Pifferi, i propositi antisociali della psicologa: Vittime di società sbagliata

Una delle due psicologhe di San Vittore indagate per falso ideologico nel caso Pifferi: "Sono nel centro del potere, cambio il sistema"

Redazione
Alessia Pifferi
Milano

Caso Pifferi, i propositi anti-sociali della psicologa indagata

"Siamo vittime di una societa' sbagliata () Credo che una goccia comunque scavi la roccia e perche' io non ho cambiato perche' sono nel centro del potere invece di fare la rivoluzione che mi sarebbe molto piu' piaciuto". E' quanto ha detto una delle psicologhe in servizio a San Vittore, indagata per falso ideologico e favoreggiamento nel caso di Alessia Pifferi, in un colloquio con un'altra detenuta.  Indagate sono due psicologhe ma anche l'avvocato che difende la madre della piccola Diana.

I presunti moventi antisociali della psicologa di San Vittore

Una conversazione intercettata che il pm Francesco De Tommasi ha valorizzato per sostenere il movente "antisociale" della professionista: "Puo' essere definita un'eversiva, che nella vita avrebbe preferito essere artefice di una vera e propria 'rivoluzione' e che invece ha poi optato, sfruttando la propria posizione di potere, per una 'rivolta', contro lo Stato e la societa', lenta e 'discreta', condotta 'scavando la roccia goccia dopo goccia'".

L'obiettivo delle psicologhe secondo i pm: ottenere la perizia psichiatrica su Alessia Pifferi

Le valutazioni del pm sono contenute in una memoria allegata al decreto di perquisizione eseguito ieri nei confronti della professionista e una collega accusate di aver preparato Pifferi, imputata per l'omicidio pluriaggravato della figlia Diana, "esclusivamente" per fornire un "pezza d'appoggio, sino a quel momento mancante per assenza di qualsivoglia trascorso psichiatrico dell'imputata, al fine di poter fondare con successo una richiesta di perizia psichiatrica sull'imputabilita'".

Il pm sulle psicologhe: "Introducono risultati favorevoli a Pifferi falsificando gli esiti dei colloqui"

Il pm adombra anche il fatto che le due psicologhe possano aver agito "forse su suggerimento di qualcun altro" per creare quella "pezza giustificativa" che "consentisse di motivare nel processo una richiesta di perizia", poi "disposta". Le psicologhe, si legge ancora nella memoria, nelle intercettazioni si pongono "esplicitamente, direttamente e immotivatamente in contrapposizione con questo pm", per "introdurre" risultati "favorevoli alla Pifferi" e con un "lavoro in un certo qual modo clandestino".

E falsificano, spiega ancora, "in maniera anche plateale" gli esiti "dei colloqui con la detenuta". In un colloquio intercettato, lo scorso novembre, con la detenuta Lucia Finetti sempre la psicologa di 58 anni "suggerisce" a quest'ultima di assumere l'atteggiamento di "una partita a scacchi" rispetto "al processo a suo carico", con riguardo ad un possibile patteggiamento in appello.

La professionista "si comporta da avvocato difensore e non da psicologa"

Si comporta "da avvocato difensore e non da psicologa" e per darle consigli cita anche "ciò che le disse in un'occasione il boss mafioso Badalamenti". Nella memoria il pm riporta, poi, tutta una serie di atti e relazioni per dimostrare la "piena capacità cognitiva" di Pifferi, tra cui anche la videoregistrazione dell'interrogatorio del luglio 2022. E vengono, dall'altro lato, riportate integralmente anche le relazioni delle psicologhe nelle quali scrivevano che il "sogno di vita perfetta" di Pifferi "potrebbe avere quindi oscurato la sua capacità nel prevedere le conseguenze pratiche del suo gesto". E ancora, come riferisce Ansa: "E' assolutamente credibile - scrivevano - quando dice che amava sua figlia e che non avrebbe voluto farle del male".

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