Oltre l’impressionismo: De Nittis, l’italiano che conquistò Parigi e Londra
A Palazzo Reale di Milano la mostra dedicata al pittore che espose al fianco degli impressionisti e che fu amatissimo tanto a Parigi quanto a Londra
Oltre l’impressionismo: De Nittis, l’italiano che conquistò Parigi e Londra
De Nittis impressionista oppure no? De Nittis artista da annoverare tra i più talentuosi della sua generazione o pittore abile a rendere accessibile al grande pubblico la formula dei veri maestri? Il dibattito attorno alla figura del pittore barlettano, ma più parigino dei parigini, è aperto da centocinquantanni. Nel pensare alla parabola artistica di Giuseppe De Nittis non si può ignorare un pensiero: egli si spense ad appena trentotto anni di età nel 1884. Nonostante avesse già dato grandi prove di sè ed il suo nome fosse quotatissimo tra Parigi e Londra, quanto ancora avrebbe potuto esprimere nella propria piena maturità? Una suggestione ed un rammarico destinati purtroppo a rimanere tali. E torniamo dunque ai quesiti iniziali. La risposta è che si tratta di considerazioni che in definitiva non riguardano De Nittis stesso, ma i limiti intrinsechi della critica d'arte e della storia dell'arte. Che, per dare forma al proprio racconto, sono inevitabilmente attratte da formule destinate a rivelarsi come semplificazioni.
De Nittis, impressionista anomalo
De Nittis, unico non francese, espone alcune opere il 15 aprile 1874 in boulevard del Capucines, nello studio del fotografo Nadar. E' la mostra che dà l'avvio alla rivoluzione impressionista. Ma la sua presenza, caldeggiata dall'amico Degas, non è ben vista all'interno della stessa cerchia di pittori. La mostra da Nadar resta ad ogni modo un episodio. Ed è lo stesso De Nittis a riservare parole non particolarmente tenere nei confronti degli impressionisti. Nelle sue corrispondenze denuncia: "Qualche volta arrivano a essere informi, tanto è in loro predominante la sola macchia dal vero". Ma l'ammirazione per Manet e per l'amico Degas è totale e lo porta anche a collezionare alcune loro opere.
Non è improprio un parallelo con il più giovane spagnolo Joaquin Sorolla. Lo suggerisce implicitamente anche il percorso proposto dal Palazzo Reale di Milano. Che dopo aver dedicato una personale al pittore iberico ad inizio 2022, celebra ora l'autodidatta italiano con una mostra visitabile sino al 30 giugno 2024. Entrambi pittori mediterranei innamorati della luce e dotati di una perizia tecnica decisamente sopra la media, approdano a Parigi e si aprono totalmente alla modernità che la Ville Lumiere irradia in ogni suo aspetto. Intercettando, per rielaborarla, la freschissima e dirompente lezione di quelli che in quegli anni sono gli artisti più innovativi e radicali sulla piazza, ovvero gli impressionisti. Ma anche, al contempo, immergendosi con genuino entusiasmo nella viva corrente della intensa vita sociale e mondana della capitale francese.
De Nittis e Léontine Lucile Gruvelle protagonisti della scena parigina
In questo De Nittis e l'amata moglie Léontine Lucile Gruvelle sono degli autentici portenti: i sabati sera presso la loro abitazione diventano uno degli appuntamenti più attesi dal bel mondo parigino, dove si possono incontrare abitualmente Degas, Manet, Caillebotte, Goncourt, Claretie, ma dove marcano visita anche Dumas figlio, Oscar Wilde, Zola, Gustav Dorè, la principessa Mathilde Bonaparte, Maupassant. Un ruolo da socialite che certo non sfavorisce la carriera artistica di De Nittis, attento come ogni artista di successo a quelle che oggi definiamo le public relation.
Quella di De Nittis, seppur breve, è una traiettoria di grande fortuna: approdato a Parigi letteralmente senza un soldo e senza nemmeno parlare la lingua, la conquista come solo un altro italiano, Giovanni Boldini, riesce a fare in quegli anni. Il successo che subito gli arride resta però il "peccato capitale" per De Nittis, poichè ottenuto sotto l'ala del potente mercante Adolphe Goupil, conosciuto al suo primo approdo in Francia nel 1867. Questi lo indirizza verso una pittura facile, a misura di (facoltosa) committenza.
De Nittis: gli anni dell'evoluzione pittorica
Ma non dura molto: allo scoppiare della guerra franco-prussiana De Nittis torna a Napoli - dove già aveva vissuto dal 1860 formando con Marco De Gregorio, Federico Rossano, Raffaele Belliazzi ed il decisivo contributo dello scultore toscano Adriano Cecioni, la "scuola di Resina" - per immortalare una suggestiva eruzione del Vesuvio. Istantanee fotografiche e dal taglio ardito che mostrano un De Nittis pronto ad abbandonare le scenette in costume tanto care ai clienti di Goupil per lanciarsi nel racconto della contemporaneanità parigina. Tra le numerose memorabili vedute che nascono negli anni Settanta, spicca "La place des Pyramides", presentata e premiata al Salon nel 1876 e dominata dalle imponenti impalcature per la ricostruzione del Pavillon Marsan del Louvre, con la brulicante vita cittadina sottostante. Non disdegnando rappresentare le dame parigine vestite all'ultimissima moda (le cosidette Parisienne invidiate ed imitate dall'alta borghesia di tutta Europa), De Nittis raggiunge i risultati artisti più elevati raccontando la città innevata nell'inverno del 1874-1875, attraversata da elegantissime signore avvolte in pellicce o intente a pattinare sul ghiaccio.
Dopo Parigi, Londra. L'omaggio di Van Gogh e la fine prematura
Nel 1874 De Nittis inizia a frequentare stabilmente Londra. Ed anche della capitale londinese riesce a catturare l'essenza, con paesaggi metropolitani e scene di vita quotidiana che destano immediatamente grande impressione. L'amico James Tissot lo introduce al banchiere Kaye Knowles, che ne diviene collezionista e grande promotore tra i suoi pari. Londra ama - riamata - De Nittis almeno quanto Parigi. Le due più innovative e vivaci città europee tributano il loro omaggio all'italiano. Infatuazione borghese nei confronti di un pittore abile a individuare e toccare le corde giuste? Il dubbio viene fugato da un giudizio la cui autorevolezza non lascia margini. Nel 1875 Vincent Van Gogh scrive al fratello Theo di aver ricevuto una veduta di Westminster realizzata da De Nittis: "Quando ho visto questo quadro ho sentito quanto amassi Londra".
Ma le due città, con i loro ritmi frenetici, le ambizioni e la competitività, logorano anche Di Nittis, che gradualmente preferisce sempre più trascorrere del tempo nella dimora di campagna a Saint-Germain-en-Laye. Qui nascono gli ultimi capolavori, come "Colazione in giardino" del 1884, immagine di felice evasione estetica e dello spirito, con protagonisti la moglie ed il figlio Jacques. Muore nell'agosto dello stesso anno. Riposa tra i grandi di Parigi al cimitero Père Lachaise. Il suo epitaffio porta la firma di Alexandre Dumas figlio: "Qui giace Joséph de Nittis (1846 - 1884) morto a trentotto anni in piena giovinezza, in piena gloria, come gli eroi ed i semidei".