MFW, le sfilate più belle dei primi due giorni
Iceberg, Antonio Marras, Fendi, Moschino, Calcaterra, Anteprima,. Ecco le sfilate che più hanno convinto nei primi due giorni di passerelle milanesi
ICEBERG FESTEGGIA I 50 ANNI
Ieri ha aperto la settimana della moda alla Pelota di via Palermo l’intramontabile Iceberg che festeggia i suoi primi 50 anni – davvero portati bene - e pesca dal suo archivio per il prossimo inverno. "Iceberg – racconta il suo direttore creativo James Long - è sinonimo di ottimismo, di energia positiva. Questa è stata la sua filosofia fin dalle prime collezioni e mi riempie di gioia celebrare il suo 50esimo anniversario attingendo dagli archivi per tracciare il percorso futuro". Tra le proposte di punta, i nuovi cappotti a taglio vivo, reversibili e indossabili dalla parte in ecopelle o da quella con motivo a spina di pesce, indossati con i cardigan a maglia scozzese. La maglieria è protagonista anche nei cappotti, come nel caso del doppiopetto scozzese a metà polpaccio, o nel doppiopetto giallo indossato con i leggings con le staffe tono su tono, per un total look a tutto colore, come nel DNA del brand del gruppo Gilmar. Tra i must del marchio anche un tocco di ribellione punk, come nel blazer a doppio petto con maniche in finto montone abbinato al kilt, o nei giubbotti da motociclista in ecopelle adorni di sfrangiature.
ANTONIO MARRAS – UN GRIDO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Un no dirompente contro la violenza sulle donne va in scena alla MFW ad opera di Antonio Marras che fa di Eleonora d'Arborea, principessa medievale di Sardegna, che nel Milletrecento promulgò una legge che imponeva allo stupratore di risarcire la sua vittima, la sua musa per la collezione per il prossimo inverno. "Chi fa il nostro mestiere - racconta lo stilista sardo - - non può essere avulso da ciò che succede intorno, dalle situazioni nazionali e internazionali. Non é che fare moda significa isolarsi, e vivere in un mondo fatato e di frutta candita. La moda è lo spirito di quello che siamo, e la restituzione di quello che sentiamo, è un linguaggio, un alfabeto che ci aiuta a comunicare. E comunica quello che é lo spirito dei tempi che viviamo. Che non sono tempi veramente meravigliosi. Quello che mi colpisce di più di questi tempi é la violenza sulle donne e tutti questi conflitti che stanno dilaniando il mondo. Non possiamo - sottolinea - essere avulsi dalle situazioni che ci riguardano anche indirettamente, dalle quali siamo bombardati tutti i giorni". Così le sue donne sono un po' principesse e un po' guerriere, tra gorgiere, cotte medievali ricreate in tessuto, aculei preziosi, ricami e strascichi, pizzi e copricapi come elmi.
DA FENDI NASCE L’UNIONE TRA LONDRA E MILANO
London calling per Fendi: il direttore creativo Kim Jones unisce la sua idea di eleganza disinvolta delle sottoculture inglesi degli anni 80 alla nonchalance così tipicamente romana, per portare in passerella, con la collezione per il prossimo inverno, la sua visione del marchio della doppia F, ossia: "il modo in cui si veste una donna che ha qualcosa di sostanziale da fare. E può divertirsi mentre lo fa". Tutto, con in mente una musa, interprete per eccellenza dello stile della maison: "Ricordo che quando incontrai per la prima volta Silvia Venturini Fendi - racconta lo stilista - indossava un abito utilitario molto chic - quasi un abito safari. Questo ha plasmato fondamentalmente la mia visione di cosa sia Fendi".
Ecco così, ad aprire la passerella, cappotti severi e compatti e giacche sagomate. E poi l'irruzione di finti maglioni posati sulle spalle, di pezzi di pull cuciti sulle camicie, di zip che percorrono il retro di abiti e gonne, di stampe di antiche statue romane che decorano tubini e bluse leggeri, abbinati ad altissimi stivali di pelle. Fendi celebra l'eleganza romana con un occhio alle donne della maison, Silvia e sua figlia Delfina in primis. Non sono solo gli abiti a tubino in maglia e i capispalla dai disegni geometrici a celebrare la sofisticatezza della Capitale, ma anche i gesti, come l'allacciare un cardigan un po' di sbieco, a evocare la nonchalance dell'eleganza romana, quella, appunto di Silvia e Delfina, già assurte a icone in precedenti collezioni firmate dallo stilista per Fendi. "A Roma - racconta Kim Jones - l'eleganza è rilassata, come se non importasse niente di quello che gli altri pensano: questo è il vero lusso ed è quello che ho voluto trasportare nella collezione. E' una donna che si veste per se stessa e la sua vita, come vedo che fanno Silvia e Delfina. Non è qualcosa che si fa per essere viste ma è la realtà del vestirsi, la fiducia e la sofisticatezza che nascono da questo. Non è vestirsi per essere qualcosa, ma qualcuno”. E poi i nuovi colori, che sono un'iniezione di energia, la stessa che il designer britannico - che oggi è uscito da solo in passerella, a differenza delle volte precedenti - trova passeggiando per la Capitale.
DA MOSCHINO DEBUTTA IL NUOVO CREATIVO APPIOLAZA
Realizzata a tempi record, è un successo la collezione presentata da Adrian Appiolaza, nominato direttore creativo di Moschino da pochi mesi. Il designer argentino, con lunga esperienza da Loewe e in altre maison, vuole "portare il mondo del fondatore Franco in quello di oggi, trasformandolo in un mondo più reale". E sono tutte portabili, infatti, le proposte presentate oggi con una sfilata alla Permanente di Milano. "La mia volontà - ha detto il designer - è trovare un equilibrio tra teatralità e realtà", facendo "abiti con cui giocare e allo stesso tempo mandare messaggi", proprio come faceva Franco Moschino, che "aveva il suo modo di parlare al mondo e spesso diceva cose che la gente non voleva ascoltare". Al suo debutto, il 51enne Appiolaza ha deciso di mandare un messaggio universale, quello della pace, parola che torna intarsiata sugli abiti di maglia, stampata su quelli a T-shirt decorati da cascate di perle, e che diventa logo sulla tunica in seta. E poi il gender, con gli stessi abiti per lui e per lei, personaggi che condividono le stesse ossessioni, a partire dalla cravatta che diventa turbante, sciarpa e cintura e con i suoi motivi tipici dilaga anche nel retro dei trench da portare con i completi pigiama e con sottobraccio la nuova borsetta a forma di baguette. Tra i temi ricorrenti, il punto interrogativo che era una delle firme di Franco Moschino, il finto reggicalze e i cappelli a barchetta come quelli di carta fatta dai bambini, per tornare a giocare con la moda.
ELOGIO ALLA MATERIA DA CALCATERRA
Il brand si ispira alla natura per raccontare una collezione minimale, omaggio al movimento e all’eleganza. “La collezione nasce dalla materia – racconta Daniele Calcaterra – ed è un percorso intrinseco nella natura e nella terra. Voglio trasmettere un messaggio forte di necessità di ritorno alle origini. La donna che indossa i miei abiti è forte, regale ed elegante come il giglio. Cammina nel bosco, immersa nelle nuance autunnali, tra sfumature verdi e corteccia. Così troviamo i fiori nei capispalla. “La ricerca – continua il maestro - è sempre stata molto forte per il marchio, amo le materie prime. Ho utilizzato lane preziose, cotoni, shetland, alpaca per unirli a materiali tecnici. Il capo chiave è il cappotto dai volumi importanti sulle spalle, reso unico da una sciarpa incorporata come un velo”.
DA ANTEPRIMA UN’ELEGANZA CYBER
Anteprima presenta una collezione che ridefinisce i confini tra il reale e il digitale, celebrando l’innovazione, la creatività e l’eleganza in un mondo sempre più complesso e non convenzionale. "Il mondo è imprevedibile e cambia ogni giorno. Ci stiamo allontanando dalle certezze. Questo ha ispirato il concetto di "eleganza digitale", uno stile punk, audace, energico e allo stesso tempo intellettuale. In questa era digitale, credo ancora che la moda abbia il potere di influenzare le persone, i sentimenti, i pensieri e le azioni. Continuerò a creare la collezione per dare potere alle donne e per loro vite contemporanee" spiega Izumi Ogino, Direttore Creativo di Anteprima. Artigianato e tecnologia si intrecciano nella nuova collezione Anteprima FW 24-25 presentando due realtà distinte ma complementari. Estetiche moderne che riflettono la bellezza dell'era digitale che ha rivoluzionato il modo in cui interagiamo con il mondo circostante, offrendo nuove opportunità di espressione artistica e di riflessione sul rapporto tra design e tecnologia. “L’incontro tra artigianato e tecnologia è qualcosa in cui credo da sempre ed è l’elemento chiave di ANTEPRIMA che si esprime da sempre nella nostra signature bag, la Wirebag. Materiale innovativo vs lavoro artigianale fatto a mano. Il contrasto tra il materiale Row Rough e il materiale scintillante Precious è sorprendente ed è qualcosa che amo di questa collezione” sottolinea Izumi Ogino.