioni segrete italiane, circuiva giovani e giovanissime donne, anche dell’età di dieci anni, per poi sottoporle a continue violenze sessuali.
Gianni Maria Guidi, il presunto guru della setta
Gianni Maia Guidi, il presunto guru, secondo l’accusa, sarebbe stato a capo della setta. Che organizzava i violenti rituali in una cascina del Novarese, dispersa tra i boschi in modo da ostacolare la fuga delle vittime.
Prove e testimonianze: alcune deposizioni dipingono un quadro di schiavitù
Le prove e le testimonianze sono discordanti. Da un lato, numerose collaboratrici dell’80enne Guidi hanno parlato di incontri regolari. Nessuna violenza, solo corsi di danza. Dall’altro lato, le deposizioni di altre presunte vittime parlano di soldi versati all’ex erborista per avere ruoli da protagoniste nella setta. Le ragazze avrebbero lasciato così le loro famiglie e avrebbero vissuto sotto il giogo di Guidi.