Salis, la Corte di Milano: "Non consegneremo il coindagato all'Ungheria"

La decisione della Corte d'Appello di Milano, Marchesi resta in Italia: "Rischio concreto di trattamenti inumani e degradanti"

Redazione
Tags:
corte milanomarchesisalis
Milano

Salis, la Corte di Milano: "Non consegneremo il coindagato all'Ungheria"

La Corte d'Appello di Milano nega con una ordinanza l'esecuzione del mandato di consegna all'Ungheria di Gabriele Marchesi, coindagato di Ilaria Salis. Questo per il "rischio concreto di trattamenti inumani e degradanti". Resta dunque ai domiciliari in Italia il 23enne indagato con accuse  di lesioni pluriaggravate per la sua presunta partecipazione negli scontri del 10 febbraio 2023 a Budapest con i neonazisti europei alla vigilia del "Tag der Ehre", la Giornata del Ricordo. Sia la Procura generale che la difesa del giovane si erano opposti alla consegna.

Il legale di Ilaria Salis torna a chiedere i domiciliari. Cauzione a 51mila euro

L'avvocato ungherese di Ilaria Salis, parlando al telefono con l'Ansa, ha nel frattempo detto di prevedere che "entro fine mese" saranno completate le procedure necessarie a richiedere gli arresti domiciliari a Budapest per Ilaria Salis, tra cui il versamento di una cauzione di "20 milioni di fiorini ungheresi", equivalenti a oltre 51 mila euro, e il reperimento di un "domicilio sicuro e sorvegliato" nella capitale ungherese.

Il legale, nel confermare la data del "28 marzo", ha detto che il giudice ha "accelerato" il caso anticipando la seconda udienza finora prevista per il 24 maggio come annunciato il mese scorso in apertura del processo. L'udienza verrà utilizzata per "insistere", "dare enfasi" alla richiesta di domiciliari e "penso che questa volta verrà accolta", ha detto Magyar, riferendosi implicitamente a precedenti rifiuti opposti dalla magistratura ungherese. L'avvocato ha ricordato che l'assenso dato da Ilaria Salis a questa soluzione, cui si era opposta in passato, era "imprescindibile". Magyar inoltre si è detto "molto contento" che anche la famiglia e i legali italiani abbiano accettato di percorrere questa via dei domiciliari a Budapest che lui aveva "sempre sostenuto".