Lombardia, Alparone (FdI): "Il consenso diverrà capacità di governo"
Alparone è candidato a Milano per Fratelli d'Italia: "Fontana sa unire, il nostro partito si farà trovare pronto. Lombardia volano per il Paese". L'intervista
Lombardia, Alparone (FdI): "Il consenso diverrà capacità di governo"
"Sicuramente avremo un peso, questa è la democrazia. Ma dal 14 febbraio bisognerà avere la capacità di trasformare tutto questo consenso in capacità di governo e programmazione". Marco Alparone, consigliere regionale e sottosegretario al Pirellone alla Delegazione di Bruxelles e al sistema dei controlli, è candidato alle regionali nella lista di Fratelli d’Italia di Milano e provincia. Farmacista e sindaco di Paderno Dugnano per due mandati, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano si dice convinto che il presidente Attilio Fontana, se rieletto, saprà costruire la giunta anche alla luce di quelli che saranno i risultati elettorali e quindi i nuovi equilibri nella maggioranza.
Alparone, Fontana è l'uomo giusto per mediare?
Ero in Anci con Fontana quando era sindaco. Una delle sue caratteristiche positive è quella di unire, non ha la cultura del protagonismo e non mette al centro sé stesso ma la Lombardia e la squadra. Sul post-voto sono molto sereno, perché Fontana non ha mai diviso nessuno, nemmeno quando abbiamo avuto in giunta momenti in cui qualcuno è stato più protagonista. Interpreta molto bene quel concetto del 'noi' e non dell'io.
Fdi è pronta a guidare una Regione come la Lombardia, dove sono nati sia la Lega sia Forza Italia?
Il tema è quello della responsabilità, che io sto trasferendo un po' a tutti perché figlio della mia storia. Se gli elettori ci confermeranno quel consenso che avvertiamo dovremmo farci trovare pronti. E questo è importante per la Lombardia, per l'Italia ma anche per Giorgia Meloni. Questa Regione può essere il volano di crescita per tutto il Paese.
Da sottosegretario con delega ai rapporti europei, non crede che le scelte dell'Ue finiscano troppo spesso per penalizzare la Lombardia?
Costruire un'Europa vuol dire valorizzare ogni singolo Stato e le sue Regioni, partendo dal basso. Ai rappresentanti di altre Regione abbiamo sempre ribadito che se il fratello maggiore diventa più forte, accompagna anche quelli più piccoli. Ma non sempre le risposte dell'Ue sono state puntuali e in linea con i nostri bisogni. La Lombardia, però, rimane centrale nel sistema Europa. Qualsiasi progetto che è arrivato in questi anni a Bruxelles ha visto le nostre imprese o i nostri istituti di ricerca in prima linea.
Diventano fondamentali in quest'ottica anche le europee del 2024.
Stiamo costruendo un progetto politico, che è quello dei conservatori, che dialoga con il Ppe. Anche in Ue si può formare un asse del centrodestra che metta al centro la capacità di essere un'Europa unita e non solo un insieme di Paesi che subiscono l'influenza franco-tedesca. Per esempio la questione dell'indicazione di provenienza di un prodotto non è una battaglia di difesa geografica. Quella dicitura è indice di qualità e racconta la storia di quel prodotto.
Si è parlato molto di sanità ma qual è la priorità?
Partiamo da quello che siamo, ossia una sanità ospedaliera riconosciuta da tutto il mondo, con quasi 200mila persone che ogni anno vengono qui a curarsi. Sappiamo di dover investire nella prossimità che non è soltanto fisica. La digitalizzazione, per esempio, può essere un modo per avvicinarsi ai pazienti senza sostituire l'uomo. E serve un'agenda unica per ridurre le liste d'attesa. Non si può pensare di distruggere quello che c'è, ma al massimo implementare quello che non c'è. E lavorare su quello che io definisco l'ultimo miglio 'ospedale-territorio'.
Come si possono coinvolgere ancora di più le farmacie?
Con un dialogo sempre più stretto con le Case di comunità e la medicina di famiglia. Le croci verdi delle farmacie sono rimaste sempre accese in questi anni così difficili. E arrivano ovunque, anche nei Comuni più piccoli.
Da ex sindaco dell'hinterland, quanto incidono alcune misure del Comune di Milano come Area B?
Approcci diversi per obiettivi comuni. Il tema della mobilità è di tutti, non solo di qualcuno. Si può fare alla maniera sbagliata del sindaco Giuseppe Sala, che è quella dei divieti che creano solo disservizi. Oppure si possono fare degli investimenti e questa è la risposta. Serve una mobilità che permetta a tutti i pendolari di potersi muovere con mezzi differenti. Per farlo occorre lavorare sul trasporto pubblico metropolitano e creare nodi di interscambio con il sistema ferroviario.
Gli sfidanti di Fontana attaccano sul servizio ferroviario regionale.
Abbiamo una rete ferroviaria che non è più sufficiente per rispondere alla domanda che c'è e questo vuol dire che le persone hanno voglia di muoversi con il trasporto pubblico locale. Dobbiamo investire molto specie sui nodi di interscambio. Gli investimenti vanno fatti insieme a Ferrovie dello Stato che è molto indietro rispetto a Trenord. Serve più puntualità e sicurezza e lavorare sulle infrastrutture.