Sparatoria nel Milanese, la Procura chiede sette anni per Shiva

La Procura di Milano chiede sette anni per il trapper Shiva, coinvolto in una sparatoria a Settimo Milanese

Redazione
Rapper Shiva
Milano

Sparatoria nel Milanese, la Procura chiede sette anni per Shiva

La Procura di Milano chiede sette anni di carcere per Shiva, trapper 24enne arrestato ad ottobre dalla Polizia per tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose. Andrea Arrigoni, questo il suo nome di battesimo, è stato protagonista di una sparatoria a Settimo Milanese nel luglio del 2023. Due giovani furono gambizzati. Shiva ha reso dichiarazioni spontanee. Come spiega il suo legale Daniele Barelli, secondo quanto riferito da AdnKronos: "ha ricostruito la sua carriera, si è detto dispiaciuto, ma ha ribadito di essersi difeso da una brutale aggressione e di non aver mai avuto intenzione di uccidere". Il 3 luglio parola alla difesa, sentenza attesa il 10 luglio.

Shiva: "Ho compreso i miei errori. Ero in carcere quando è nato mio figlio"

"Ora sono una persona diversa, molto più responsabile e mai più mi troverò in situazioni come quelle del processo, perché voglio essere un esempio per mio figlio e per tutti i miei fans", ha spiegato rilasciando dichiarazioni spontanee Shiva. I mesi in carcere "mi hanno fatto riflettere sull'importanza del mio ruolo di artista", ha continuato il trapper. "So di essere un veicolo di valori e mi impegnerò, attraverso la mia musica, a trasmettere messaggi ed esempi più sani e soprattutto a non dar più spazio ed importanza a stupide rivalità che nulla hanno a che vedere con la musica". "Vorrei solo ritornare a fare la mia musica - ha aggiunto - e ho perfettamente compreso gli errori fatti in passato".

"Ho sparato volutamente verso il basso. Non sono un criminale e non sono una persona capace di uccidere un essere umano" ha aggiunto rimarcando di non avere "precedenti" né "condanne". "Questa esperienza - prosegue Shiva - mi ha sconvolto completamente la vita, sento dentro di me anche il peso di aver dato un pessimo esempio ai tanti ragazzi che mi seguono e apprezzano le mie canzoni, di averli delusi con il mio comportamento". "Vi assicuro - si è rivolto ai giudici Ferraro-De Cristofaro-Tosca dell'ottava sezione penale - che questo fatto non mi ha portato niente di positivo in ambito musicale se non un danno gigantesco di immagine ed economico, perché ripeto io ero già conosciuto e noto senza aver mai avuto bisogno di fare cose di questo genere per ottenere fama". "Non rientrano nei miei valori, nei miei principi e nelle cose in cui credo". "Dopo l’episodio del luglio scorso - ha concluso - ho deciso di vivere al centro di Milano con la mia compagna e con mio figlio, di soli 5 mesi. Non ho visto nascere mio figlio perché in quel momento ero ristretto e questa cosa mi ha fatto soffrire tantissimo e al tempo stesso ho riflettuto sui miei comportamenti"

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