Milano Fashion Week: Prada, Moschino e Genny al top

Tutto il meglio della seconda giornata. Oggi è il turno di Elisabetta Franchi, Gucci, Versace e Philipp Plein

di di Krystel Lowell per Affaritaliani.ti
The Milan Show-Biz
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Milano Fashion Week, il meglio della seconda giornata

Seconda giornata di sfilate alla MFW. Sale l’attesa oggi per Gucci e Versace. Il racconto di Krystel Lowell inviata di affaritaliani.it.

Genny. Nuova femminilità tra massimalismo e minimal

C’è qualcosa di squisitamente misterioso nell’armonia che deriva dall’eterna tensione tra forza e leggerezza. È l’armonia della bellezza di un’icona come Veruschka, granitica eppure lieve, diritta eppure sinuosa. Un’attitudine, più che una connotazione. Una bellezza, dunque, quasi animalesca, tanto che ricorda quella di una pantera, statuaria eppure fulminea. Ed è proprio dalla bellezza da essa che parte la collezione autunno inverno 2022/2023, secondo la creatività della direttrice creativa Sara Cavazza Facchini. Minimalismo e massimalismo, insieme. Il minimalismo è nelle silhouette, dove regna una pulizia assoluta che ricorda quella degli anni ‘90. Il massimalismo è nei colori, una palette di toni forti, cioccolato, corallo, fucsia, viola, mandarino, lime, costella i look. Insieme creano un primo connubio di bellezza. Ma l’incontro compare anche nell’accostamento dei materiali: jacquard con grafiche animalier abbinati a top in maglieria decorata da cristalli Swarovski tono su tono si accostano a tessuti che ricordano il mercurio liquido, scivolatissimi su collo e seno. E in quello dei volumi, con bomber ampi e corti e minigonne leggermente svasate. Infine, maschile e femminile. Che questa volta risiede nell’idea di un papillon da smoking tenuto aperto sul collo e trasformato nel dettaglio di un capo e di un abito lungo come una giacca da uomo indossata solo con un paio di stivali, altissimi, a calza, in pelle scamosciata o con décolleté decorate da orchidee. Infine, i pantaloni. Negli accessori la luce detta il ritmo, con una cascata di strass che avvolge le vita e il calzare degli stivali. Quello di Genny è un inno alla sensualità senza strappi né forzature ma che è, anzi, la traduzione in abiti dell’essere donna, forte e leggera insieme.

Prada, imparare dalla vita delle persone

Ridefinire il concetto di bellezza, guardando e imparando dal passato per arrivare a vestire l'oggi: é quello che fa la collezione Prada per il prossimo inverno, in passerella a Milano, in una sfilata aperta in canottiera bianca e gonna longuette da Kaya Gerber e chiusa nello stesso modo da Hunter Schafer, la Jules della serie cult 'Euphoria'. Ad applaudire, tra gli ospiti, la regina delle influencer Kim Kardashian. "Questa collezione - spiega Miuccia Prada - riguarda la storia delle donne, la storia delle persone, non quella della moda." "La tradizione - sottolinea la designer - parla di umanità: di rapporti fra le persone, di conoscenza che si tramanda. È il frutto della storia umana. Ci affascinava l'idea di capire come e perché alcune cose sono state create in un certo modo. Ma è solo una traccia, un ricordo. Non è assolutamente rétro." Questo anche perché, alla base del lavoro con il codesigner Raf Simons, c'è l'eliminazione del superfluo. "Nella nostra prima collezione insieme - spiega Simons - avevamo già esplorato questo processo di riduzione, di messa a fuoco, che oggi riprendiamo. Abbiamo rimosso ogni forma di narrazione, ma i capi racchiudono in sé una paradossale complessità, una narrazione interna e personale". Tutto infatti appare semplice ed elaborato al tempo stesso: le gonne diritte hanno una forma lineare, ma tessuti stratificati, dalla lana in vita ai pizzi e alle trasparenze sul fondo, come se la notte entrasse nel giorno, la preziosità della couture nel quotidiano. Un discorso che vale quasi per ogni capo, dai cappotti alle giacche over, simili a quelle proposte lo scorso mese per l'uomo, arricchite di piume o manicotti e bordi di eco pelliccia colorati , agli abiti-canotta dalla forma quanto mai semplice ma in un mix di tessuti diversi, così come le longuette, che uniscono le lane maschili alla garza alla pelle, che diventa protagonista di trench dai volumi over e dai colori forti. E poi quei capi basici che fanno parte del guardaroba di ogni donna, dalla canottiera maschile al dolcevita bianco messo sotto al pull di lana. E ancora il femminile che irrompe nel maschile a sorpresa, come nei cappotti che si aprono sul collo o sulla schiena e si decorano con catene-gioiello che vanno da una spalla all'altra. E il prezioso che muta lo sportswear, come nei bomber e nei parka in nylon con scintillanti ricami 3d. "L'architettura - chiosa Simons - ridefinisce il rapporto di ogni donna coi suoi vestiti in un modo intimo, nascosto. La decorazione tradizionale trova applicazioni non tradizionali, sfida o contraddice le convenzioni visive dei capi, non è mai ovvia." in tutto questo, echi di altre collezioni della maison e citazioni come il tailleur Bar di Dior, con la gonna ampia portata non con la giacca avvitata ma con il blazer over. "Ci ispiriamo al passato per tradurre la bellezza, la qualità della tradizione, anche dell'alta moda. È una cosa che Prada ha sempre fatto. Valorizzare la storia vuol dire anche recuperare la storia di Prada; penso ai momenti rivoluzionari che l'hanno segnata e che qui cerchiamo di richiamare. Non ci sono mai riproduzioni dirette, ma riflessi di qualcosa che riconosciamo, un linguaggio che appartiene a Prada. Sono i momenti che ci hanno aiutato a definire la nostra attuale idea di bellezza, quella che oggi - conclude - vogliamo ridefinire".

La seduzione di Blumarine

"Cresciuta nella consapevolezza di sé, la donna Blumarine apre il suo mondo ad una sensualità senza compromessi, potente e libera dal preconcetto della fisicità, che porta ad una presa di coscienza che la seduzione è prima di tutto un'attitudine." Così Nicola Brognano, Direttore Creativo di Blumarine, racconta la collezione per il prossimo inverno, pensata non più solo per una ragazza, ma per una donna sfrontata e seduttiva.Le forme sono fasciate in abiti cortissimi in velluto, che si aprono in tagli provocanti, mentre i cappotti sono lunghi e drammatici, con spalle importanti e vita stretta. Annodate con grandi fiocchi e bottoni gioiello, le giacche espongono i fianchi con allusivi giochi di cut-outs, mentre le tute-bustier in vernice hanno un sapore un po' fetish. Inguainate in calze velate trattenute da giarrettiere-cintura, le gambe si muovono su stiletto in vernice e si svelano sotto gli abiti aderenti color pelle, ricamati con festoni di perline.

Moschino 'home couture' citando Kubrick

Ci sono quadri e pendole, teiere e orologi a cucù. E poi comò, arpe, paravento e chandelier. Che opulenza, che provocazione. Sfila Moschino ed è subito show. La fall winter 2022 firmata Jeremy Scott è un omaggio, neanche troppo velato, alla casa, con elementi tipici di una grande dimora o di una camera elegante che decorano i corpi e le teste delle modelle. L’ispirazione? Parte dagli archivi del brand e in particolare da due collezioni del 1989 e 1990 nelle quali Franco Moschino si era scatenato con manopole ed elementi dedicati alla casa, dai rubinetti e spille alle spille forma di posate.  In passerella le super top di ‘casa Moschino’ si trasformano in pezzi d’arredamento o opere d’arte viventi. Maria Carla Boscono avvolta in un abito vestaglia chandelier, le sorelline Bella e Gigi Hadid, rispettivamente con un abito con scollatura a forma di serratura e in versione statua vivente interamente ricoperta d’oro. Per una notte, ecco le muse di Scott trasformate in old rich ladies. Sono ragazze borghesi ma senza senso di colpa, ‘guilt without guilt’, come recita un ricamo su un abito nero o ‘maid in Italy’. Very chic, anzi very Moschino. Siamo al Palazzo del Ghiaccio di Milano, ma potrebbe essere una scena della pellicola di Stanley Kubrick. Qualcuno ha detto argenteria? Eccola, pende dalle cinture e orecchini, si arrampica sulle spille. Ci sono l’abito a paravento cinese laccato e la borsetta a forma di cestino per lo champagne, gli abiti arazzo e il piccolo astronauta con la faccia di Jeremy Scott portato in grembo da una modella.  68 le uscite in passerella, che merita un capitolo a parte, grazie al set che riprende la casa di ‘2001: Odissea nello spazio’ con il pavimento di Led, boiserie azzurra alle pareti e poltrone verde acido. Massimalista e opulente, ancora una volta è Jeremy Scott alla massima potenza. Come dimostra lo stilista stesso, che esce in passerella vestito come l’astronauta di Kubrick con tanto di tuta rossa e casco in testa.