Lombardia, boom di manager donne. Pavia in testa

Nella Città metropolitana di Milano il numero di donne manager è cresciuto dell’11.7% dal 2020 al 2021. La provincia più virtuosa è Pavia

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Lombardia, boom di manager donne. Pavia in testa

Anche se siamo ancora distanti dalla parità di genere in ambito lavorativo, si fanno passi in avanti che vanno sottolineati. In Lombardia, in particolare, il numero complessivo di manager cresce del 4,2,%: sono 53.078, uomini e donne, secondo quanto sottolineato nel rapporto di Manageritalia, presentato durante l’assemblea lombarda dell’associazione e riportato da il Giorno. Nella Città metropolitana di Milano il numero di donne manager è cresciuto dell’11.7% dal 2020 al 2021, con un trend che è proseguito anche l’anno scorso (+11%). La quota femminile, però, si attesta ancora a bassi livelli: il 23,2% del totale a Milano, dove le dirigenti sono circa 10mila su un totale di oltre 41mila manager, rispetto a una media lombarda del 22,5% e a una media nazionale del 20,5%. Il fanalino di coda è Sondrio, dove solo l’11,9% dei manager è di sesso femminile. La provincia più virtuosa è Pavia, con un 35,6% di donne in ruoli dirigenziali. 

Lombardia, le donne sono spinte dal ricambio generazionale

L’avanzata delle donne dirigenti determina un loro maggior peso nelle coorti di dirigenti più giovani (39% tra gli under 35 e 31% tra gli under 40) rispetto al totale (20,5%) e tra i quadri, che sono i candidati alla dirigenza. È quindi evidente che le donne sono spinte dal ricambio generazionale, che vede uscire soprattutto manager uomini in fasce d’età più elevate ed entrare più donne in quelle più giovani. "La crescita dei dirigenti guidata dalle donne è – dice Mario Mantovani presidente Manageritalia – un doppio segnale positivo per il nostro Paese perché evidenzia come le imprese e gli imprenditori abbiano capito che per competere ci vuole più managerialità e che questa deve e può essere anche femminile. Un viatico positivo per colmare un doppio gap della nostra economia, la scarsa competitività di troppe imprese prive di manager esterni e la limitata presenza di donne ai vertici".