Lucchini (Lombardia): "200 alloggi per le donne vittime di violenza"

L'assessore lombardo alle Pari opportunità: "Centri antiviolenza, aumentate le segnalazioni dopo quello che è successo a Giulia Cecchettin"

di Nicolò Rubeis
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Elena Lucchini
Milano

Violenza sulle donne, Lucchini: "La Lombardia ha stanziato 10 milioni di euro"

In Lombardia da gennaio 2024 saranno oltre 200 gli alloggi Aler gratuiti a disposizione delle donne vittime di violenza. "Da subito ci siamo concentrati sull'autonomia abitativa, anche perché la maggior parte delle violenze avviene tra le mura di casa" spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano l'assessore della Regione Lombardia a Famiglia e Pari opportunità Elena Lucchini nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne. In Lombardia sono più di 5.500 le donne in carico nei 54 Centri antiviolenza delle 27 reti territoriali regionali. "In tante hanno preso coraggio dopo quello che è successo a Giulia Cecchettin e sono aumentate molto le segnalazioni in questi giorni" aggiunge Lucchini, replicando alle critiche del Pd sulle risorse erogate dalla Regione: "Per i Cav e le case rifugio della rete antiviolenza abbiamo stanziato 10 milioni di euro per quest'anno, risorse che non erano mai state stanziate nella storia".

Lucchini, cosa sta facendo la Regione contro la violenza sulle donne?

Questo è uno dei temi che abbiamo preso a cuore da subito. Dopo esserci confrontati con i volontari e le persone dei centri che vivono tutti giorni queste situazioni, ci siamo concentrati sull'autonomia abitativa. La prima cosa è sganciare queste donne e allontanarle dall'aguzzino. Ci sono delle strutture dove però possono restare un breve arco di tempo, senza riuscire ad emanciparsi, e quando tornano a casa la violenza riparte.

Da qui nasce la delibera sugli alloggi Aler?

Ho parlato con i diversi presidente delle Aler. Dopo una ricognizione sono stati individuati più di 200 alloggi che metteremo a disposizione in maniera gratuita alle donne prese in carico nei Cav, che spesso non hanno un lavoro e quindi la possibilità di pagarsi un affitto.

Quali sono le difficoltà che si riscontrano sul territorio?

Il problema più grande è intercettare le donne che subiscono violenze. Molto sono frenate e non chiamano, o perché non si rendono conto di essere vittime di violenza o addirittura credono che sia anche loro la colpa, o perché hanno timore di segnalare e di essere prese in carico. In questi giorni sono aumentate molto le chiamate. Noi continuiamo a dire alle donne di segnalare senza paura.

Ai più giovani che messaggio vuole mandare?

La prevenzione è fondamentale. Intanto bisogna parlarci con più giovani, che spesso sembrano aver perso una guida. Oggi le famiglie non sono più come quelle di una volta ma serve che i genitori tornino a fare i genitori. I giovani a volte hanno degli stereotipi strani - come per esempio il ricercare la persona gelosa o possessiva - dovuti anche a una società che oggi è molto cambiata. Inizialmente si diceva alle donne di stare attente, ma una società non può vivere solo di privazione. Una donna non può pensare di camminare per strada e avere paura di essere aggredita.

Dal centrosinistra, specie dal Pd milanese e regionale, sono arrivate delle critiche sulle risorse stanziate dalla Regione. Come risponde?

Abbiamo stanziato 10 milioni di euro quest'anno contro la violenza sulle donne, risorse che non sono mai state stanziate nella storia. Finanziamo economicamente le 27 reti territoriali, con 54 Cav e 141 tra Case rifugio e associazioni. I Cav avevano bisogno di risorse e siamo riusciti a trovarle.  Dire che non ci sono fondi non è né opportuno né corretto.