Milano, Orlandi (FdI): non seguiremo la logica delle correnti

Orlandi, nuovo coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia: "Non possiamo sottrarci alla responsabilità di essere il primo partito del centrodestra a Milano"

Nicolò Rubeis
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Milano

Milano, Orlandi (FdI): non seguiremo la logica delle correnti

"A Milano non seguiremo la logica delle correnti, ma quella del merito". Simone Orlandi è il nuovo coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia. "Non possiamo sottrarci alla responsabilità di essere il primo partito del centrodestra a Milano" spiega Orlandi in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. Alle prossime comunali mancano ancora tre anni ma le scorse elezioni insegnano che "non si può più arrivare all'ultimo minuto per scegliere un candidato". Dopo la sua nomina è arrivato anche un messaggio simpatico da Giorgia Meloni, con il soprannome che la premier aveva scelto per lui.

Orlandi, ci racconta cosa le ha scritto la premier?
Quando eravamo ancora un partito di visionari che faticava nei sondaggi, andavamo in giro per la Lombardia con lei a fare comizi. Giorgia aveva tanti impegni ma io volevo sempre arrivare puntuale all'appuntamento successivo. Quando le dicevo che dovevamo andare mi rispondeva: 'Ah Svi', dammi tregua con ‘sti orari'. Da lì il mio soprannome è diventato lo 'svizzero'. Una volta proclamato mi ha mandato un messaggio: 'Daje svizzero'.

Sul suo nome c'è stata una convergenza ampia frutto di un accordo politico che ha coinvolto quasi tutte le correnti del partito. Soddisfatto?
Sicuramente sono molto felice della convergenza. Durante il congresso c'è stati gli interventi di Marco Osnato e Riccardo Truppo che appoggiavano l'amico Enrico Turato: mi ha fatto piacere sentire parole di apprezzamento sul mio nome. Adesso sta a me ripagare questa fiducia e questa stima. Insieme alla mia vice Deborah Dell'Acqua stiamo già lavorando ai nomi del coordinamento e dei dipartimenti. Non stiamo ragionando sulle aree di appartenenza ma sulle figure più pertinenti e capaci. Questo sarà il mio modo di lavorare.

Come sarà organizzato il coordinamento cittadino?
Il congresso ha eletto 13 dei 20 membri del coordinamento cittadino. Essendoci stato un accordo politico, gli altri 7 li dobbiamo indicare insieme io e Deborah. Ma non ci siamo messi lì con il pallottoliere sulle varie correnti. Poi ci sono i dipartimenti. Stiamo verificando quali sono quelli che hanno lavorato bene, e nel caso li riconfermeremo, e quali invece sono stati un po' trascurati, essendo comunque tutti rappresentanti volontari che hanno anche altri impegni.

A FdI toccherà indicare il nome del prossimo candidato sindaco di Milano.
Non possiamo sottrarci dalla responsabilità di essere il primo partito del centrodestra a Milano. Il peso all'interno del coalizione è cresciuto e ci assegna automaticamente una responsabilità maggiore. Quello che dobbiamo migliorare sono i tempi di scelta, senza arrivare all'ultimo minuto per indicare un candidato. E poi dobbiamo scrollarci di dosso quella cattiva eredità dell'anti-politica lasciata dal M5s nella mentalità della gente. Un candidato non deve essere per forza un non politico. Sicuramente non si deve precludere nessuna scelta, anche un civico può andare bene. Ma il governo Meloni ha cambiato questa indicazione: la strada vera è la buona politica, non l'anti politica.

Anche il centrodestra, però, scelse un candidato civico alle scorse comunali.
Il nostro compito è trovare un buon politico che rappresenti il nostro partito e poi proporlo agli alleati. Il candidato non deve essere per forza della società civile. Detto questo bisogna anche essere elastici. Se si troverà convergenza su un civico si possono fare dei ragionamenti. Dico che essere un politico non deve essere una 'deminutio'.

Come risponde a chi dice che per Milano ci vuole un candidato moderato?
Non mi è mai piaciuta troppo la definizione 'moderato'. Ci vuole un centrodestra aperto a tutti, ovviamente con le giuste misure. Al nostro interno abbiamo delle persone che si sono unite a noi nel tempo pur arrivando da altre realtà. Per esempio in Regione abbiamo il vicepresidente Marco Alparone che ha una storia completamente diversa da tutti noi, così come altri esponenti che vengono da Forza Italia e da Cl. Tutte persone che amministrano molto bene. Nel complesso la nostra è una classe dirigente preparata e che viene da ontano, da un lungo percorso politico iniziato nei licei e nelle Aule delle Università, dove, su 500 studenti, solo in 10 ti applaudivano mentre gli altri 490 erano contro...