M5 a Monza? Non prima del 2033. Scontro Pd-Lega sugli extra-costi
Lievitano i costi per portare la linea lilla della metropolitana sino a Monza. La Lega accusa il Comune di Milano di tergiversare, il Pd punta l'indice sui tagli dal Mit
M5 a Monza? Non prima del 2033. Scontro Pd-Lega sugli extra-costi
Scontro acceso in Regione Lombardia sul prolungamento della linea metropolitana M5 fino a Monza. Durante un'audizione al Pirellone, alla presenza di consiglieri regionali e parlamentari, si è discusso dei ritardi e delle risorse economiche necessarie a completare l'opera, il cui termine è stato posticipato al 2033.
Crippa: "Per la Lega la M5 è importante, ma Milano rallenta..."
"Come Lega, la metropolitana che collega Milano a Monza è un'opera strategica, su cui c'è attenzione sia politica che istituzionale. Io sono stato il depositario dell'ordine del giorno per lo stanziamento di 30 milioni all'anno dal 2027 al 2036. Aspettiamo di capire se per il Comune di Milano l'opera è altrettanto strategica" ha dichiarato Andrea Crippa, deputato della Lega e vicesegretario del partito. Il parlamentare ha sottolineato che lo slittamento al 2033 "è degno di nota, si parla di uno slittamento importante di tanti anni, forse troppi. Gli atti del centrodestra dimostrano che per noi l'opera è importante e che si deve andare avanti nonostante qualche ente locale che frena e rallenta".
Roggiani (Pd): "Incidono i tagli lineari del Mit"
A replicare è stata Silvia Roggiani, deputata del Partito Democratico, che ha puntato il dito contro il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: "Ci sono stati tagli lineari del Mit per un totale di 7 milioni, con 2 milioni nel 2025, 2 milioni nel 2026 e 3 milioni nel 2027, ai quali si aggiungono tagli di 3 milioni per le metro di Brescia e Roma". Roggiani ha ricordato di aver presentato un emendamento "per azzerare i tagli e stanziare 40 milioni dal 2025. L'unico vero atto del Parlamento è stato il taglio delle risorse".
Il nodo dei costi e lo slittamento al 2033
Uno dei problemi principali resta il finanziamento degli extra costi. L'assessore regionale alle Opere Pubbliche, Claudia Maria Terzi, ha spiegato che "non si può pensare di trovare una copertura economica finché non avremo una quantificazione dei maggiori costi" dovuti "all'aumento dei prezzi che ha caratterizzato tutti gli appalti pubblici". Secondo Terzi, "il Comune di Milano, che si occupa della progettazione dell'opera, ad oggi non ha ancora precisato di che importi parliamo e di che voci di spesa".
L'intervento, inizialmente, avrebbe dovuto costare 1,2 miliardi di euro, finanziati dallo Stato (931 milioni), dalla Regione Lombardia (283 milioni) e dai Comuni di Milano (37 milioni), Sesto San Giovanni (4,5 milioni), Cinisello Balsamo (13 milioni) e Monza (27,5 milioni). Tuttavia, l'incremento dei costi ha reso necessaria una revisione del piano. La riprogrammazione, approvata dalla giunta regionale, prevede l'avvio dei lavori nel settembre 2027 e la conclusione entro dicembre 2033.
"Riteniamo quest'opera strategica e per questo manteniamo il nostro impegno a finanziarla", ha dichiarato Marco Alparone, assessore regionale al Bilancio. "Speriamo che il Comune di Milano arrivi a una definizione completa dell'opera e degli eventuali extra costi, così da poter far partire i lavori. Altrimenti il rischio è di continuare a impegnare risorse senza la certezza che l'opera parta".
"La grande assente a questo tavolo è l'amministrazione di Milano", ha affermato Andrea Crippa. Il deputato leghista ha sottolineato che il suo ordine del giorno garantirà all'opera ulteriori 300 milioni di euro in dieci anni. Il Pd, per voce dei consiglieri regionali Pietro Bussolati e Gigi Ponti, ha invece proposto di utilizzare "100 milioni dai risparmi della legge 9, il piano Lombardia approvato in epoca Covid".
Bussolati ha poi attaccato il governo: "Senza l'impegno delle risorse necessarie da parte del Governo, il Comune non può procedere a bandire la gara. Cento milioni dei 400 o 500 che la legge 9 aveva stanziato e non sono stati usati sarebbero sufficienti per chiudere il quadro economico e risolvere il problema, quindi vedere partire la progettazione e intravedere la realizzazione". Roggiani ha ribadito che "l'unico atto vero che c'è stato fino ad ora da parte del governo Meloni è stato il taglio di sette milioni in tre anni per il prolungamento della M5, taglio non ripianato nonostante il mio emendamento ad hoc, che è stato respinto dalla maggioranza".
I Cinque Stelle: "A parole tutti d'accordo, ma la M5 non arriverà a Monza prima del 2033"
Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Regione Lombardia, ha evidenziato le contraddizioni della politica sul tema: "A parole tutti d'accordo, ma di fatto la metropolitana a Monza non arriverà prima del 2033. E questo nel caso in cui tutto, finalmente, proceda senza intoppi. Ovvero, Governo, Regione e Comuni reperiscano le risorse necessarie a coprire gli extra costi". E ha concluso: "Viene da chiedersi allora come mai, di fronte a un progetto riconosciuto necessario da tutti gli schieramenti, anche oggi la politica non sia stata in grado di fare altro se non annunciare un rinvio".
Majorino (Pd) attacca: "Regione e Governo devono smetterla di dormire"
A chiudere il botta e risposta politico è stato Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd al Pirellone, che ha duramente criticato la destra: "L'amministrazione comunale di Milano, attraverso l'assessore Censi, ha smentito la ricostruzione assolutamente ridicola e strumentale fornita oggi in commissione bilancio e infrastrutture dalla destra. Il Comune sin qui ha fatto tutto quello che doveva per la realizzazione di un'opera che ritiene strategica. Governo e Regione, semmai, devono smetterla di dormire".
Censi: "Comune di Milano pronto sin da fine gennaio"
L’assessora alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi, ha voluto chiarire la posizione dell’amministrazione meneghina: "Rimango sorpresa e basita. Il Comune di Milano è pronto da fine gennaio con l'aggiornamento del quadro economico della metropolitana M5 fino a Monza. Ma è stata la stessa Regione, in una riunione che si è svolta venerdì 31 gennaio alla presenza del Ministero delle Infrastrutture, a chiedere di aspettare a presentarla, in attesa dell'approvazione dell'aggiornamento della convenzione a tre (Comune di Milano, Regione Lombardia e Ministero) che dovrebbe essere andato in giunta regionale oggi, in modo da confermare lo stanziamento dei fondi".
M5 a Monza, FdI Lombardia: "Milano sopperisca ai ritardi"
Il gruppo di Fratelli d'Italia in Regione Lombardia esprime il proprio deciso sostegno all'estensione della linea metropolitana M5 fino a Monza, un’opera strategica per il futuro della mobilità nell'area milanese e monzese. Durante l’incontro di lunedì 10 febbraio in Regione Lombardia, alla presenza del capogruppo Christian Garavaglia, i consiglieri Marco Bestetti, Chiara Valcepina, Alessia Villa, Michele Schiavi, degli onorevoli Fabio Raimondo e Stefano Maullu e del senatore Sandro Sisler, è stato ribadito chiaramente l’impegno del Governo nazionale e della Regione nel garantire il completamento della M5, nonostante le sfide legate all’aggiornamento dei tempi e all’incremento dei costi.
"Il gruppo di Fratelli d'Italia in Regione coglie il lato positivo dell'incontro del 10 febbraio, in cui è emersa senza riserve la volontà del Governo nazionale e regionale di investire su quest'opera, ritenuta strategica per il futuro della mobilità lombarda. Attendiamo fiduciosi che il Comune di Milano concluda la progettazione, così da procedere finalmente alla realizzazione di un'infrastruttura attesa da troppo tempo dai cittadini. Ci impegniamo, da qui a tutte le ulteriori fasi dell’iter istituzionale, a monitorare con attenzione l'evoluzione del progetto, convinto che la sinergia tra le istituzioni e gli enti coinvolti potrà portare alla realizzazione di una rete di trasporto moderna, efficiente e in linea con le esigenze della mobilità contemporanea. Crediamo nello sviluppo, nel dinamismo e della libertà- per imprese e persone- che infrastrutture importanti, come l’estensione della M5, possono garantire a ogni lombardo”, conclude il gruppo di FdI.