Maltempo, sabbia del Sahara su Milano: quali sono i rischi per la salute

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Milano, pioggia a ciel sereno
Milano

Maltempo, sabbia del Sahara su Milano: quali sono i rischi per la salute

Il maltempo che non accenna a lasciare spazio all'estate ha portato una nuova ondata di sabbia proveniente dal Sahara su Milano e su tutto il Nord Italia. A distanza di pochi giorni dall'ultimo episodio, auto e moto sono state di nuovo ricoperte da uno strato di polvere rossastra. Ma al di là del fastidio, ci sono pericoli anche per la salute.

Sabbia del Sahara: massima attenzione sul fronte sanitario

"Un mix di caldo record e polvere sahariana interesserà da oggi a venerdì diverse aree dell’Italia, con effetti sulla qualità dell’aria e sulla salute dei cittadini". Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che invita alla massima attenzione sul fronte sanitario. “In diverse città d’Italia il cielo ha già assunto un colore lattiginoso fino a diventare giallo-rossastro in alcune aree, e ciò come conseguenza dell’arrivo della polvere del Sahara in atmosfera - spiega il presidente Alessandro Miani - Polveri che andranno ad aggiungersi al Pm2.5 e Pm10 già presenti nell’aria, peggiorandone la qualità anche in assenza di precipitazioni. I soggetti più a rischio sono bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di malattie respiratorie, a partire dall’asma: le polveri infatti possono avere anche metalli pesanti al loro interno e unirsi alle sostanze inquinanti già presenti nell’aria, e finiscono per essere inalate dall’uomo. Per questo è consigliabile evitare il più possibile l’esposizione alle polveri desertiche, specie per i soggetti che già soffrono di malattie o disturbi respiratori. Particolarmente a rischio i bambini, sia perché loro sistemi respiratori e immunitari sono ancora in via di sviluppo, sia perché tendono a passare più tempo all'aperto rispetto agli adulti. Uno studio del 2015 ha evidenziato ad esempio che i bambini esposti alle polveri sahariane presentano un rischio maggiore del 20% di sviluppare infezioni respiratorie rispetto a quelli non esposti”.