Museo del Novecento: prosegue la digitalizzazione delle opere
Dopo "Il Quarto Stato", è la volta di tre dipinti di Boccioni, e di uno ciascuno di Modigliani, di Kandinskij e di Klee
Museo del Novecento: prosegue la digitalizzazione delle opere
Dopo "Il Quarto Stato", è la volta di tre dipinti di Boccioni, e di uno ciascuno di Modigliani, di Kandinskij e di Klee: il Museo del Novecento di Milano prosegue il percorso di digitalizzazione dei suoi capolavori. Una nuova opportunità che, come ci ha spiegato la conservatrice del museo, Danka Giacon, offre due tipi di vantaggi. "Da un lato, dal punto di vista conservativo - ha detto ad askanews - perché ci permette di monitorare lo stato di conservazione entrando nel dettaglio ad altissima risoluzione di questi quadri, così da poterli monitorare in futuro per quello che riguarda la superficie pittorica o il supporto. Dall'altro lato permette anche di ampliare la curiosità del visitatore, che ha voglia di andare a studiare o a confrontare più nel dettaglio alcune opere dello stesso artista, andando a curiosare alcuni dettagli e specificità dell'opera".
La tecnologia gigapixel: 300 punti per pollice per entrare nel dipinto
Come riferisce Askanews, a consentire la digitalizzazione dei quadri è la tecnologia gigapixel dell'azienda Haltadefinizione, di cui Luca Ponzio è il fondatore. "Grazie a questa tecnologia - ci ha dato - siamo in grado di acquisire un'opera d'arte con una risoluzione molto alta, parliamo anche di 300 punti per pollice. Questo significa che quando si guarda un'immagine in alta definizione ripresa in questo modo, hai la possibilità di entrare nel dipinto fino a esplorarne il micro-dettaglio: le pennellate, la composizione della materia, la trama della tela". Fotografie dettagliatissime, che poi diventano file digitali, ma hanno anche la possibilità di venire stampate in vere e proprie copie fisiche delle opere. Avendo comunque come prospettiva il coinvolgimento diretto del pubblico nello spazio del museo. "Il nostro obiettivo - ha concluso Danka Giacon - è sempre quello di portare il visitatore a vedere dal vivo i capolavori della collezione, perché sicuramente l'esperienza non è sostituibile con il digitale". Ma questo comunque gioca un ruolo importante di supporto per allargare il pubblico, in particolare i più giovani e i più lontani, e invitare poi alla visita di persona.