Pillitteri, la camera ardente: garofani rossi per l'ex sindaco di Milano

Hanno voluto rendere omaggio all'ex sindaco Beppe Sala, Gabriele Albertini e Maurizio Lupi, insieme ai familiari

Aperta la camera ardente di Paolo Pillitteri. Fonte LaPresse

Milano

Pillitteri, la camera ardente: garofani rossi per l'ex sindaco di Milano

E' stata aperta alle 9 del mattino di lunedì 9 dicembre la camera ardente dell'ex sindaco di Milano Paolo Pillitteri a Palazzo Marino. Quattro ceste di garofani rossi, simbolo de PSI di cui è stato componente di spicco, e una sua foto adornano il feretro; dietro, invece, è stata posta la corona di fiori del comune di Milano. I primi ad arrivare sono stati i figli Stefano e Maria Vittoria insieme alla moglie Cinzia Gelati, l'ex sindaco Gabriele Albertini e Maurizio Lupi. Ad aprire la camera ardente è stato il sindaco Beppe Sala che ha omaggiato il feretro e salutato i familiari. Sabato mattina la salma sarà traslata nella tomba di famiglia a Postalesio, suo paese natale in Valtellina.

Albertini: "Pillitteri, uomo di grande umanità che ha rigenerato Milano"

Paolo Pillitteri è stato "un uomo sensibile, amabile e di grande umanità, che ci dispiace non sia più con noi". Così lo ricorda l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini. "Era un amico, un predecessore, una persona che ha dato molto a Milano, ma soprattutto l'ha rigenerata sul piano culturale: erano momenti particolari che ha saputo vivere e amplificare dando un suo connotato di inventiva e creatività. Peccato non sia più con noi", ha concluso. 

Lupi e il ricordo della Milano da bere di Pillitteri

Pillitteri "ha sempre amato la città quindi credo che oggi gli si debba tutti in modo trasversale un grande contributo". Lo ha detto il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, che poi ha condiviso "un ricordo di quando eravamo ragazzi e di quella Milano da bere che negli anni '80 aveva riportato grande la città. Poi Tangentopoli e la Milano che si rialza e anche la testimonianza ostinata e cosciente di un socialismo, di una proposta politica riformista che nasce da Milano e che da Milano è proseguita", ha aggiunto.

Il ricordo del figlio Stefano: "Con mio padre, Milano era viva e libera"

"La storia di mio padre è molto lunga per quanto riguarda il legame con palazzo Marino, perchè inizia nel 1971 quando diventa assessore alla cultura. Dopodichè questo palazzo ha rappresentato moltissimo per mio padre, non soltanto negli anni da assessore ma anche in quelli da sindaco". Lo ha detto il figlio, Stefano Pillitteri. "Sono stati anni molto particolari per questa città e per un lungo periodo sono stati definiti gli anni della Milano da bere con un'accezione abbastanza demonizzante. A distanza di tempo tutti siamo in grado di poter vedere che cos'era quella città che non era semplicemente né dei rampanti né del cinismo ma era una città estremamente ricca di iniziative; estremamente viva ed estremamente libera. E il fatto che mio padre sia stato sindaco in quel momento di culmine di Milano (negli anni in cui era sindaco finì sulla copertina di Time) è stato il coronamento di una sua carriera amministrativa fortemente incentrata in questa città". "Sugli altri anni" specie quelli di Tangentopoli, anni delle Inchieste milanesi in cui fu condannato, "sarebbe bello calasse l'oblio, ma non è possibile, perchè dobbiamo essere consapevoli che quello che è successo dal 1992 in poi ha cambiato il Paese, ha cambiato la cittè e ognuno è in grado di dare un giudizio", ha concluso. 

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