Lombardia Film Commission, appello bis per peculato per il tesoriere della Lega

La Cassazione annulla le condanne per turbativa e dispone un nuovo processo d’appello per ricalcolare la pena nel procedimento contro Di Rubba

di redazione
Milano

Lombardia Film Commission, appello bis per peculato per il tesoriere della Lega

La Cassazione, al termine dell’udienza di mercoledì 15 gennaio, ha stabilito che l’accusa di turbativa del procedimento di scelta del contraente è caduta per "intervenuta prescrizione". La decisione riguarda il procedimento contro Alberto Di Rubba, tesoriere della Lega ed ex presidente della Lombardia Film Commission, e Andrea Manzoni, ex revisore contabile per il Carroccio in Parlamento. Entrambi erano imputati per il caso della compravendita, tra il 2017 e il 2018, di un capannone a Cormano, nel Milanese, acquistato dalla Lombardia Film Commission. L’operazione avrebbe consentito di drenare circa 800mila euro di fondi pubblici.

Pene ridotte in appello, ma nuovo processo per il peculato

In appello, nell’aprile dello scorso anno, Di Rubba era stato condannato a 4 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione, mentre Manzoni aveva ricevuto una pena di 3 anni. Entrambe le condanne, più miti rispetto al primo grado con rito abbreviato, riguardavano le accuse di peculato e turbativa.

Mercoledì 15 gennaio la Suprema Corte ha disposto l’annullamento senza rinvio per l’accusa di turbativa a causa della prescrizione. Tuttavia, ha annullato con rinvio le condanne per peculato, ordinando un nuovo processo d’appello per la rideterminazione della pena.

Il caso Cormano e i fondi pubblici

L’inchiesta sul capannone di Cormano, acquistato dalla Lombardia Film Commission, aveva acceso i riflettori sulla gestione dei fondi pubblici. La vicenda coinvolgeva anche la presunta manipolazione dei procedimenti di scelta del contraente per favorire l’operazione.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO

Tags:
lombardia film commissiontesoriere lega