Pacini (Pd): fossi in Sala esporrei subito la bandiera palestinese in Comune
Esporre sulla facciata del Comune la bandiera della Palestina, Lorenzo Pacini: "Sono assolutamente a favore". L'intervista
Lorenzo Pacini (assessore Pd al Municipio 1): fossi in Sala esporrei subito la bandiera palestinese
Fa discutere anche a Milano l'iniziativa del sindaco di Bologna Matteo Lepore che ha deciso di esporre sulla facciata del Comune la bandiera della Palestina: "Sono assolutamente a favore e se fossi il sindaco Sala replicherei subito anche a Palazzo Marino" spiega Lorenzo Pacini, assessore al Municipio 1 del Pd, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano. "Penso sia molto importante che i sindaci, che più di tutti rappresentano la comunità, si esprimano in questo senso" aggiunge Pacini, sottolineando che "è doveroso prendere una posizione".
Pacini, qualcuno ha storto il naso davanti all'iniziativa di Lepore.
Io credo che invece sarebbe importante se la esponessero tutti la bandiera palestinese. Non è una questione di destra o di sinistra ma di umanità, soprattutto rispetto a dei valori di cui tanto ci riempiamo la bocca. Dimostriamo che siamo capaci anche noi di prendere una posizione con un gesto che è sì simbolico, ma di grande impatto.
La comunità ebraica ha protestato. Vorrebbero che fossero esposte tutte e due le bandiere e parlano di incitamento all'antisemitismo.
Parlare di antisemitismo è folle in questo caso. E sono follie che rappresentano la linea politica di Netanyahu. Chi afferma queste cose sull'antisemitismo, sposa quello che dice Netanyahu. E per me è inaccettabile. Fare disinformazione e speculare sull'antisemitismo è solo dannoso.
Secondo il sindaco Sala sul tema sarebbe utile una discussione in Consiglio comunale.
Quello che dice Sala non è sbagliato. E comunque non mi sarei aspettato niente di diverso. Questa è la sua linea e riconosco della coerenza. Detto ciò, quello che fa Lepore è una cosa un po' diversa. Il sindaco rappresenta tutti i cittadini. A Milano c'è un'importantissima comunità palestinese, quindi anche nei confronti di questa comunità, che esiste, secondo me un sindaco potrebbe decidere di esporsi. Se fossi in Sala io la bandiera palestinese la esporrei subito. Lui dice cose legittime, ma a volte si può scegliere anche di essere un pochino più coraggiosi.
Il rischio non è quello di non riuscire più a scindere tra il governo Netanyahu e il popolo israeliano?
Non esistono colpe collettive, sono sempre individuali. In Israele le colpe non sono solo di Netanyahu, ma di tutto il governo e di tutto l'esercito. La gente la sa la differenza tra un fratello ebreo e un assassino israeliano. Poi si potrebbe discutere di cosa è la comunità israeliana oggi: c'è un clima di ferocia da parte dell'esercito israeliano che non ricordo di aver mai visto negli ultimi anni. Non mi ricordo di soldati che esultano quando bruciano libri o abbattono edifici dei civili. Di questo stiamo parlando. C'è un tema di responsabilità che è di tanti in Israele. Detto ciò non incolperò mai un israeliano, né tanto meno un ebreo, di quello che fa il suo governo o il suo esercito.
Cosa ne pensa del clima che si respira nelle università, a partire da quelle milanesi?
Ci sono state mobilitazioni importanti e vorrei sottolineare che, in generale, il movimento universitario italiano ha protestato nella stragrande maggioranza dei casi in maniera pacifica. Gli studenti non chiedono altro che coerenza e io sono d'accordo con loro. Se abbiamo interrotto i rapporti con la Russia, mi devono spiegare perché non è impossibile interromperli con Israele.