Lega, avvertimenti dalla Lombardia profonda: "Basta con Salvini"

Dopo il Mattarella Bis e l'esito delle elezioni comunali a Milano e Varese, crescono i malumori in seno alla Lega e c'è chi pensa a un dopo Salvini

di Fabio Massa
Milano
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Lega, avvertimenti per Salvini: a Varese inizia la fronda

 Piccoli segnali, o segnali deboli. Chiamateli come volete, ma ci sono. Scricchiolii, che però quando arrivano da Varese, per la Lega, sono sempre da prendere in attenta considerazione. L'elezione del tredicesimo capo dello Stato con la conferma di Sergio Mattarella sta squassando i partiti. Ognuno per la sua parte di guai. Ma in Lombardia le conseguenze sono palpabili. La tensione con Fratelli d'Italia è alta, e questo avrà riverberi in consiglio regionale, che torna a riunirsi tra pochi giorni. Non è escluso che possano verificarsi defaillance della maggioranza. Anche perché pure la Lega ha i suoi demoni interni. "Ad oggi non esiste una alternativa a Matteo Salvini, che ci ha portati così in alto", raccontano fonti leghiste. Ma è anche vero che dopo la debacle di Milano, la sconfitta di Varese e la gestione della partita del Quirinale, inizia a levarsi qualche voce critica. Da Varese, appunto, la città di Giancarlo Giorgetti e Umberto Bossi, si leva la voce di Carlo Piatti.

Il Mattarella bis incrina i rapporti nella Lega

Chi è Carlo Piatti? Già segretario cittadino cinque anni fa, vicecapogruppo in comune nel 2020, Piatti è una voce ascoltatissima in città, e riposta un pensiero proprio di Matteo Salvini, datato 29 gennaio 2015: "Il catto-comunista Mattarella presidente? Fondatore dell’Ulivo, vice di D’Alema, ministro con De Mita. È giudice di quella Corte costituzionale che ha fregato agli italiani il referendum per cancellare la Legge Fornero. Alla faccia del “nuovo”… Se Berlusconi e i suoi lo votano, cosa diranno ai loro elettori? Mattarella non è il mio presidente".

Il commento è tranchant: "Dopo questo ennesimo grande «successo» politico non è ora di mettere la parola fine?. Fiero di essere della Lega Nord-Lega Lombarda e di non avere nulla a che spartire con costui". Commenta uno dei giorgettiani doc di Varese, che vuole rimanere anonimo: "E' una voce piccola, di una città piccola. Ma è proprio dalle scintille che nasce un grande fuoco". Di certo adesso la sfida è quella delle Regionali, e la Lombardia dovrebbe essere in cima ai pensieri di Matteo Salvini. Perché la Regione più colpita dal Covid è anche tornata contendibile. E una sconfitta nella sua regione sarebbe un colpo mortale per il segretario.

fabio.massa@affaritaliani.it