Lista Civica Nazionale: "Dopo elezioni incontro per ripartire dalle macerie"

Falasca: "Vogliamo riportare alla politica nazionale tanti protagonisti delle amministrazioni locali"

di Fabio Massa
Piercamillo Falasca
Milano
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Lista Civica Nazionale: "Dopo elezioni incontro per ripartire dalle macerie"

L'idea è quella di un incontro, a Milano o a Roma, per ricostruire tutto. Piercamillo Falasca è il coordinatore nazionale di Italia C'è - Lista Civica Nazionale. Avrebbe dovuto essere il collante del centrosinistra, un campo larghissimo "che comprendeva la maggioranza della fiducia a Draghi del 20 luglio - spiega Falasca ad Affaritaliani.it Milano - Ma purtroppo non è andata così".

Partiamo da quel che è successo. Ognuno per sè e Dio per tutti.

In effetti i partiti non hanno dato credito e valore né alle loro espressioni locali, né ai loro amministratori né al civismo più allargato. E la cosa si nota. Le candidature sono state calate dall'alto, con distanza siderali tra leadership politiche e popolo. Dopo il voto ci sarà una seria ripartenza delle istanze territoriali che  saranno decisive per la ricostruzione politica del centro e sinistra.

Prima di parlare di ricostruzione, quali sono le previsioni sull'esito delle politiche?

Tranne la caduta di un asteroide, nei prossimi 11 giorni non vedo cose eclatanti che possano modificare il quadro. Ci sarà una vittoria netta della destra a guida Meloni che in parte pesca nel non voto, in parte ha rubato voti che in passato sono andati anche al Movimento 5 Stelle, e in parte dai propri alleati, ma comunque si presenta con numeri schiaccianti. Insieme agli alleati avranno una maggioranza decisiva. Che non sia il 50 per cento poco importa, perché l'algoritmo del Rosatellum li trasformerà in una maggioranza più che solida. L'unica incognita è quale sarà l'emorragia di voti che dal centrosinistra tradizionale andrà a vantaggio da un lato del M5S e dall'altro lato di Azione e Italia Viva.

E il Partito Democratico?

La previsione di una vittoria netta della destra ha depotenziato l'appello al voto utile, che era la leva con la quale Letta cercava di operare. C'è addirittura chi dice che votare a sinistra è tutto uguale, perché si tratta di forze che animeranno l'opposizione. E a me pare che sia il centrosinistra che Terzo Polo che M5S si stiano agitando per fare la meglio opposizione, rinunciando ad essere una vera alternativa alla destra. L'errore storico di Letta è di aver rinunciato alla coalizione della fiducia del 20 luglio al Governo Draghi. Quella era la coalizione.

E invece?

Invece dal primo minuto Letta ha smontato questa opzione, prima di tutto mettendo fuori gioco Renzi, intorno a cui anche Calenda ha cominciato a ballare, alla fine decidendo di andare con l'ex premier. Dall'altra parte Letta ha aperto la coalizione a Fratoianni e Bonelli senza chiedere loro una condivisione dell'agenda Draghi. Archiviata l'agenda Draghi non c'è stata più una polarizzazione. L'area alternativa alla destra si è frantumata. Poi, con il taglio dei parlamentari e la previsione della sconfitta le candidature sono state essenzialmente di difesa dello status quo. Sono state candidature tese a garantire la sopravvivenza parlamentare delle classi dirigenti delle formazioni politiche. E sono state tenuti fuori tutti i possibili arricchimenti. Inclusi noi.

E quindi che cosa volete fare adesso?

Prima di tutto vogliamo riportare alla politica nazionale tanti protagonisti delle amministrazioni locali, dell'associazionismo, del mondo civico, che sono stati totalmente tenuti fuori dalla dinamica delle candidature. Offrendo la possibilità di un nuovo protagonismo di un'area politica che va totalmente rifondata. Poi dobbiamo anteporre il pragmatismo, il buongoverno e la buona amministrazione all'approccio troppo ideologico e retorico che stiamo vedendo in questa campagna elettorale. Siamo tornati a parlare di fascisti contro comunisti! Ma questo non ha nulla a che vedere con la risoluzione concreta dei problemi e dell'Italia.

Insomma, una pax augustea tra Renzi, Calenda, Letta e Conte?

Al di là delle persone, noi avremmo voluto una coalizione ampia. Se questo non è stato possibile, la responsabilità è delle attuali classi dirigenti che sembrano più interessate a farsi la guerra tra loro anziché offrire una proposta seria di governo. La proposta seria di governo c'era, ed era il governo in carica. E tutti hanno fatto a gara per archiviarlo. Ma dobbiamo andare oltre. Per questo a fine ottobre faremo una iniziativa di ripartenza, a Milano o a Roma. E coinvolgeremo tutti, per cercare di ricostruire.

fabio.massa@affaritaliani.it