Milano: disabile costretto a spacciare per sopravvivere, "Senza braccio nessuno mi assume"

Disabile e senza speranze di lavoro, un giovane marocchino viene arrestato a Milano per spaccio. La giudice rifiuta misure cautelari, riconoscendo le difficoltà che lo hanno spinto al crimine

Arresto spaccio

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Milano: disabile costretto a spacciare per sopravvivere, "Senza braccio nessuno mi assume"

Un giovane marocchino, disabile e senza precedenti penali, è stato arrestato a Milano con l'accusa di spaccio di droga. Il 26 agosto, i carabinieri della Compagnia di Porta Magenta lo hanno trovato in possesso di 75 grammi di hashish. Durante l'udienza per la convalida dell'arresto, il ragazzo ha spiegato la sua difficile situazione: arrivato in Italia da irregolare, ha perso l'avambraccio sinistro sei mesi fa in un incidente avvenuto in una fabbrica abbandonata, utilizzata come dormitorio. Da allora, non è riuscito a trovare un impiego a causa della sua disabilità, spingendolo a entrare nel mondo dello spaccio per sopravvivere.

La giudice rifiuta misure cautelari: "Reato commesso a causa della disabilità"

Durante il processo, la giudice Mariolina Panasiti ha convalidato l'arresto, ma ha rifiutato l'applicazione di misure cautelari o l'espulsione del giovane, riconoscendo che il reato è stato probabilmente commesso a causa della sua difficoltà a trovare lavoro dopo l'infortunio. I servizi sociali del Comune di Milano hanno confermato che il ragazzo, ora ospitato in una struttura di accoglienza, è seguito dall'etnopsichiatria del Centro Sammartini. Il processo è stato rinviato al 17 dicembre, lasciando aperto il dibattito sulla gestione dei casi di criminalità legati a condizioni di estrema vulnerabilità.

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