Marco Reguzzoni in Forza Italia: “Sono liberale e federalista. La Lega? Il passato”

Dopo una vita nella Lega, Marco Reguzzoni entra in Forza Italia. “Non sarò un pontiere. Il centrodestra a Milano? Riparta dal territorio, da un sindaco amministratore di condominio”

Marco Reguzzoni
Milano

Marco Reguzzoni in Forza Italia: “Sono liberale e federalista. La Lega? Il passato”. L’intervista

Alle Europee era candidato indipendente degli azzurri, ora il tesseramento è ufficiale. Dopo una lunga militanza nella Lega di Umberto Bossi – interrotta bruscamente dodici anni fa – Marco Reguzzoni è ufficialmente entrato in Forza Italia. Affaritaliani.it lo ha contattato in merito alla sua adesione agli azzurri. “È tutto vero: Alessandro Sorte mi ha chiamato e mi sono tesserato. Coerentemente con la mia natura liberale e federalista”. L’intervista. 

Reguzzoni, dopo la campagna per le Europee da indipendente, ci conferma il suo ingresso in Forza Italia?

È tutto vero. Dopo l’esperienza più che positiva da candidato indipendente alle Europee, dove ho ricevuto più di 8mila preferenze, ho deciso di accettare l’invito alla campagna di tesseramento fatto dall’amico Alessandro Sorte (il segretario del partito in Lombardia). 

Quali sono le ragioni della sua adesione in Forza Italia?

Mi identifico perfettamente con la linea politica e l’ideologia di Forza Italia e del Partito Popolare Europeo. Sono un liberale federalista, questa è la mia visione politica di riferimento e questi sono gli unici due progetti politici di centrodestra che possono coniugare queste due anime. 

Per anni, però, lei ha militato in un altro partito del centrodestra. Si sente di poter essere un pontiere tra Lega e Forza Italia?

Chi mi conosce sa che non ho il carattere del pontiere, casomai il contrario. Scherzi a parte, la Lega rappresenta per me un passato che si è chiuso dodici anni fa. Non mi riconoscevo più nella proposta politica del Carroccio e sono uscito dalla politica. Ora sono rientrato perché mi identifico in pieno con il progetto di Forza Italia e del Ppe. 

Nessuno strascico col suo ex partito da cui nel 2012 uscì accusando “un colpo di stato” da parte di chi contro di lei inneggiava slogan come “Reguzzoni fuori dai coglio**”?

No, non ne avverto il bisogno. Per me la Lega è un capitolo chiuso nel 2012, quando il partito veleggiava sopra il 10 per cento ed era rilevante il più rilevante del centrodestra a livello nazionale. Poi, io ho preso la mia strada; e loro la loro, che li ha portati anche a scendere al 3 per cento e diventare comprimari nel centrodestra”. 

Cosa sente di poter apportare in Forza Italia? 

La mia lunga esperienza e il pragmatismo che è stato il leitmotiv della mia vita in politica e non. Sono convinto di poter dare il mio modesto contributo in Forza Italia, che si richiama ai principi federalisti e liberali.

Dopo una lunga esperienza a livello nazionale e la campanga elettorale europea, come si calerà nella realtà locale? 

Bisogna ripartire dalle istanze del territorio. A Milano, al contrario, il secondo mandato di Sala è stato fortemente ideologico. La città ha bisogno di soluzioni concrete, penso al nostro contributo per impedire lo stop alla circolazione delle auto non elettriche. 

Eppure si inizia a parlare di un terzo mandato per Sala. Esiste una figura in grado di batterlo nel centrodestra?

Sicuramente. Ci vuole una figura immersa nella realtà del territorio e fortunatamente a Milano queste personalità importanti non mancano. Uno dei sindaci più amati degli ultimi decenni, Gabriele Albertini, si definiva “un amministratore di condominio”. Questo è l’approccio giusto. 

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