Fondazione Milano-Cortina, indagati ex ad Novari e altre due persone. Le CARTE

Corruzione e turbativa d'asta sugli appalti dei giochi olimpici invernali, tra gli indagati anche l'ex ad Vincenzo Novari

Redazione
Guardia di Finanza Gdf
Milano

Fondazione Milano-Cortina, indagati l'ex ad Novari e altre due persone

La Guardia di Finanza di Milano ha eseguito perquisizioni nella sede della Fondazione Milano-Cortina 2026 nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Milano per corruzione e turbativa d'asta sugli appalti dei giochi olimpici invernali.  Le accuse sono corruzione e turbata libertà d'incanto a carico di tre persone, nessuna delle quali è un dirigente o dipendente attuale della Fondazione.  I tre indagati, secondo quanto si è appreso, sono l'ex ad della Fondazione Milano-Cortina, Vincenzo Novari, un ex dirigente della fondazione e l'ex rappresentante legale della Vetrya, ora Quibyt, che si era aggiudicata l'incarico per lo sviluppo dei servizi digital delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026. 

 LE CARTE DI AFFARI: SCARICA IL DOCUMENTO

Perquisizioni alla Fondazione Milano-Cortina, tre persone indagate

L'operazione - coordinata dai pm di Milano Francesco Cajani e Alessandro Gobbis e dall'aggiunto Tiziana Siciliano - è estesa anche agli uffici di Deloitte, subentrata all'azienda umbra. Sono gli appalti per lo sviluppo dei servizi digitali della società Vetrya per le Olimpiadi e Paralimpiadi a essere finiti nel mirino dei pubblici ministeri. La Gdf deve eseguire un decreto di perquisizione e acquisire documenti relative alle gare vinte dalla società di servizi informatici e hosting, quotata in Borsa dal luglio 2016.

 

 

 

Le pressioni dell'imprenditore per le nomine nel comitato organizzatore

Sarebbe stato l'imprenditore Luca Tomassini della Vetrya spa, che si aggiudicò le gare sui servizi digitali, ad intervenire sull'allora ad di Fondazione Milano-Cortina 2026 Vincenzo Novari per "consentire" l'inserimento nel "comitato organizzatore delle Olimpiadi" e, in particolare, la nomina di Massimiliano Zuco a "direttore tecnico dei servizi digitali", con un "compenso complessivo" per quest'ultimo di oltre 857mila euro tra il 2020 e il 2022 e "con assegnazione di auto Smart" pagata dalla Vetrya. Lo si legge nel decreto di perquisizione firmato dai pm di Milano nell'inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano.

Agli atti, riporta Ansa, le "conversazioni WhatsApp" tra gli indagati, risalenti anche al "novembre 2019". Tomassini, dunque, sponsorizzò la nomina di Zuco che venne fatta "tramite l'intervento di Novari", che aveva già "rapporti" di conoscenza con lo stesso Tomassini. Nelle chat Tomassini, come si legge, avrebbe detto che quella Smart per Zuco sarebbe stata pagata dalla sua spa per le "cortesie" fatte "ultimamente" dallo stesso Zuco. Il nome della società Vetrya era già comparso negli atti dell'inchiesta coordinata dal pm Francesco Cajani - titolare anche di quest'ultima indagine assieme al collega Alessandro Gobbis e all'aggiunto Tiziana Siciliano - sulla presunta maxi truffa sui servizi di telefonia a carico, tra gli altri, di ex dirigenti di Wind.

Le pressioni per condizionare il televoto nella scelta della mascotte delle Olimpiadi a Sanremo

Secondo Procura e guardia di finanza di Milano ci sarebbero stati "interessi di carattere personale" per far sì che "uno dei due loghi di Milano-Cortina 2026" oggetto di un "televoto" pubblico e presentato per la prima volta sul palco della finale del Festival di Sanremo, vincesse sull'altro "in violazione dell'idea stessa di una 'giuria popolare'". E' quanto emerge dagli atti dell'inchiesta per corruzione turbativa d'asta che riguarda gli ex manager della Fondazione Milano Cortina, Vincenzo Novari, Massimiliano Zuco e l'imprenditore Luca Tomassini. La votazione pubblica sarebbe stata gestita "a livello tecnologico" dalla società Vetrya di Tomassini nei cui confronti Zuco avrebbe fatto pressioni "non giustificabili" per il suo ruolo e "funzioni" nella Fondazione. A vincere è stato il logo ribattezzato 'Futura' alternativo alla proposta 'Dado' sempre presentata all'Ariston. Nel comunicato stampa ufficiale del 30 marzo 2021 il Coni parlò di un emblema olimpico "scelto attraverso una votazione popolare online" per "la prima volta nella storia dei Giochi". Dalle carte dei pm di Milano non emerge se effettivamente le pressioni abbiano favorito il simbolo vincitore.

La Smart per Zuco pagata da Vetrya

Per "favorire l'affidamento delle gare relative al cosiddetto ecosistema digitale" alla Vetrya, l'ex ad della Fondazione Milano-Cortina 2026 Vincenzo Novari e l'ex dirigente Massimiliano Zuco avrebbero ricevuto da Luca Tomassini, rappresentante legale della società che si aggiudicò gli appalti, "somme di denaro e altre utilità", come "l'auto Smart per Zuco, pagata direttamente da Tomassini tramite Vetrya fin dal novembre 2019". Quelle gare, poi, sarebbe state assegnate alla società con fatture emesse per i lavori "da parte di Vetrya e Quibyt", entrambe amministrate da Tomassini, e pagate dalla Fondazione "per importi complessivamente non inferiori" a quasi 1,9 milioni di euro.

I pm: pressioni prima ancora che fosse nata la Fondazione

Sono tre gli "affidamenti" alla società Vetrya per il cosiddetto "ecosistema digitale" delle Olimpiadi invernali nel mirino dei pubblici ministeri di Milano che indagano per corruzione e turbativa d'asta. Si tratta degli appalti per lo sviluppo delle 'Piattaforme Web e Mobile', i "servizi licensing Office 365, Hosting in Cloud e Operation" e "implementazione Microsoft Azure Information Protection" per complessive fatture per 1.895.346,6 euro.

Secondo gli inquirenti, dalla chat di WhatsApp e le carte acquisite è "documentalmente accertato" che l'imprenditore indagato Luca Tomassini si attivi sul tema Olimpiadi "appena viene reso pubblicamente noto il nominativo" di Vincenzo Novari come Ceo della Fondazione olimpica che ancora "non era stata costituita". In particolare i pm indagano su 816.859,60 euro di fatture emesse tra il 30 settembre 2020 e il 30 aprile 2022 dalla Vetrya (poi finita in liquidazione) e altre fatture per 1.078.487 di euro alla Quibyt srl costituita sempre da Tomassini affittando anche un ramo d'azienda dalla precedente appaltatrice.

Milano-Cortina, Abodi:  l'indagine dispiace, ma non siamo preoccupati

"Ne siamo stati informati come voi, aspettiamo di capire. La Guardia di Finanza fa un lavoro egregio e ha il nostro sostegno. Ora vediamo le risultanze dell'indagine che non è mai motivo di soddisfazione e orgoglio, ma nemmeno di preoccupazione". Lo ha detto il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, a margine dell'incontro col il Roma Club Gerusalemme commentando le perquisizioni sulla fondazione Milano-Cortina. "La fondazione deve essere ed è una casa di vetro - ha aggiunto -. E chiunque voglia guardarci dentro deve trovare le risposte sulla trasparenza e sui comportamenti gestionali". 

Appalti Milano-Cortina, Malagò: "Lo sport è vittima"

"C'è massima disponibilità nel fornire tutte le carte, ma penso che ancora una volta, al di là della speranza che ci sia bontà nell'operato e garanzia dell'innocenza, lo sport in termini di immagine sia vittima di tutto questo". Lo ha detto il presidente del Coni e della Fondazione Milano-Cortina, Giovanni Malagò, in merito alle perquisizioni dalla GdF in Fondazione. "La procura voleva chiarimenti su posizioni che riguardano tre persone: l'ex ad, un responsabile di settore e un imprenditore - ha aggiunto -. Ricordo poi che il Cio chiese e pretese una presidenza legata allo sport e un ad legato e designato dal mondo della politica". 

Tags:
fondazione milano-cortinaindagatiperquisizioni