Fabrizio Sala (neo portavoce FI in Lombardia): boom di adesioni

Fabrizio Sala ad Affaritaliani.it Milano: "Il partito adesso si sta strutturando e questo è un esercizio che non facevamo in epoca Berlusconi"

Nicolò Rubeis
Fabrizio Sala
Milano

Lombardia, Fabrizio Sala (neo portavoce FI): boom di adesioni

Il deputato Fabrizio Sala è il nuovo portavoce di Forza Italia in Lombardia. Una nomina che arriva alla vigilia dei congressi del partito che porteranno al rinnovo di tutti i coordinatori provinciali della Regione: "Darò una mano e sarò più presente anche in Lombardia sotto l'aspetto della comunicazione" commenta in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. Un ruolo che valorizzerà a tutti i livelli la sua azione, dalla Camera fino alle questioni più locali. Non a caso Sala ha aperto la sua segreteria politica in centro a Monza. Un ufficio in piazza San Paolo per mantenere vivo il contatto con il territorio nonostante l'impegno nazionale: "In Lombardia c'è stato un boom di adesioni. Il partito adesso si sta strutturando e questo è un esercizio che non facevamo in epoca Berlusconi".

Sala, più comunicazione vuol dire più protagonismo a livello locale?
Ho sempre fatto l'amministratore locale in Lombardia e sono stato per oltre dieci anni il coordinatore provinciale di Forza Italia in Brianza. Alla Camera le dinamiche politiche sono diverse. Scendo a Roma due-tre giorni alla settimana, ma nell'immaginario della gente si pensa che io sia via sette giorni su sette. L'ufficio a Monza servirà proprio a tenere sempre acceso il contatto. A livello comunicativo su tv e giornali, invece, finora mi sono occupato della parte nazionale, specie del mio lavoro nelle commissioni Finanze e per l'attuazione del federalismo fiscale. Ora avrò a disposizione un focus territoriale anche su le cose che succedono a livello comunale e regionale.

Stanno per partire i congressi provinciali di Forza Italia. Cominciamo dai nodi da sciogliere in Brianza...
Dopo oltre 10 anni nella segreteria provinciale non volevo candidarmi anche a questo congresso, nonostante in molti si aspettino una mia candidatura. In questi giorni sto lavorando per una candidatura unitaria al congresso provinciale. Che, però, ancora non c'è.

Nelle altre province, invece, si va per la continuità con quasi tutte liste unitarie.
Intanto dobbiamo sottolineare il boom di adesioni in Forza Italia che c'è stato in Lombardia. La vera prova che dobbiamo affrontare è quella dell'inclusione. E il tema, ovviamente, rimane sempre il passaggio da un partito con un leader forte come Silvio Berlusconi a uno che adesso ha bisogno di strutturarsi. Antonio Tajani va ringraziato: oggi risulta come la persona in grado di fare la sintesi tra tutti e non era scontato. In Lombardia, invece, siamo sempre stati il partito del fare e della gente che fa. La nostra comunicazione viaggerà anche su quel mondo produttivo che incarna la nostra linea politica, ossia le aziende, le partite iva e i lavoratori che grazie al loro impegno generano ricchezza ogni giorno per loro e per lo Stato.

Le scadenze elettorali non mancano. Si parte in primavera con le amministrative. Forza Italia è soddisfatta del percorso che si sta facendo con il centrodestra?
In Brianza ci sono circa 30 Comuni al voto. Il nostro sforzo è quello di avere sempre la bandiera di Forza Italia in ogni Comune, anche in quelli più piccoli. Stiamo facendo molte alleanze con liste civiche e di centrodestra. Andiamo al rinnovo di molti Comuni in Lombardia e la percentuale di amministratori pubblici non è uguale alle percentuali politiche attuali. L'aumento di Fratelli d'Italia non ha corrisposto a un aumento di amministratori locali. In questa tornata dove si vota per eleggere tanti sindaci, la coalizione sta lavorando attentamente in modo che tutti siano rappresentati nella maniera adeguata. E io su questo sono ottimista.

Il discorso è simile sulle regionali, dove non mancano tensioni. Che Fratelli d'Italia conti di più è una logica conseguenza?
Da un lato bisogna riconosce più rappresentatività a chi ha maggiori percentuali. Dall'altro anche il partito più grande deve essere capace di creare le condizioni affinché tutti siano ben rappresentati. Le tensioni sono dovute a quello ma i leader sanno bene cosa è la rappresentatività e cosa sono le compensazioni. Ci sono le esigenze degli uscenti, perché è giusto che chi ha lavorato bene possa continuare a farlo, e quelle dettate dal momento politico. Poi, però, una quadra si trova sempre.

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