Lombardia, Ferraro: "Fontana persona giusta per la Regione"

Carmelo Ferraro, direttore dell'Ordine degli Avvocati di Milano, è candidato nella civica di Fontana alle prossime regionali: l'intervista

di Nicolò Rubeis
Carmelo Ferraro
Milano

Lombardia, Ferraro: "Fontana persona giusta per la Regione"

"Attilio Fontana è la garanzia per il mondo delle professioni perché lo conosce e ci proviene. E anche sui temi sociali ha sempre dimostrato di saper dare il proprio contributo". Carmelo Ferraro, direttore dell'Ordine degli Avvocati di Milano, presidente di 'Piattaforma Milano' e del Comitato 'MI'mpegno', correrà alle prossime regionali in Lombardia nella lista civica di Fontana. "Ho grande rispetto di Letizia Moratti e di Pierfrancesco Majorino. Ma per motivi diversi ritengo che non siano le persone giuste per governare in Lombardia".

Ferraro, partiamo da Majorino.
Un profilo come il suo non appartiene alla cultura della maggioranza dei lombardi per la sua filosofia statalista che rappresenta insieme alla sinistra. Non a caso ha fatto anche un accordo con il M5s. Politicamente è lontano dalle esigenze dei cittadini di questa Regione.

E Moratti?
Mi ha fatto specie vederla sempre con il centrodestra e poi, da un giorno all'altro, lasciare una giunta di cui aveva condiviso tutte le decisioni. Una cosa molto strana e difficile da digerire. Ad ogni modo non c'è spazio per una terza via. Al contrario, se avesse voluto, avrebbe potuto collaborare nel progetto del centrodestra.

Lei perché ha deciso di candidarsi?
Perché ritengo di avere la maturità giusta per accettare la richiesta fatta da Fontana di candidarmi al suo fianco. Il fatto che si tratti di una lista civica, poi, rende ancora più naturale il mio impegno. Una lista, tra l'altro, popolata di persone che vengono dal terzo settore, dalle associazioni, dalle professioni e dal mondo produttivo.

E perché proprio con Fontana?
Sono sempre stato vicino al centrodestra. E ritengo che Fontana sia la persona giusta per guidare la Lombardia nei prossimi cinque anni. Ha gestito una crisi pandemica fortissima, nonostante tutti i problemi che ci sono stati, e ha dimostrato, anche in passato, di essere un amministratore apprezzato sia da sindaco sia da presidente di Anci Lombardia. Non mi è piaciuto il modo in cui è stato ingiustamente maltrattato da certa 'informazione'. Tra i candidati in campo lo considero l'unico in grado di portare la Lombardia avanti.

Le sue priorità per la Lombardia?
Innanzitutto lo snellimento delle procedure e la sburocratizzazione. Il mondo delle professioni ha bisogno che le regole siano più accessibili. E poi credo che tutto il pubblico impiego sia un bene prezioso che va valorizzato, con retribuzioni adeguate. Anche qui è necessario velocizzare le procedure, visto che il processo di assunzione è molto lento. Il personale, inoltre, va formato. La Lombardia su questo è sempre stata un modello, ma si può migliorare ancora.

Pensa che le grandi città siano troppo insicure?
Intanto diciamo che questo è un tema trasversale a tutti: il cittadino che ha paura non ha partito. Se a Milano la sicurezza non è percepita vuol dire che allora non c'è. E su questo bisogna fare passi in avanti notevoli. L'Operazione Strade Sicure, per esempio, garantiva quel controllo fondamentale del territorio. Qualche divisa in più non guasterebbe. Vediamo tutti cosa succede a Milano...

Dove in alcune zone non si potrà andare a più di 30 km/h con la macchina. Cosa ne pensa?
Una roba abbastanza assurda. Bisogna trovare una via di mezzo tra le questioni ambientali e questa eccessiva caccia alle macchine che finisce per colpire anche le classi più deboli. La viabilità ha bisogno di miglioramenti ma non credo che ci si possa muovere a 30km/h.

Come risponde alle critiche che i vostri sfidanti muovono sulla sanità?
Che la sanità lombarda è un elemento virtuoso. Il sistema è stato messo molto in difficoltà dalla pandemia e negli ultimi due mandati sono state fatte due riforme comunque migliorabili, anche alla luce di quanto è successo. Il mondo della cronicità e quello dell'emergenza-urgenza vanno gestiti parallelamente. E serve un numero adeguato di medici.

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