E intanto il consiglio comunale milanese si occupa della strage del Cibeno...
Ma di cosa discutono i consiglieri comunali a Palazzo Marino? Rassegna senza pretese statistiche dei punti affrontati nell'ultima seduta. Sicurezza e urbanistica ci sono, ma sgomitano tra tanti (troppi?) temi identitari...
Consiglio comunale a Milano
E intanto il consiglio comunale milanese si occupa della strage del Cibeno...
E la politica intanto che fa? La domanda può suonare demagogica e vagamente populistica. Ma proviamo a rispondere nel modo più oggettivo e letterale possibile. Milano è una città complessa - come qualsiasi grande metropoli - la cui gestione richiede altrettanta complessità. E ci sono alcuni temi contigenti che negli ultimi mesi hanno assunto una rilevanza particolare. Pensiamo in particolare alle questioni relative all'edilizia, tra inchieste sull'urbanistica, il destino del Salva Milano, il costo proibitivo delle case per ampie fasce della popolazione. C'è il tema delle periferie, in subbuglio dopo la vicenda legata a Ramy Elgaml e con la grande sfida dell'integrazione degli italiani immigrati di prima e seconda generazione. C'è l'ormai imminente appuntamento con le Olimpiadi 2026. I trasporti. La sicurezza. I tagli dal Governo che mettono a rischio servizi essenziali.
Ieri si è tenuta una seduta del consiglio comunale. Facciamo allora questo semplice esercizio, senza alcuna pretesa di validità scientifica, ma come una sorta di "carotaggio a campione": di cosa si sono occupati i consiglieri eletti a Palazzo Marino e quanto i temi affrontati sono vicini alle problematiche che maggiormente preoccupano i mlianesi?
Dall'Iran ai documentari, sino alla strage del Cibeno: di cosa discutono a Palazzo Marino
Premesso che l' "antipasto" è stato il sit in del consigliere Daniele Nahum, che ha fumato uno spinello light contro le politiche proibizionistiche del Governo, l'elenco delle mozioni e degli ordini del giorno è stato corposo. E molto, molto variegato.
Si è infatti ad esempio discusso della proiezione del documentario "No other land". Della liberazione di Alberto Trentini. O di uno striscione in ricordo di Mahsa Amini e delle donne iraniane uccise. Di cittadinanza onoraria alla studentessa iraniana Ahoo Daryaei e di condanna del regime degli ayatollah. Della promozione del referendum. Dell'intitolazione di una via o un giardino ad Ermanno Azzali e di un luogo simbolico a Leone Jacovacci. Dell'intitolazione di un luogo della città ai docenti universitari che non giurarono fedeltà al fascismo. Dell'attivazione di percorsi di ricerca e studio per recuperare la memoria della strage del Cibeno. Tutti temi indubbiamente dal grande valore ideale, ma forse poco legati alle specifiche problematiche milanesi.
Le questioni identitarie: il Remigration Summit, spazi intitolati a figure femminili...
Proseguendo nella lettura di mozioni e ordini del giorno, diverse anche le questioni "identitarie": l'adesione alla Rete mondiale delle Learning cities UNESCO. L'adesione del Comune di Milano alla campagna di Emergency “R1PUD1A”. Moltiplicare gli spazi per ricordare la figura femminile all’interno della società milanese. Impedire lo svolgimento del “Remigration summit”. Anche qui, il dubbio può sorgere: ma a quanti milanesi interessano realmente questi - pur nobili - temi?
Sicurezza ed urbanistica: le mozioni ci sono, ma devono sgomitare
Non sono mancati - diciamolo qui chiaramente - altri punti all'ordine del giorno che hanno opportunamente acceso i riflettori su concreti problemi piccoli e grandi della vita amministrativa milanese. Istituzione di un tavolo permanente con gli acquirenti di immobili in edifici coinvolti nelle indagini della Procura. Norme sul patrimonio edilizio dismesso, la chiusura dei campi nomadi irregolari. Interventi urbanistici in zone specifiche della città. Assegnazione di immobili comunali. Un odg sullo stato della sicurezza in città. Una mozione per Area C e parcheggi gratuiti nelle strisce gialle e blu per medici e pediatri. Un'altra mozione per rinviare i nuovi divieti di accesso nelle Aree B e C. L'elenco non è completo. Si potrebbe concludere dunque che alcune questioni di grande concretezza sono state messe sul tavolo. Ma che sembrano dover sgomitare con numerose altre tematiche "varie ed eventuali" che rischiano di togliere tempo ed energie al dibattito cittadino.
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