San Siro, De Chirico (FI): “La manifestazione d’interesse di Inter e Milan è timida. Serve Piano B”

Il consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico, da sempre residente in zona San Siro: “Sala sbaglia ad aspettare Inter e Milan come Godot, potrebbero sfilarsi. Si valutino privati interessati all’area”. L'intervista

di Stefano Marrone
Alessandro De Chirico
Milano

San Siro, De Chirico (FI): “La manifestazione d’interesse di Inter e Milan è timida. Serve Piano B”

“Una manifestazione d’interesse molto timida”. Così Alessandro De Chirico valuta l’offerta di Milan e Inter per l’acquisto di San Siro. “Una valutazione accettabile” che però, secondo il Consigliere Comunale di Forza Italia, presenta una grossa incognita: “è un’offerta non vincolante, le due squadre potrebbero sfilarsi”. Per questo De Chirico propone il vaglio di un’alternativa: un bando aperto ai investitori privati. L’intervista.

Consigliere De Chirico, San Siro viene valutato 197 milioni dall’Agenzia delle Entrate. Il prezzo è giusto?

Partiamo dai numeri, la valutazione è inferiore a quella fatta nel 2009. Questo calo del valore è inevitabile per un impianto vetusto che ogni anno perde valore. Tra due anni San Siro compirà cent’anni, è normale che si svaluti. Ha un suo valore affettivo, ma il mercato se ne infischia. Checché ne dicano benpensanti ed eco-talebani, 197 milioni sembra una buona valutazione. Il problema è un altro.

Quale?

Viene messo nero su bianco nell’ultima riga delle due pagine della lettera dell’Agenzia. La manifestazione d’interesse - oltre che a essere molto timida, sembra quasi un favore che le due società hanno fatto al sindaco - presenta il limite di non essere vincolante. Milan e Inter sembrano aver già messo le mani avanti.

Cosa intende?

Il nostro sindaco poco illuminato dovrebbe pensare seriamente a un Piano B, se le due si dovessero alla fine tirare indietro dall’acquisto. Serve un bando, con base d’asta a partire da quei 197 milioni di euro, a cui può partecipare qualunque privato. Ovviamente, i partecipanti dovranno essere tenuti a seguire i paletti imposti per investire sull’area, che d’altronde è decisamente succulenta sul piano immobiliare. San Siro deve diventare un polo attrattivo, con buona pace di chi si lamenta di tutto. 

Sta dicendo che si potrebbe vendere San Siro a privati che non sono Inter e Milan?

Il sindaco sbaglia ad aspettare le due squadre come fossero Godot. Milan e Inter non hanno dato garanzie di voler definitivamente rimanere, la manifestazione non vincolante lo dimostra chiaramente. Mettendo dei paletti giusti, gli oneri di urbanizzazione, i vincoli sul quartiere e una buona rifunzionalizzazione si può finalmente rivalutare l’intera area. 

Non si rischia una speculazione o una perdita di valore dell’area senza le due squadre?

La politica ha il dovere di pensare a tutti gli scenari, valutando qualsiasi eventualità. Non bisogna fossilizzarsi su una singola ipotesi, anche perché da ormai troppi anni va avanti un’interlocuzione privilegiata con solamente Inter e Milan, scenario che non so nemmeno quanto sia lecito. I continui ultimatum non hanno portato a nulla, abbiamo solo perso tempo. È arrivato il momento di aprire San Siro ad altri soggetti. Con un bando fatto bene, si può lasciare San Siro aperto a chiunque. Un Piano B è necessario. 

Tags:
agenzia entratebeppe salade chiricointermilansan sirostadio