Rapinata e violentata in ascensore, 8 minuti di terrore: "Credevo di morire"

Violenza nel Milanese, l'aggressore è un 31enne libico irregolare e con un ordine di abbandonare l'Italia mai eseguito. La vittima: "Credevo di morire"

Milano
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Rapinata e violentata in ascensore, otto minuti di terrore: "Credevo di morire"

Otto minuti di terrore rinchiusa in ascensore con il suo rapinatore e violentatore. La 44enne di Segrate, Comune nel Milanese, ha raccontato l'incubo che ha vissuto: "Una volta entrata in ascensore, mentre premevo il tasto del piano, sentivo la porta da cui ero entrata poco prima sbattere e subito compariva un ragazzo che in tutta fretta si fermava tra le porte dell'ascensore bloccandolo".

L'aggressore è irregolare in Italia

L'aggressore è Hamza Sara, 31enne di origini libiche, irregolare, con diversi precedenti e un ordine di abbandonare l'Italia mai eseguito: è stato individuato e arrestato dai carabinieri 17 giorni dopo i fatti a Trezzo sull'Adda. Ad incastrarlo un'impronta sullo stipite dell'ascensore e l'esame del Dna. Una violenza «di particolare crudeltà consumata con estrema freddezza» che «dimostra una personalità particolarmente pericolosa e priva di qualsiasi controllo», come scrivono i magistrati Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro nel decreto di fermo.

La ricostruzione degli otto minuti da incubo e le indagini 

Come ricostruisce il Corriere, la donna era appena rientrata a casa, in un quartiere residenziale, dopo aver passato la serata con un'amica ad un corso di cucina. Arrivata all'ascensore ha avvertito una presenza alle spalle. Le porte dell'ascensore si sono riaperte all'improvviso: «Non l'avevo mai visto. Era giovane, nordafricano, cappuccio della felpa in testa e mascherina chirurgica». Quindi l'aggressione: "Mi ha colpito con il palmo della mano sulla tempia - ha messo a verbale - e mi diceva di stare zitta che altrimenti mi avrebbe ammazzato".

La donna gli ha consegnato i 35 euro che teneva nel portafoglio ma l'aggressore invece di fuggire ha iniziato a slacciarsi i pantaloni: "L'ho implorato più e più volte di non farmi del male. Ero pietrificata dalla paura. Pensavo di morire". La donna è stata abusata per otto interminabili minuti: "Mi minacciava che non avrei dovuto dire nulla facendomi credere che conoscesse il mio nome". Poi l'uomo ha sentito un rumore e si è allontanato: "Devo andare dalla mia fidanzata", le sue ultime parole. La vittima è riuscita a dare una dettagliata descrizione del suo aguzzino ai carabinieri, che lo hanno individuato grazie ad alcuni fotogrammi delle telecamere alla stazione di Pioltello.