Milano, Cucchiara (Europa Verde): tifoseria da stadio anche in Consiglio

La consigliera comunale di Europa Verde Francesca Cucchiara in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano: non bisogna cadere nella semplificazione

Nicolò Rubeis
Milano

Milano, Cucchiara (Europa Verde): tifoseria da stadio anche in Consiglio

Continuano le discussioni a Milano sulle manifestazioni pro-Palestina: "Da una parte non avrei vietato il corteo di sabato, dall'altra credo sia spiacevole che si sia creato uno scontro in un giorno che dovrebbe unire" commenta la consigliera comunale di Europa Verde Francesca Cucchiara in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. "Anche in Consiglio comunale si ragiona a compartimenti stagni con una tifoseria da stadio" aggiunge Cucchiara. "Ed è falsa la raffigurazione di un'intera manifestazione che grida cori antisemiti. Non bisogna cadere nella semplificazione".

Cucchiara, è stato un errore vietare il corteo del 27 gennaio?
La situazione è infiammata non solo per la gravità di quanto sta accadendo, ma anche perché non c'è stata la stessa solidarietà al popolo palestinese rispetto a Israele e questo ha generato degli attriti. Adesso vediamo dei nodi venire al pettine. Da una lato non avrei vietato il corteo, ma penso anche che sia stato uno sbaglio forzare e arrivare allo scontro in un giorno come quello della memoria.

Si fa fatica a scindere tra Hamas e la popolazione palestinese?
Purtroppo, e lo abbiamo visto anche oggi in Consiglio comunale, abbiamo ancora una tifoseria da stadio con una visione miope. Quello che sta accadendo è inammissibile ed è sconcertante che l'Italia si sia astenuta sulla risoluzione Onu sul cessate il fuoco. Le tensioni di questi giorni sono anche frutto di scelte non condivisibili dei governi. E poi c'è tanta attenzione sulle manifestazioni palestinesi, ma non succedeva lo stesso con l'Ucraina.

Perché il centrosinistra a Palazzo Marino non riesce a trovare una convergenza?
Perché si ragiona come le tifoserie: o stai con Israele o stai con Hamas e questo è sbagliatissimo. Noi abbiamo condannato Hamas fino dall'inizio ma Hamas non è il popolo palestinese. La discussione, l'abbiamo visto anche sulla famosa mozione qui a Palazzo Marino, viene fatta un po' a compartimenti stagni.

Le divisioni sul tema nel Pd non aiutano? Ci sono state polemiche sulla presenza di Lorenzo Pacini al corteo di sabato ma anche sull'evento che stanno organizzando i Giovani Democratici il 15 febbraio.
Mi trovo distante da queste prese di posizione. La nostra linea è sempre stata chiara: ci devono essere due popoli e due Stati, ma al momento uno Stato è riconosciuto e l'altro no. Si incorre facilmente in una semplificazione tra Hamas e Netanyahu. Astenersi da questa semplificazione è un processo difficile che richiede tanta discussione. Evidentemente in una compagine più articolata e differenziata come quella del Pd si fa fatica a fare questo discorso. Nella mia realtà devo dire che su questa questione c'è stata assoluta convergenza.

L'accusa principale che viene rivolta ai manifestanti è quella di essere antisemiti.
C'è stata sicuramente una strumentalizzazione e lo vediamo anche da come sono stati scritti alcuni documenti. Nell'Odg in Comune si parlava di vietare cortei che inneggiavano all'antisemitismo. Questa raffigurazione di un'intera manifestazione che grida cori antisemiti non è vera. Sicuramente ci sono singole persone che stanno avendo posizioni sbagliate e da condannare, perché antisemitismo e violenza vanno sempre condannati. Ma non bisogna cadere nella semplificazione per cui alla fine viene definita antisemita un'intera fetta di popolazione che sta giustamente manifestando per i soprusi compiuti a discapito del popolo palestinese. C'è un problema di antisemitismo che va affrontato e non sottovalutato. Il punto è cercare di individuare questi aspetti senza ricorrere in semplificazioni che creano soltanto fazioni.

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