Si finge endocrinologa: l'azienda lo scopre e la denuncia

La nota stampa di Santagostino: "Noi parte lesa, quando abbiamo scoperto la truffa l'abbiamo denunciata"

Milano

Si finge endocrinologa, denunciata dall'azienda che l'ha assunta

Verifiche in corso al Santagonistino. In un comunicato di Società e Salute Spa, infatti, la società proprietaria di Santagostino, rete di 35 poliambulatori attivi tra Lombardia, Bologna e Roma ha annunciato che sono in corso delle verifiche per una tentata truffa. "Nel corso delle verifiche che vengono svolte sugli operatori sanitari prima di completare le assunzioni - si legge nel comunicato stampa - è stato scoperto che uno dei medici che lavorava nel periodo di prova con l’azienda, la finta endocrinologa G. P., aveva messo in essere una elaborata truffa ai danni nostri e di altri istituti sanitari, producendo falsi profili e curriculum vitae su linkedin e altri social media; presentando documenti  d’identità riportanti  falsamente la professione, forgiando  titoli di studio e di specializzazione contraffatti e impossessandosi dell’ identità di un medico omonimo per l’iscrizione all’albo".

Grazie ad un’approfondita e complicata investigazione la Società e Salute Spa - Santagostino ha scoperto l’elaborata truffa, prontamente denunciata presso la procura della Repubblica di Milano.

Il Santagonistino: "Noi parte lesa della vicenda"

Il Santagostino, si legge sempre nel comunicato, "ha come principale attenzione in questa vicenda la tutela della salute dei pazienti". Pertanto, l’azienda sta provvedendo a contattare tutti i pazienti visitati dalla sedicente endocrinologa con la proposta di offire loro una visita gratuita con un endocrinologo nel più breve tempo possibile.

Luca Foresti, CEO di Santagostino, ha dichiarato: "La nostra priorità assoluta è la salute dei nostri pazienti e per questo stiamo verificando ogni loro esigenza. Abbiamo poi immediatamente informato tutte le altre istituzioni che venivano chiamate in causa dai documenti falsi per informarle e aiutarle a difendere il loro nome in giudizio. È una vicenda in cui siamo parte lesa.”

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