Scuola, Valditara: un piano da 220 milioni per ridurre i divari territoriali

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha presentato Agenda Nord: sviluppare politiche che permettano a tutti i giovani di avere pari opportunità

Nicolò Rubeis
Tags:
divario territorialeistruzionemeritoscuolavalditara
(foto di Greta Merigiola)
Milano

Scuola, Valditara: un piano da 220 milioni per ridurre i divari territoriali

Un piano da 220 milioni di euro per ridurre i divari territoriali e contrastare la dispersione scolastica e l'abbandono precoce anche nel Nord del Paese, che si rivolge per il momento a 245 scuole, 125 elementari e 125 medie e superiori e che durerà due anni, con la possibilità di essere esteso anche in futuro. Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha presentato Agenda Nord questa mattina a Milano, durante la visita all'Istituto Comprensivo Sorelle Agazzi, una scuola che ha il 70% di studenti stranieri e che è stata inserita nel programma. 




Scuola, Valditara: "Molte criticità nelle scuole di periferia"

"Se partiamo dal presupposto che la scuola costituzionale mette al centro la persona, noi dobbiamo sviluppare politiche che mettano tutti i giovani nelle condizioni di avere pari opportunità formative" ha detto Valditara, ricordando che il ministero in precedenza ha lanciato anche Agenda Sud "che sta già dando risultati importanti". Secondo il ministro "è profondamente immorale che l'Italia sia spaccata in due" ma anche al Nord c'è da lavorare. "Girando mi sono reso conto che c'erano molte criticità nelle scuole di periferia" ha spiegato Valditara, sottolineando che "in alcune aree di Milano la dispersione scolastica è pari alla media sarda e superiore alla media della dispersione scolastica in Campania. Anche in città avanzate come Milano - ha aggiunto - ci sono criticità importanti, persino maggiori del Mezzogiorno".

Scuola, Roberto Ricci (Invalsi): la dispersione scolastica implicita nel milanese è al 7,3%

Secondo alcuni dati presentati dal presidente di Invalsi Roberto Ricci la dispersione scolastica implicita nel milanese è al 7,3%, un dato nettamente superiore a quello regionale (2,2%). Stesso discorso per Torino (10,4%) contro il 3,4% del Piemonte. Anche nelle grandi aree metropolitane emergono dunque situazioni di disagio, ancora più acuite nelle zone dove gli immobili costano meno. Con l'aumento del valore delle case al metro quadro, infatti, si innalza anche la percentuale di dispersione scolastica. Agenda Nord, con contributi per le scuole fino a 80mila euro, si pone l'obiettivo di introdurre nuove metodologie didattiche, potenziando la retribuzione dei docenti qualora dessero disponibilità a incarichi aggiuntivi oltre l'orario scolastico. Anche le famiglie saranno coinvolte con l'organizzazione di gruppi di supporto alla genitorialità per condividere esperienze e strategie. Con risorse anche per "estendere il tempo pieno" ha assicurato Valditara.

Scuola, Valditara: l'azione ministeriale si ispira alla cultura del rispetto

Il ministro, parlando con i giornalisti dopo la visita all''Istituto Comprensivo Sorelle Agazzi, è ritornato sul tema delle occupazioni, dopo che a febbraio aveva effettuato un sopralluogo nel liceo Severi Correnti di Milano in seguito a un'occupazione che aveva portato a danni quantificati in circa 70mila euro, annunciando una stretta nel segno del "chi rompe paga". "Ora nelle scuole riscontro un fenomeno positivo - ha commentato -. Dopo che a febbraio sono intervenuto in modo molto energico, tutte le occupazioni che si sono susseguite, tranne una a Bologna e mi è dispiaciuto molto, non hanno cagionato danni". Anzi "in molti casi i ragazzi hanno addirittura ripulito le scuole e questo è importante" perché "avere rispetto della propria scuola e dei beni pubblici è fondamentale. La mia azione ministeriale si ispira alla cultura del rispetto verso le persone ma anche verso i beni della collettività". E comunque "un conto è la dialettica politica, un altro è devastare una scuola. Chi devasta una scuola è un teppista e non esprime alcuna azione politica", semmai "insulta sé stesso, i compagni, il personale e tutti gli italiani che pagano le tasse".

Stesso discorso per quanto riguarda le contrapposizioni che si stanno registrando nelle università italiane sul conflitto tra Israele e Palestina: "Un conto è la protesta politica, un conto è l'occupazione di università, l'aggressione o gli insulti nei confronti dei giornalisti, rettori e docenti. Tutto questo non ha nulla a che vedere con la dialettica politica e democratica". Insomma, "sono contro ogni violenza e sono contro il boicottaggio scientifico delle università israeliane. Ma sarei contrario al boicottaggio scientifico di ogni università. Perché la ricerca e l'istruzione sono libere - ha concluso il ministro - colpirle non è mai un atto democratico".