Salò revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini (tra applausi e qualche fischio)

Il Consiglio comunale ha votato per revocare il riconoscimento concesso nel 1924. Quattro consiglieri non votano a favore

Salò revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini

Milano

Salò revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini (tra applausi e qualche fischio)

Il Consiglio comunale di Salò ha revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, concessa nel maggio del 1924 dal commissario prefettizio Salvatore Punzo. La mozione, presentata da Tiberio Evoli, consigliere della maggioranza di centrosinistra, è stata approvata con dodici voti favorevoli. Tre consiglieri si sono espressi contro e uno si è astenuto, tutti appartenenti a liste civiche, una delle quali vicina a Fratelli d’Italia.

L'annuncio della revoca è stato accolto con applausi, ma anche con qualche fischio. Un segnale di come il tema sia ancora divisivo, soprattutto in una città che fu 'capitale' della Repubblica Sociale Italiana negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale.

Il sindaco di Salò: "Non è contrapposizione ideologica, riaffermiamo i valori della Costituzione"

"Per noi la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini è un passaggio che non merita alcuna parola", ha dichiarato il sindaco di Salò, Francesco Cagnini, 29 anni. Nel suo intervento, il primo cittadino ha sottolineato la natura simbolica e unificante della decisione: "È un’iniziativa portata avanti da un’amministrazione guidata da un sindaco nato 50 anni dopo la Liberazione, che non può quindi vederla come una contrapposizione ideologica, ma come un riaffermare i valori di libertà e democrazia, cardini della nostra Costituzione".

Cagnini ha poi richiamato le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ribadendo che "i valori costituzionali e democratici dovrebbero essere condivisi da tutti".

Le critiche della destra radicale bresciana

La decisione non è stata esente da polemiche. Il gruppo di estrema destra 'Difendi Brescia' ha attaccato la revoca definendola "un atto puramente ideologico e inutile". In una nota, il gruppo ha accusato l’amministrazione di "perdere tempo con revisionismi storici deprecabili" invece di affrontare "le vere emergenze della città: crisi economica, turismo in calo, sicurezza, degrado urbano e manutenzione delle infrastrutture".

"Nessun provvedimento locale potrà mai cancellare i 600 giorni della Repubblica Sociale Italiana, che resta un fatto storico indelebile", si legge ancora nel comunicato, che invita il Comune a "non alimentare divisioni ideologiche sterili".

Nonostante le critiche, per la maggioranza che governa Salò la revoca era un atto necessario. "Benito Mussolini non merita alcuna onorificenza dal Comune di Salò", ha concluso il sindaco Cagnini, ribadendo che si tratta di un "passaggio che non merita ulteriori parole, giustificazioni né tantomeno giudizi. Andava semplicemente ed evidentemente fatto".

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