Loggia Ungheria, pm insiste con rinvio a giudizio di Amara
La Procura di Milano richiede il rinvio a giudizio per Amara e Calafiore. E quella di Brescia vuole l’archiviazione della calunnia
Loggia Ungheria, pm insiste con rinvio a giudizio di Amara
La Procura di Milano ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per Piero Amara e Giuseppe Calafiore, imputati, a vario titolo, per calunnia e autocalunnia sulla presunta esistenza della Loggia Ungheria di cui avrebbero fatto i nominativi di 65 associati, tra cui alti funzionari dello Stato, magistrati, vertici delle forze dell'ordine e politici. Per i pm Stefano Civardi e Roberta Amadeo risulta necessario il "vaglio dibattimentale" per valutare le "prove dichiarative" relative a quanto sostenuto da Amara che per primo in una serie di interrogatori resi ad altri pm milanesi tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020 avrebbe "accusato falsamente se' stesso e altre persone" di far parte della fantomatica organizzazione segreta. In precedenza nell'udienza davanti al gup Guido Salvini Amara ha preso la parola con delle dichiarazioni spontanee in cui ha sostenuto di aver fornito "spunti credibili" per un'indagine che sarebbe stata "abortita" dopo l'esplosione del caso sulla stampa per la consegna dei verbali del pm Paolo Storari all'allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo. E ancora che dopo il trasferimento dell'inchiesta da Milano a Perugia "tutti sapevano tutto e non e' stato possibile indagare". L'udienza riprendera' il prossimo 21 novembre.
Brescia, chiesta l’archiviazione della calunnia contestata ad Amara
Tutto questo, fa notare Luigi Ferrarella sul “Corriere della Sera”, mentre la Procura di Brescia a sorpresa chiede l’archiviazione della calunnia contestata ad Amara nei confronti del magistrato Claudio Galoppi: l’ex componente del Consiglio superiore della magistratura, uno dei leader della corrente Magistratura Indipendente, già consigliere della presidente del Senato Elisabetta Casellati, è da poco ritornato in servizio in Corte d’Appello a Milano, ed ecco perché è Brescia a occuparsene come parte offesa della possibile calunnia.