Milano continuerà a crescere: ecco i quartieri su cui puntare
Tra 15 anni Milano avrà oltre 61mila abitanti in più. Quali saranno le soluzioni abitative? Intervista a Carlo Giordano, board member di Immobiliare.it
Milano continuerà a crescere: ecco i quartieri su cui puntare
Secondo un report del Comune, tra 15 anni la città avrà oltre 61mila abitanti in più. Quali saranno le soluzioni abitative? “La città di Milano è molto attrattiva. Continuerà ad aumentare il numero degli abitanti. I giovani stanno scoprendo le zone che hanno ancora accessibilità”. Carlo Giordano, Board Member di Immobiliare.it, raggiunto da Affaritaliani.it Milano, ha delineato la mappa dei quartieri milanesi che cresceranno di più, per le potenzialità infrastrutturali e per la capacità di attrarre nuovi abitanti.
Il Comune ha pubblicato un report dell’unità statistica che mostra in prospettiva i quartieri che avranno nel 2039 un maggior numero di abitanti. Inoltre, emerge che Milano tra 15 anni avrà oltre 61mila abitanti in più. Come reagirà il tessuto urbano?
Farei un ragionamento più a breve termine. I cambiamenti già sono in atto e visibili e partono dalla fase successiva alla pandemia. Le città fino a prima del Covid erano punti di aggregazione e continuavano a crescere. Prima si era rivolti verso le grandi città, quelle che hanno da 2 milioni di abitanti in sù. Dal Covid, le persone hanno iniziato a cercare città con climi più salubri. Inoltre, è iniziata a crescere la modalità dello smart working che rende meno forte la necessità di essere vicini al lavoro. Milano tra i suoi abitanti ha un’ulteriore polarizzazione.
Di cosa si tratta?
Per vivere in città attrattive come Milano c’è il contrasto tra chi ha più risparmi, soprattutto gli anziani, e i giovani che sono la forza delle città, tanto che, se si tornasse indietro di 15 anni, si nota che il 40% della popolazione attuale non c’era. Milano è una città di accoglienza. Ma andando avanti la città è diventata meno accessibile e più costosa. I giovani hanno meno possibilità di accedere all’ascensore sociale, vivono nel presente, meno proiettati nel futuro. Questo sta mettendo in discussione l’idea di vivere nelle grandi città.
Cosa sta già accadendo al tessuto urbano e immobiliare di Milano?
Tante variazioni degli immobili nascono dagli sviluppi urbani di trasporto e rigenerazione. Da qui a 15 anni cambieranno molto questi fattori. Ad esempio, comprare oggi a Porta Romana significa scontrarsi con cifre che vanno dai 6500 euro al mq in sù, per immobili da ristrutturare. Il segreto per la zona è stata l’installazione del nuovo villaggio per le Olimpiadi e la connessione con le metro.
Quali sono le altre zone che sono maggiormente cresciute in città?
Mi viene da citare Nolo: essendo fuori alla circolare 91 era considerato fino a 5 anni fa un quartiere periferico. Dopo l’esplosione del prezzo di corso Buenos Aires e la riqualificazione della piazza, è diventata una zona interessante, e il prezzo è aumentato del 22% in tre anni.
Un giovane oggi verso quali zone potrebbe ancora rivolgersi?
Sicuramente il vecchio Scalo Farini, che è già agganciato a due luoghi di successo, Isola e Porta Nuova. Oggi potrebbe ancora essere a prezzi accessibili, da 3200 al mq. Nella zona fino a Piazza Maciachini si tratta di un’area attrattiva e accessibile, per le zone frequentate dai giovani e la vicinanza a diversi luoghi lavorativi. Si stanno dunque qui raccogliendo più ricerche, sia per prezzi accessibili che per la vicinanza con luoghi per uscire. Altre due zone che hanno più opportunità sono Bovisa e Dergano, sono sempre state forti per la presenza di studenti. Quando si ha uno studente si ha il vantaggio che quello potrebbe diventare il suo posto una volta diventato lavoratore. Il vantaggio di questi quartieri è che si trovano stabili mediamente vecchi ma con prezzi che non superano i 2500/2600 al mq. Ancora più potenziale vedo nel vecchio scalo San Cristoforo, da viale Lorenteggio a Piazza Tirana che una volta era molto emarginato ma ora ha la linea metro blu e costa 2000 euro al mq. Vediamo anche qui che le ricerche iniziano a muoversi.
La città continuerà ad essere attrattiva dunque?
La città di Milano è molto attrattiva. Continuerà a vedere un aumento del numero di abitanti. Inoltre, c’è il tentativo di allargamento della città verso Sesto con la soluzione di Sei Milano, che presente una soluzione nuova non più nel Comune per creare un continuum con il territorio.
Ma gli oltre 61mila che abiteranno tra 15 anni a Milano quali soluzioni abitative potranno trovare?
Il problema è che una volta le famiglie erano più numerose; quindi, ad esempio 100mila abitanti in più si potevano dividere in 25mila appartamenti dove vivevano famiglie di 4 membri almeno. Ora i nuclei famigliari hanno uno o due persone, sono monopersonali nella fase iniziale. Hanno bisogno di più case ma di minor dimensione. Le più richieste sono le case di piccole dimensioni come il bilocale. La mia generazione era pronta al monolocale perché tanto era una soluzione transitoria. Oggi non c’è questa concezione. Si sta in affitto, si fanno più sacrifici. Per avere un mutuo dalla banca, quanto puoi locare del tuo salario nella casa è un terzo. Se si va in affitto invece nessuno ti pone questi limiti, si può anche investire quasi l’intero reddito in affitto e questo è un dramma. Il vero salto sull’acquisto è quando c’è la coppia formata, con la possibilità di avere due redditi.
Secondo la proiezione del report, i tre quartieri con maggior numero di abitanti saranno Buenos Aires, Loreto e Bande Nere. Sarà possibile trovare soluzioni lì?
Impossibile che in corso Buenos Aires aumenteranno gli abitanti perché già è troppo costosa e abitata. Milano non è una bolla immobiliare, la risalita dei prezzi continuerà, nei quartieri che verranno scoperti soprattutto. Nei quartieri più nuovi si cresce di 5, 6 o 7% all’anno. Questo sta chiudendo tutti gli spazi di Milano e Nolo è l’esempio migliore. Si andrà a vivere in quartieri più periferici dove c’è ancora il recupero dei territori. Con la rigenerazione urbana e le infrastrutture il territorio rapidamente migliora tutto”.