Milano, maxi blitz contro il razzismo: scoperta rete di suprematisti, perquisiti anche minori
Sequestrate armi, simboli neonazisti e materiali di propaganda. Tra gli indagati, anche dieci minorenni coinvolti in incitamento all'odio razziale
Milano, maxi blitz contro il razzismo: scoperta rete di suprematisti, perquisiti anche minori
La Polizia di Stato di Milano ha eseguito una serie di perquisizioni, su disposizione delle Procure dei Minori e del Tribunale Ordinario, nell'ambito di un'indagine volta a contrastare l'incitamento alla violenza per motivi razziali. L'operazione, condotta dalla Digos di Milano e coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha coinvolto 12 persone, tra cui 10 minorenni. L'inchiesta ha preso il via da un arresto avvenuto a marzo scorso, quando un giovane di origine ucraina, con ideologia nazi-fascista, era stato fermato per aggressioni a cittadini extra-comunitari sulla linea M2 della metropolitana milanese.
Simboli neonazisti e armi: scoperta rete di suprematisti
Le perquisizioni, che hanno interessato diverse città italiane, hanno portato al sequestro di repliche di armi da fuoco, coltelli, manganelli telescopici, tirapugni e persino un machete. Sono stati trovati anche bandiere, simboli nazi-fascisti e suprematisti, oltre a materiale informatico e cartaceo. Gli indagati, collegati tramite chat online, utilizzavano piattaforme di messaggistica per promuovere ideologie razziste e incitare alla violenza. L'operazione ha visto la collaborazione delle Digos di Torino, Roma, Firenze, Venezia e altre città, in una vasta rete di indagini per fermare il propagarsi di questi gruppi estremisti.
Suprematisti minorenni a Milano: in chat le foto con repliche di armi
E' stata soprattutto la presenza di repliche di armi da guerra senza tappo rosso con cui si ritraevano a preoccupare gli agenti della Polizia di Stato di Milano che hanno perquisito dieci minorenni e due maggiorenni per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Ora gli agenti della Digos analizzeranno il materiale informatico sequestrato ai giovani che si scambiavano messaggi sulle chat. Lo riferisce Ansa. Nelle loro abitazioni è stato trovato parecchio materiale: repliche di armi lunghe e pistole anche prive del tappo rosso, mazze, tirapugni, coltelli, un machete, diverse bandiere e simboli nazisti e al suprematismo.