Simba La Rue: "Il sequestro di Baby Touché? Assurdo, ma era mediatico"
Il trapper accusato di sequestro del rivale davanti al gip: "Quello che è successo non giova a nessuno. Tutto è iniziato quando io sono stato umiliato"
Simba La Rue: "Il sequestro di Baby Touché? Assurdo, ma era mediatico"
"Mi sono reso conto dell'assurdita' di tutto quello che e' successo che non giova a nessuno". Lo ha detto Simba La Rue, alias di Mohamed Lamine Saida, nel corso dell'interrogatorio di garanzia dopo l'arresto dello scorso venerdi' con l'accusa di aver sequestrato la notte del 9 giugno il trapper rivale Baby Touche' e il primo marzo precedente aver aggredito e rapinato due giovani, di cui uno amico di Touche'. Al gip Guido Salvini il ventenne tunisino, difeso dall'avvocato Niccolo' Vecchioni, ha negato le accuse al centro dell'inchiesta dei carabinieri della compagnia Duomo di Milano e del pm Francesca Crupi su una faida in essere tra le due fazioni. In particolare, ha spiegato che il sequestro era "tutta una cosa mediatica, ci siamo messi d'accordo con Touche' anche perche' era interessato a sfruttare mediaticamente il video. Abbiamo anche programmato di far uscire una canzone insieme".
Sull'altro episodio, invece, Simba ha spiegato che "c'erano dei coltelli", di cui "uno lo avevo io" e con il quale "ho ferito alla gamba" la vittima. Tuttavia, ha escluso la rapina dichiarando che "non c'era l'intenzione di rubare oggetti personali". L'avvocato Vecchioni ha chiesto al giudice la revoca della custodia in carcere per l'assenza delle esigenze cautelari. E in seconda battuta il passaggio agli arresti domiciliari in quanto Simba ha una grave lesione alla gamba subita durante un agguato a Treviolo a meta' giugno scorso. Episodio ritenuto dagli inquirenti una ritorsione al rapimento di Baby Touche'
L'inizio della faida tra Simba la Rue e Baby Touchè
"C'e' stata questa faida con quest'altro rapper Touche', lui mi mandava post sui social, provocazioni, messaggi offensivi. Questo inverno, un giorno ero in Corso Como con la mia ragazza e sono stato umiliato pubblicamente da questi ragazzi, mi hanno lanciato sassi e fatto un video. Da li' e' iniziato tutto". Cosi' Simba La Rue, alias di Mohamed Lamine Saida, ha ricostruito nel corso dell'interrogatorio di garanzia l'avvio della faida del suo gruppo con quello rivale che fa riferimento al trapper padovano Baby Touche'. Uno scontro fatto di aggressioni e ritorsioni da parte di entrambe le fazioni che al momento ha portato all'arresto solo di Simba La Rue e altri 8 giovani del suo gruppo.
"Ci sono stati vari dissidi sui social - ha aggiunto il ventenne tunisino rispondendo alle domande del gip Guido Salvini -. Poi un mio amico, Gapea, e' andato a Padova per le cure mediche della madre e ha chiamato questo rapper per chiarire che non aveva intenti bellicosi. Touche' non si e' presentato ma si e' presentata una torma di persone, e' stato umiliato anche Gapea, e' stato pure accoltellato". E' da questa aggressione - secondo Simba - che "e' tutto degenerato, noi abbiamo fatto questa specie di vendetta contro un ragazzo che c'era durante l'aggressione del mio amico e cioe' Akrem. Gli abbiamo fatto questa specie di trappola con l'aiuto anche della ragazza Sara e lo abbiamo aggredito", ha spiegato in riferimento alla spedizione punitiva della notte del primo marzo in zona Porta Venezia a Milano.
L'episodio del presunto sequestro: "Volevo uno scontro fisico"
Sul presunto sequestro del giugno successivo, Simba ha chiarito: "Un giorno io tornavo da Marsiglia con gli altri con due vetture, stavamo accompagnando Momo a Barona insieme a Mounir (il manager, ndr) perche' Momo e' in sedia a rotelle per un incidente". Al quartiere Barona in via Boifava, dove abita il ragazzo disabile "abbiamo incontrato Touche'. Sono andato da lui e gli ho detto di fare uno scontro fisico uno contro uno. Ma lui e' piu' esile di me, ci siamo picchiati, io sono piu' forte e quindi mi sono fermato e gli ho detto che visto che lui mi aveva umiliato, ora toccava a lui". A quel punto, stando alla versione di Simba, "Touche' e' salito in macchina, ma il manager Mounir non voleva essere coinvolto e voleva che si chiarisse tutto prima di entrare in macchina. Sottolineo che Touche' e' entrato in macchina di sua spontanea volonta', non l'ho sequestrato"