San Siro, Paolo Pileri (Polimi): evitare il consumo di suolo

Nuovo progetto di ristrutturazione di San Siro: intervista a Paolo Pileri, professore di pianificazione territoriale e ambientale del Politecnico di Milano

Nicolò Rubeis
Milano

San Siro, Paolo Pileri (Polimi): evitare il consumo di suolo



"Saluto con interesse la proposta di mantenere lo stadio così com’è ma bisogna evitare il consumo di suolo e nel racconto del progetto non c'è questa cosa". Paolo Pileri, professore di pianificazione territoriale e ambientale del Politecnico di Milano, parla così in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano del nuovo progetto di ristrutturazione di San Siro. Lo stesso Pileri in passato aveva quantificato le emissioni di Co2 che si rischiavano di liberare nell'aria abbattendo lo stadio, andando anche ospite di una commissione comunale. "Il progetto è sbilanciato sull'edificio e non c'è una visione larga sul quartiere" secondo Pileri, che aggiunge: "Il sindaco Sala deve evitare che si costruiscano altre strutture a San Donato o Rozzano. Se gli stadi entrano in competizione è evidente che poi non reggono dal punto di vista dell'utilizzo".

Pileri, se il Milan vuole andare a San Donato Sala come può impedirlo?
Il sindaco di Milano è anche il sindaco della Città metropolitana. Bisogna evitare consumo di suolo e far ritirare la proposta di San Donato. La politica dovrebbe essere l'arte dei buoni argomenti contro i cattivi argomenti. A Milano si dovevano svegliare prima. Quando ero andato in commissione non c'era ancora l'ipotesi San Donato. I club, se rallenti, non stanno a guardare.

Cosa non la convince del progetto di ristrutturazione di San Siro?
Nel progetto, che è tutto concentrato sul prodotto architettonico, non viene detto che si recupera San Siro perché fa parte di una grande operazione di sostenibilità di Milano. Non sappiamo come sarà lo stadio energicamente e che impronta ecologica avrà. Sono combattuto, perché da un lato mi fa piacere si parli di ristrutturare San Siro. Dall'altro il progetto non risolve questioni di urbanistica. Bene che ci sia il parco, non bene che ci siano le torri. Il bastione intorno è una enorme galleria commerciale. San Siro non è solo quella così lì, ma uno dei più grandi quartieri popolari d'Europa su cu continuiamo a non fare una riflessione.

Intanto, però, si è tornato a parlare di ristrutturazione.
Sì, ma alla fine costa stiamo facendo? Stiamo in qualche modo veicolando un'ipotesi non tanto di recupero di uno stadio, ma di trasformazione di uno stadio in un enorme modello consumistico. E comunque lavorare sulla struttura esistente e mantenerla in funzione è possibile. Sembrava che San Siro venisse giù perché era instabile poi invece diventa improvvisamente possibile ristrutturarlo. Purtroppo le narrazioni raccontate sono spesso fake. Su questo la politica non sa come agire e dà poca retta agli esperti.

A proposito di abbattimento. Se il Milan dovesse andare a San Donato c'è il rischio che nel corso degli anni si torni a parlare di demolizione?
Uno scenario possibile anche se stiamo parlando di una prospettiva dove la politica sarebbe fallimentare e incapace di tenere in vita una struttura come San Siro. Quello che mi preoccupa oggi è ciò che stiamo facendo. Ben venga riuscire a rifunzionalizzare l'impianto ma i club vogliono macinare soldi e trasformare lo stadio in un'experience. Il Meazza non può diventare un templio per ricchi. Serve una bilanciatura tra quelle che sono le esigenze delle squadre e quelle del pubblico che non deve essere spennato per vedere una partita. E resta il fatto che non c'è una visione larga né sul quartiere né sul ritirare la proposta di San Donato.

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