Omicidio di Garzeno: fermato un minorenne per l'uccisione dell'ex vicesindaco Montini, l'alibi non regge
I carabinieri sono risaliti al ragazzo a seguito di test del DNA svolti sugli abitanti. La famiglia: "Era a scuola guida", ma le telecamere smetiscono l'alibi
Omicidio di Garzeno: fermato un minorenne per l'uccisione dell'ex vicesindaco Montini, l'alibi non regge
A quasi un mese dall'omicidio, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Como hanno sentito nella mattinata di lunedì 21 ottobre una persona coinvolta nell'assassinio di Candido Montini, 76 anni, avvenuto nella frazione di Catasco di Garzeno lo scorso 24 settembre. L'ex vicesindaco di Garzeno è stato ucciso nella sua abitazione e sul suo corpo erano state ritrovate diverse ferite da arma da taglio al collo e all'addome.
Il sospettato è un ragazzo minorenne originario della frazione di Catasco che è stato portato al comando provinciale dei carabinieri di Como e interrogato perché sembrerebbe essere emersa dai rilievi scientifici una connessione col Dna trovato sulla scena del delitto. Nei giorni scorsi, infatti, gli abitanti di Garzeno, poco più di un centinaio e quasi tutti anziani, si erano messi in coda per sottoporsi volontariamente al test del Dna da compararsi con le tracce biologiche lasciate sul luogo del crimine e sul coltello da cucina col quale è stato colpito il commerciante di 76 anni.
L'alibi smentito dalle telecamere
Nonostante il ragazzo continui a negare ogni coinvolgimento, sostenendo di essere stato a scuola guida al momento del delitto, le indagini sembrano smontare il suo alibi. Le telecamere di sorveglianza lo avrebbero ripreso mentre si allontanava dal paese subito dopo l'omicidio, e tracce del suo DNA sarebbero state rinvenute sulla scena del crimine. Gli inquirenti ipotizzano che il 17enne sia entrato nella casa della vittima per rubare e sia stato sorpreso dal 76enne.
Chi era Montini: "protagonista della storia del paese"
Montini, vedovo, due figli, era in pensione da qualche tempo ma continuava ad alzare ogni mattina la saracinesca della piccola bottega e a preparare le ceste del pane che, per una vita intera, aveva portato casa per casa. Tutti lo conoscevano, anche per la sua attività politica come vicesindaco in anni lontani nel Psi e come consigliere in tempi più recenti con la lista dell'attuale sindaco, Eros Robba che lo aveva definito "protagonista della storia del paese". I carabinieri avevano trovato il suo portafoglio vuoto poco lontano dalla casa e dal negozio. Dall'autopsia era emerso che si sarebbe difeso dai venti fendenti sferrati dal killer.