La striscia di Gaza divide il Pd. Chi sta con Israele e contro il “genocidio”
Il conflitto israelo-palestinese si ripercuote anche sul Partito democratico milanese. I dem sono spaccati su Gaza. Tutte le posizioni
La striscia di Gaza divide il Pd. Chi sta con Israele e contro il “genocidio”
Dalla Terrasanta a Palazzo Marino, la guerra tra Israele e Palestina diventa un caso anche per il Pd milanese. La Striscia di Gaza ha diviso i dem. La rottura è definitivamente esplosa con la fuoriuscita dal Pd del consigliere comunale Daniele Nahum, passato ai Riformisti perché in profondo dissenso e disagio con la posizione tenuta sulla politica estera e in particolare su Israele dopo la strage del 7 ottobre. Un 'terremoto' ampiamente atteso: da tempo dentro il Partito democratico esiste una divergenza di fondo sulla madre di tutte le questioni geopolitiche.
Pd e conflitto a Gaza: la posizione ufficiale e le polemiche interne
La posizione ufficiale del partito, ribadito da Filippo Barberis, capogruppo a Palazzo Marino, cerca un equilibrio: “sul tema genocidio né il partito milanese né il gruppo consiliare milanese né il partito nazionale né i gruppi parlamentari hanno mai usato questo termine”. Questo equilibrio, però, da tempo era precario. Seppure a livello personale, non sono pochi gli esponenti dem che si sono discostati dalla linea di equidistanza del partito, dichiarando apertamente la propria vicinanza alla causa palestinese e accusando la condotta israeliana.
Una prima polemica interna è arrivata dalla partecipazione di Lorenzo Pacini, assessore dem al Municipio 1, alla manifestazione pro Palestina in via Padova, lo scorso 27 gennaio (salita alla ribalta nazionale per lo scambio di battute tra la 94enne manifestante Franca Caffa e un agente di polizia che ha dichiarato “Mattarella non è il mio Presidente”).
Il controverso convegno "Colonialismo & Apartheid in Palestina"
Le frange che si discostano dalla linea ufficiale del partito non sono poche. "Colonialismo & Apartheid in Palestina. Una lunga storia di occupazione illegale e Resistenza" è il titolo di un convegno organizzato dai giovani democratici di Milano del Municipio 1 (quello in cui è attivo Lorenzo Pacini) lo scorso febbraio. L’iniziativa avrebbe dovuto coinvolgere vari esponenti del mondo della cultura milanese, tra cui l’attore e regista Moni Ovadia e Francesca Albanese, relatrice all’Onu per il territorio palestinese occupato.
Dopo una nota ufficiale con richieste di chiarimento da parte di Daniele Nauhm, l’evento è stato spostato in una sede non del Pd. Le tensioni dentro il partito però restano. Lo dimostra il consigliere comunale Michele Albiani che ha commentato al Foglio l’uscita di Nahum: “Dispiace che Nahum abbia scelto di lasciare il Pd, ma non accetto che ci vengano mosse accuse di favorire o fiancheggiare qualunque sorta di antisemitismo. Il pogrom del 7 ottobre non giustifica le decine di migliaia di morti per bombe, fame e malattie in una popolazione rinchiusa in un perimetro senza vie d’uscita. Il ‘sospetto’ di genocidio è sotto gli occhi di tutti”.
Haraigue: “A Gaza è un genocidio e sarà deportazione”
Un’apologia ripresa anche nella Lettere aperta scritta da Alessandro Capelli, Segretario Pd Milano Metropolitano: “Israele e Palestina. Cessate il fuoco. Pace e diritti per entrambi i popoli. Sempre contro antisemitismo e islamofobia”. Della stessa linea è anche Nadira Haraigue, membro della segreteria lombarda Pd, che sulla pagina Facebook ha una riedizione di Guernica, il celebre quadro di Picasso, coi colori della bandiera palestinese. La parola genocidio ricorre e il suo uso è difeso: “A Gaza è un genocidio e sarà deportazione”, ha scritto Haraigue il 31 dicembre. “E no, non straparlo di genocidio, lo è. Al di là dei tecnicismi disumani”.
Le prese di posizione di Nahum e Cenati
L’abbandono di Nahum segue di una decina di giorni quella di Roberto Cenati, presidente dell’Anpi milanese, dimessosi in polemica coi vertici nazionali dell’associazione partigiani proprio in riferimento al termine genocidio, utilizzato tra le parole d’ordine della grande manifestazione a Roma del 9 marzo scorso per chiedere il cessate il fuoco a Gaza. Una situazione che inizia a preoccupare anche i vertici dem.
Tra i vari esponenti del Pd (da Piero Fassino a Roberta Pinotti) che in questi giorni hanno scritto messaggi di vicinanza a Nahum, ci sono anche gli esponenti milanesi Emanuale Fiano e Lia Quartapelle. La deputata milanese ha lanciato a Milano il Manifesto di Sinistra per Israele 'Dal 7 ottobre alla pace'.. Il Pd ha bisogno di ritrovare la pace interna o il manifesto rischia di rimanere lettera morta.