I medici dei PS privati lombardi: "Profondamente offesi dalle parole di Bertolaso"
L'assessore regionale al Welfare aveva invitato gli enti privati a a fare la loro parte nei ricoveri in Pronto soccorso
I medici dei PS privati lombardi: "Profondamente offesi dalle parole di Bertolaso"
“Le parole dell’Assessore Bertolaso che lamenta come noi personale sanitario che opera negli ospedali privati accreditati non facciamo la nostra parte ci offendono profondamente sia in quanto medici sia perché totalmente contrarie alla verità. L’analisi relativa ai ricoveri dei pazienti provenienti dai pronto soccorso delle strutture pubbliche e di quelle accreditate, presentato da Ats Milano, si è prestata a una facile strumentalizzazione che danneggia un’intera categoria di professionisti che con dedizione lavora quotidianamente in prima linea rispondendo nel miglior modo possibile alle esigenze dei pazienti” Così il personale medico dei pronto soccorso degli ospedali privati accreditati lombardi replicano alla presa di posizione della Regione e dell’Assessore alla Sanità Guido Bertolaso in merito all’analisi di Ats Milano sulle percentuali di ricoveri da emergenza effettuati dalle strutture pubbliche e quelle convenzionate.
Le parole di Bertolaso: "Anche i privati facciano la loro parte"
“Ci sono naturalmente anche problematiche da continuare ad attenzionare come la differenza della percentuale di ricoveri da PS tra enti pubblici e privati. Praticamente la metà per questi ultimi. Lo ribadisco ancora una volta: i privati fanno a tutti gli effetti parte del sistema sanitario regionale e sono chiamati a fare la propria parte anche in quest’ambito. Ci impegneremo per ricordar loro che gli obiettivi di miglioramento dell’area dell’emergenza coinvolgono tutti gli attori del sistema”. Questo il passaggio del ragionamento di Bertolaso a commento del primo report relativo al primo semestre di quest’anno sull’andamento dell’attività dei Pronto Soccorso del territorio di Milano e Lodi.
Furlan (San Raffaele): "Meno ricoveri? Attiviamo percorsi alternativi"
“All'assessore Bertolaso ricordiamo qualcosa che sa benissimo: non ricoverare pazienti dal pronto soccorso non è indice di inefficienza e cattiva gestione, come è stato lasciato intendere, ma al contrario è sinonimo di appropriatezza e di attenzione alle reali necessità delle persone che si rivolgono ai nostri ospedali. Fare molti ricoveri in urgenza quando non è strettamente necessario non significa garantire il migliore percorso di cura al paziente. Spesso e volentieri l’assetto ospedaliero, con il conseguente ricovero, non è la strada corretta da percorrere, magari è la più facile, ma non può essere certo considerato l’unico parametro per valutare l’efficienza o meno di una struttura, che privata accreditata o pubblica che sia, colma spesso le lacune dell'assistenza territoriale”.
“Il numero dei ricoveri – sottolinea Federico Furlan, Primario del Pronto Soccorso dell’IRCCS Ospedale San Raffaele – che vengono effettuati da Pronto Soccorso verso i reparti non è indicativo della qualità dell’assistenza che assicuriamo ai pazienti che ogni giorno si rivolgono al nostro ospedale. La diminuzione dei ricoveri da Pronto Soccorso non significa quindi non rispondere in maniera adeguata alle esigenze dei cittadini, ma presuppone un’attività di valutazione approfondita di ogni singolo paziente, che ci consente, in molti casi, di attivare percorsi assistenziali alternativi, evitando così da un lato di occupare posti letto ospedalieri e dall’altro di ridurre le liste di attesa”.
Chiaravalle (San Donato): "Da noi gli accessi sono aumentati"
“Nel I semestre del 2024 – aggiunge Saverio Chiaravalle, Primario del Pronto Soccorso dell’IRCCS Policlinico San Donato –, gli accessi presso il nostro Pronto Soccorso sono aumentati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In aggiunta a ciò, segnaliamo che sono diminuiti gli abbandoni del 20%, segno inequivocabile della fiducia del paziente nel nostro Pronto Soccorso. Il nostro obiettivo principale rimane sempre e comunque quello di eseguire ricoveri appropriati e, per questo, abbiamo identificato anche una figura professionale dedicata alla gestione dei pazienti che hanno necessità di percorsi assistenziali alternativi al ricovero ospedaliero, che si occupa di coinvolgere innanzitutto la famiglia dell’assistito e quando necessario, le strutture territoriali, le pubbliche amministrazioni e quindi tutta la rete socio assistenziale attiva sul territorio”.
Voza (Humanitas): "La quantità dei ricoveri non è indice di qualitò di assistenza"
“Sono stupito che si parli della quantità dei ricoveri come se fosse un indice della qualità dell’assistenza in Pronto Soccorso – commenta il Responsabile Pronto Soccorso IRCCS Istituto Clinico Humanitas Antonio Voza –. Il nostro lavoro è dare la migliore risposta a ogni paziente, e questo non sempre comporta un ricovero. Al centro della nostra organizzazione c’è un team multidisciplinare che ci permette di offrire percorsi personalizzati: ad esempio, Day Hospital per proseguire le visite specialistiche, percorsi di cura per i pazienti socialmente fragili, circa 2000 ogni anno, che così evitano accessi ripetuti. La complessità dei pazienti cresce: ogni anno, dal 118, arriva il 9% in più di pazienti con codici di gravità maggiori. Nel 2023 abbiamo ricoverato 1000 pazienti in più rispetto al 2019 pre-pandemia. Tutti questi dati e informazioni sono sistematicamente condivisi con la rete regionale di cui siamo parte”.
Schiraldi (San Giuseppe): "Conta la qualità delle prestazioni erogate"
“Non si misura l’efficienza e l’efficacia assistenziale di un pronto soccorso dal numero di ricoveri effettuati – dice Andea Schiraldi, direttore del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giuseppe, Gruppo MultiMedica – ma dalla qualità delle prestazioni erogate e dall'appropriatezza degli eventuali ricoveri. È quindi importante considerare il corretto setting assistenziale proposto, che non prevede solo il ricovero, ma anche, per esempio, percorsi specifici, quali fast track, permanenza in area di osservazione breve o iter di presa in carico sociale, che rappresentano spesso, rispetto ai ricoveri, una più corretta gestione clinica dei pazienti che afferiscono ai nostri pronto soccorso”.
Perego (San Luca): "Nostre performance superiori alla media della città metropolitana"
"L'Ospedale San Luca dà ampio spazio alla casistica proveniente dal Pronto Soccorso: il 47% del totale dei ricoveri nel primo semestre 2024. L'elevata percentuale di pazienti provenienti dalla rete AREU 118 (30% del totale degli accessi) è coerente con la specificità di un Pronto Soccorso mono specialistico cardiologico. La ristrutturazione del Pronto Soccorso, effettuata dopo il COVID, è evidente dimostrazione dell'impegno dell'Istituto Auxologico sul fronte dell’emergenza-urgenza, che si traduce in indicatori di performance (tempi di gestione barelle, pazienti e boarding) superiori alla media della città metropolitana", chiosa Giovanni B. Perego, Direttore del Pronto soccorso dell’IRCCS Auxologico San Luca.
“I medici che lavorano in prima linea nei pronto soccorso sono maggiormente esposti e chiamati a dare risposte in termini di prestazioni e accesso alle cure quotidianamente, con i rischi che ciò comporta. Facciamo la nostra parte, come è giusto che sia, e non possiamo accettare che tale impegno venga in alcun modo distorto e raccontato in maniera sbagliata perché in ballo c’è la nostra professionalità e le scelte che siamo chiamati a fare”.