Fine vita, la Lombardia respinge la legge: "Non è tema regionale". Cappato: "Garantiremo noi il farmaco"

Il Cosiglio lombardo ha giudicato il tema incostituzionale, ritenendolo non di competenza regionale

Milano

 Fine vita, la Lombardia respinge la legge: "Non è tema regionale". Cappato: "Decisione irresponsabile"


Il Consiglio regionale della Lombardia ha deciso di non discutere la proposta di legge "Liberi Subito" sul fine vita, promossa dall’Associazione Luca Coscioni. Con 43 voti favorevoli e 34 contrari, è stata approvata una pregiudiziale di costituzionalità presentata dal consigliere Matteo Forte (FdI). La motivazione principale risiede nelle "possibili questioni di legittimità costituzionale" del tema, ritenuto non di competenza regionale.

Secondo Fratelli d’Italia, che si è schierato compatto contro la trattazione, il dibattito ha confermato una linea chiara: promuovere cure palliative e terapie del dolore come strumento per accompagnare i malati nelle fasi terminali. "La vita non può essere ridotta a procedure mediche prefissate", ha dichiarato Christian Garavaglia, capogruppo FdI, ribadendo che le strutture sanitarie lombarde continueranno a garantire il supporto necessario ai pazienti e alle loro famiglie.

Marco Cappato (Associazione Luca Coscioni): "Una decisione irresponsabile. Garantiremo noi il farmaco"

Non si sono fatte attendere le reazioni. Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha criticato duramente la decisione, definendola un "atto di irresponsabilità verso chi soffre e verso i medici". Cappato ha ribadito che il suicidio assistito è legale in Italia secondo le sentenze della Corte Costituzionale e ha promesso che l’associazione continuerà ad assistere le persone in difficoltà. "Se necessario, garantiremo noi il farmaco eutanasico nel pieno rispetto della legge", ha affermato.

Fontana: "Serve un intervento nazionale"

Il presidente della Regione, Attilio Fontana, ha commentato la votazione ribadendo la necessità di un intervento normativo a livello nazionale. Fontana ha dichiarato che la questione è stata trattata esclusivamente sul piano giuridico e che l’Aula ha esercitato la sua sovranità. "La libertà di coscienza è stata rispettata, ma è evidente che occorre una legge statale per regolare una materia così delicata", ha concluso.

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