Regione Lombardia e fine vita, Fratelli d'Italia contesta la scelta di Fontana
Il governatore lombardo relaziona l'aula sul primo caso di suicidio assistito nella regione: "La paziente aveva i requisiti richiesti dalla Corte, abbiamo agito in autotutela". Ma Garavaglia (FdI): "Andati oltre le proprie competenze"
Regione Lombardia e fine vita, Fratelli d'Italia contesta la scelta di Fontana
Il primo caso di suicidio assistito in Lombardia, avvenuto lo scorso gennaio, e' approdato nell'aula del Consiglio regionale della Lombardia. In apertura di seduta, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha svolto un'informativa sul caso. "In Lombardia l'ASST Fatebenefratelli - Sacco, e' stata depositaria di una richiesta di suicidio medicalmente assistito: ricevuta la richiesta, e' stato nominato il Collegio per la valutazione delle quattro condizioni stabilite dalla Corte costituzionale, e' stato allertato il Comitato Etico territorialmente competente. Sono seguite interlocuzioni valutative tra il Collegio e la richiedente", ha sottolineato il governatore. "Da ultimo - ha proseguito -, il Comitato Etico ha reso il proprio parere certificando che la paziente fosse in possesso dei quattro requisiti stabiliti dalla Corte. Si precisa che la procedura di autosomministrazione non ha interessato il Servizio Sanitario Regionale, la prescrizione del farmaco e' stata effettuata dal medico di fiducia individuato dalla paziente ed il farmaco e' stato fornito, cosi' come avvenuto in analoghi casi nelle altre regioni, da parte dell'Azienda sanitaria territorialmente competente".
Fontana sottolinea che "di questi fatti non e' stato possibile dare evidenza e informazione in ragione della richiesta di riservatezza da parte dei legali dell'interessata. Questo procedimento e' avvenuto in un quadro di autotutela dell'ente Regione affinche' venisse evitata la soccombenza di fronte ad un giudice, come avvenuto in altre regioni italiane, per cosi' consentire che venissero superate le condizioni di impossibilita' dovute alla condizione fisica del soggetto interessato dalla procedura".
"Auspico che il Parlamento" sul Fine vita "si attivi, finalmente e nel breve, cosi' da definire dei punti fermi che il contesto impone, a tutela e rispetto dell'umanita' e del dolore delle persone. Una normativa chiara, definitiva e certa e' innanzitutto una questione di civilta'". Il governatore ha poi ricordato che l'aula "lo scorso 19 novembre, ha votato una pregiudiziale di costituzionalita' del progetto di legge di iniziativa popolare promosso dall'Associazione Luca Coscioni per incompetenza a trattare la materia del Fine vita, in assenza di un quadro normativo nazionale che faccia chiarezza nel lacunoso e frastagliato contesto attuale".
Garavaglia (FdI): "Regione Lombardia andata oltre le proprie competenze"
"Oggi esprimiamo insoddisfazione e amarezza perche' riteniamo che Regione Lombardia si sia spinta troppo in la' andando oltre il confine che le compete. Non esiste alcun diritto al suicidio medicalmente assistito. Non c'e' obbligo che il sistema sanitario fornisca il farmaco letale", quindi "chiediamo che ci si fermi". Lo ha detto il capogruppo di FdI in Regione Lombardia, Christian Garavaglia, intervenendo in aula dopo l'informativa del governatore Attilio Fontana sul primo caso di suicidio assistito in Lombardia.
"Presidente - ha detto Garavaglia rivolgendosi a Fontana - ti abbiamo sostenuto e ti sosteniamo, tuttavia su questa tematiche le nostre posizioni sono differenti. Ciascuno ha la propria visione e posizione sul suicidio assistito. Non intendiamo riaprire il dibattito sui contenuti, siamo stati chiari: siamo dalla parte di chi tutela la vita, di chi promuove un sistema efficiente cure palliative, siamo dalla parte di chi organizza un servizio sanitario non impegnato a trovare procedure per eliminare sofferenti. Le cure palliative rimangono gli unici strumenti idonei per accompagnare il malato", ha aggiunto il capogruppo FdI.
"Mentre i gruppi regionali si confrontavano e dibattevano - ha accusato - nelle commissioni regionali e qui in aula, con il Consiglio regionale che ha approvato la questione pregiudiziale che stabiliva a chiare lettere che non e' competenza regionale, in parallelo la nostra Regione andava avanti in direzione opposta. Non possiamo accettare questo metodo, che ci sia un metodo parallelo rispetto all'aula svoltosi senza coinvolgimento gruppi regionali. Che medici ss si mettano a interpretare sentenze corte costituzionale. Siamo distanti da tutto cio'. Crediamo che la miglior tutela per la Regione sia tutela vita di fronte a quella della morte"
Corbetta (Lega): "Sul fine vita non abbiamo la posizione granitica di FdI"
Sul Fine vita "prendiamo atto della posizione cosi' granitica degli amici di FdI, noi non siamo cosi' granitici" ma come ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, "penso che la liberta' di coscienza sia la scelta piu' giusta, non possono esserci indicazioni di partito" su questo tema. A dirlo e' il capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Lombardia, Alessandro Corbetta, nel corso della discussione in aula sul primo caso di suicidio assistito in Lombardia.
"Crediamo che il lavoro dei giudici della Corte Costituzionale debba essere rispettato. L'intervento della Corte e' frutto della mancanza della politica e quando la politica non fa il suo mestiere sappiamo che interviene la magistratura", ha aggiunto Corbetta. Al fianco al Fine vita, sostiene il capogruppo, "crediamo sia altrettanto importante il lavoro della Regione a sostegno delle cure palliative". Comunque "noi condividiamo le parole del presidente Fontana e sosteniamo la giunta affinche', in attesa di una non piu' rinviabile normativa nazionale, coordini un percorso con altre regioni italiane nell'ambito della Conferenza delle Regioni in modo che si sviluppi un approccio omogeneo sul tema".