Strage di Ustica, "bruciati" 130 milioni di risarcimenti Itavia

Sequestro a Milano, i componenti pro tempore del cda di Itavia avrebbero "azzerato il patrimonio aziendale" derivante dai risarcimenti per la strage del 1980

Redazione
DC9 Itavia Ustica
Milano

Strage di Ustica, "bruciati" 130 milioni di risarcimenti Itavia

Il Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Gdf ha eseguito un sequestro per circa 130 milioni di euro, emesso dal gip di Milano, nei confronti di "due componenti pro-tempore del cda della società Aerolinee Itavia Spa", compagnia del Dc-9 di Ustica. Si indaga su "atti di disposizione patrimoniale sui beni" della spa, spiega la Procura, "da parte degli amministratori che hanno ottenuto il controllo della gestione di Itavia". Avrebbero "azzerato il patrimonio aziendale" derivante "dai risarcimenti corrisposti" alla spa "dai Ministeri della Difesa e delle Infrastrutture e dei Trasporti" per la strage di Ustica del 1980.

Le operazioni finite sotto i riflettori della Procura

Sono riciclaggio, infedeltà patrimoniale e appropriazione indebita i reati contestati nell'inchiesta del pm di Milano Bruna Albertini, condotta dal Nucleo speciale polizia valutaria della Gdf, che ha portato oggi al sequestro di circa 130 milioni di euro a carico di due ex amministratori di Aerolinee Itavia Spa, la compagnia del Dc-9 di Ustica, ora in amministrazione straordinaria. In sostanza, i due ex amministratori avrebbero coperto parte dei debiti che avevano contratto per scalare la spa, e diventare azionisti di maggioranza, svuotando il patrimonio della società di parte dei risarcimenti ottenuti dai ministeri per la strage di Ustica. Risarcimenti che erano stati in totale di circa 330 milioni di euro. In particolare, coi soldi di Itavia, secondo l'accusa, avrebbero finanziato per 130 milioni di euro una società a loro riconducibile "per estinguere il prestito bancario utilizzato proprio per acquisire il pacchetto di maggioranza in Itavia"

Il finanziamento da 130 milioni di euro sarebbe stato utilizzato dai due consiglieri del cda - secondo gli accertamenti coordinati dalla pm Albertini - anche per estinguere il prestito bancario utilizzato proprio per acquisire il pacchetto di maggioranza in Itavia rafforzando in tal modo la loro posizione all'interno della stessa. Le operazioni societarie "sono state gia' oggetto - riferisce in una nota il procuratore Marcello Viola - di censura da parte della magistratura civile la quale, nell'aprile 2023, aveva nominato un curatore speciale che, fin dal maggio 2023 evidenziava l'irregolarita' delle due operazioni di finanziamento in danno della societa', dei soci di minoranza e dei creditori. Alla luce di quanto evidenziato dal curatore speciale, la tutela del patrimonio della societa' veniva affidato ad un amministratore giudiziario".

I 130 milioni usati per "finalità estranee alla concessione della linea di credito"

Dalle indagini dei finanzieri e' emerso come le somme, derivanti dal finanziamento di 130 milioni di euro erogato da Itavia, siano state reimpiegate per finalita' estranee alla concessione della linea di credito. Sono allo stati indagati i due ex amministratori, l'ex liquidatore e anche i sindaci, questi ultimi per aver omesso qualsiasi controllo sulle situazioni di conflitto di interesse e non aver adottato i provvedimenti previsti per legge idonei ad impedire le presunte operazioni finanziarie illecite

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